Skin ADV

Palazzo Coredo a Rumo, la storia a pezzi

ven 23 ago 2024 11:08 • By: Alberto Mosca

Per lo storico palazzo di Scassio di Rumo è ora di un intervento di risanamento

RUMO. Con la sua mole e gli affreschi, affacciato sul panorama della valle, palazzo Coredo-Baldessari a Scassio è da secoli un simbolo di Rumo. Un simbolo oggi in pericolo. Se da lontano esso mantiene intatto il proprio fascino segnato dal tempo, un crollo ha recentemente interessato il tetto, riempiendo di macerie il piano sottostante. Per palazzo Coredo serve un intervento urgente di consolidamento, specialmente pensando all"inverno in arrivo.

Ma la situazione non si presenta facile: i proprietari privati, i primi che dovrebbero garantire lo stato dell"edificio, sono circa una cinquantina. Uno di loro, Sandro Marchesi, titolare di un b&b nella vicina frazione di Mocenigo, ci ha accompagnati in visita al palazzo. "Chiediamo aiuto per mettere al sicuro l"immobile", la richiesta, auspicando che sia l"ente pubblico (il Comune? La Provincia?) ad acquisirlo e trasformarlo in un luogo di cultura e valorizzazione turistica per l"intera Val di Rumo.

Il palazzo è vincolato fin dagli anni Quaranta del XX secolo; un elemento significativo, ma che non esonera i proprietari dai propri obblighi: "Lo sappiamo "“ prosegue Marchesi "“ ma chiediamo aiuto per arrivare almeno in tempi brevi a consolidare la struttura prima che crolli del tutto. Serve un"opera di sensibilizzazione che coinvolga tutta la comunità , nella speranza che palazzo Coredo diventi presto un bene a disposizione di tutti".

La Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento si sta occupando della questione.

Elektrodemo

I contatti sono stati avviati, premessa indispensabile per arrivare a condividere un progetto per questo straordinario testimone della storia di Rumo.

La storia dei Coredo a Rumo è cominciata all"inizio del XVI secolo, con il trasferimento del nobile Antonio, notaio legato ai Thun, dal paese delle origini nella nuova dimora. La pietra tombale di Antonio "Coret", del 1585, è ancora presente nella chiesa di San Paolo di Marcena. Nella stessa chiesa una chiave d"arco reca lo stemma dei Coredo e un dipinto del 1726 raffigura la Madonna col Bambino, commissionato da esponenti della nobile famiglia.

Un figlio di Antonio, Nicolò (1538-1591), fu canonico di Aquileia, prevosto a Maria Saal in Carinzia, influente consigliere dell"arciduca Carlo d"Austria, vescovo di Trieste dal 1575, passando alla storia come fermo attuatore dei decreti conciliari e temibile avversario dei luterani, cofondatore dell"archidiaconato di Gorizia. Un altro figlio, Giovanni Battista, fu consigliere e cancelliere del cardinale Ludovico Madruzzo: il suo monumento funebre si trova nella cattedrale di Trento, con la sua effigie affiancata a quella della moglie Giulia Crotta, defunta nel 1575.

La facciata del palazzo di Scassio che dà sulla strada è affrescata con stemmi e santi: disposti in una sorta di croce, al centro di essa si trovano una bifora architravata e in basso una bella bifora cinquecentesca decorata; al lato sinistro un riquadro datato 1549, con la Madonna col Bambino affiancata dai santi Antonio abate e Cristoforo; al lato destro, forse dipinti successivamente, vi sono i santi Nicolò, Francesco d"Assisi e Caterina d"Alessandria.

Sulla sinistra vi sono gli stemmi affiancati Coredo-Spaur e il cartiglio, sorretto da una "W" recante la scritta "SIMUL ET SEMPER", con riferimento a un legame matrimoniale, probabilmente quello tra Nicolò Coret, figlio di Giovanni Battista, e Regina Spaur. Sulla destra lo stemma del vescovo di Trieste Nicolò, realizzato dopo il 1575. Sul lato adiacente compare un altro stemma, stavolta da riferire a un vescovo di casa Spaur. Interessante notare come i santi raffigurati siano collegati per omonimia a esponenti del casato di Coredo.

Venduto a metà Ottocento, il palazzo è ora disabitato: le ultime immagini che mostrano i panni appesi alle sue finestre sono in bianco e nero, risalenti agli anni Sessanta del Novecento. Altre a colori lo vedono con i contadini in posa nel prato antistante. Tra i suoi ultimi abitanti ricordiamo Gemma Baldessari, scomparsa nel 2005 alla veneranda età di 105 anni.

Gli ambienti raccontano ancora di una passata grandezza. Gli ampi passaggi voltati, poi edifici rustici collegati nel tempo al corpo principale dell"edificio nobile. Quindi scale e portali in pietra, la vecchia "ciaudèra" e il forno del pane; al piano nobile due stue lignee con eleganti capitelli intagliati.

Al secondo piano, un dipinto settecentesco raffigura Sant"Antonio da Padova; poco lontano le macerie ricoprono il pavimento a seguito del crollo di parte del tetto. Il solaio in più punti è deformato; qui si capisce bene come non ci sia più tempo da perdere. Gettando l"ennesimo sguardo su tale sfacelo Sandro Marchesi cede a un momento di sconforto; qualche mese fa egli stesso è caduto rovinosamente dal tetto che cercava di riparare. La copertura marcia non ha retto il suo peso, precipitandolo all"interno. È finito all"ospedale, trasportato in elicottero dolorante e spaventato; una disavventura finita bene, per fortuna, per miracolo forse. Per palazzo Coredo è ora di fare qualcosa.



Riproduzione riservata ©

indietro