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Covid-19: il Trentino diventa arancione?

ven 15 gen 2021 10:01 • Dalla redazione

Impianti chiusi fino al 15 febbraio e divieto di spostamento tra Regioni: ecco cosa cambia con il nuovo Dpcm

È attesa per oggi la decisione sulla classificazione del Trentino secondo il sistema “a colori” adottato dal Governo e dall’Istituto superiore di sanità, che varrà a partire dalla giornata di domenica. Fino a sabato il Trentino rimarrà in zona gialla, ma c’è la possibilità che la nostra Provincia – per la prima volta da quando è stato adottato questo sistema di classificazione – possa cambiare colore e diventare “arancione”. In Italia, la pandemia infatti non mostra segni di cedimento e anzi tutti gli indicatori sono peggiorati nella settimana che si sta per concludere. Da qui le nuove misure del Governo introdotte per evitare che anche l’Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il Paese a un nuovo lockdown nazionale. 

Il nuovo Dpcm, valido dal 16 gennaio al 15 febbraio, entrerà in vigore nelle prossime ore ed è stato illustrato dall'esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le province in sostanza, rinnova tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, con le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e l'inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio “alto” o, ancora, con un'incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso.

“Il Trentino – ha spiegato ieri in conferenza stampa il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – la settimana scorsa aveva un Rt pari a 0,85%, domani sapremo se sarà aumentato, cosa che è molto probabile.

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Se superiamo l’1 rischiamo di andare in zona arancione. Quindi al momento è davvero difficile sapere quale sarà la classificazione, ma il rischio arancione è concreto”. Se Rt sarà superiore a 1 quindi sarà passaggio in arancione e c’è poi l’aspetto del rischio alto, delle ospedalizzazioni e focolai e ha ricordato Fugatti, la scorsa settimana eravamo ad alto rischio.

Ma cosa cambia con il nuovo decreto? Il nuovo dispositivo conferma, fino al 15 febbraio 2021, il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Dal 16 gennaio 2021 e fino al 5 marzo 2021, inoltre, è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti.

Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Il Governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18 così come gli impianti di risalita non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l'attività ai soli residenti. Chiuse anche palestre e piscine così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l'apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali.

È istituita infine una cosiddetta area “bianca” nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e un'incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con Dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.



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