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Sì unanime ai nuovi criteri per i finanziamenti per i beni culturali

mar 01 ott 2024 10:10 • Dalla redazione

La Quinta commissione ha dato parere positivo all’unanimità alla delibera che modifica i criteri di finanziamento degli interventi sui beni culturali


 

La Quinta commissione, presieduta da Christian Girardi (FdI), ha dato parere positivo all’unanimità alla delibera che modifica i criteri di finanziamento degli interventi sui beni culturali. Delibera che introduce, in primo luogo, una netta semplificazione delle procedure (un unico provvedimento al posto dei sette attuali) e un aumento della copertura della spesa ammessa dal 50% all’80%.

Un lavoro di razionalizzazione e semplificazione, ha affermato in commissione la vicepresidente Francesca Gerosa (FdI), che ridurrà i tempi delle procedure. Inoltre si sono introdotte modifiche alle soglie di finanziamento per adeguarle al mutamento del quadro economico con l’obiettivo di andare in contro alle esigenze dei cittadini.

Il Soprintendente ai beni culturali, Franco Marzatico, è entrato nei particolari di quella che ha definito una “piccola riforma” del sistema del finanziamento degli interventi di salvaguardia e recupero dei beni culturali. Come accennato, si semplificano radicalmente i passaggi burocratici che passano dai sette previsti dalle norme attuali a uno; la percentuale di copertura finanziaria dei lavori passa dal 50% all’80%. Una scelta che ci allinea alla Provincia di Bolzano, ha detto ancora Marzatico, e che è stata determinata anche dal fatto che il 50% non era più adeguato e induceva molti privati a rinunciare agli interventi sui beni culturali. Va tenuto presente che la cifra a disposizione della Soprintendenza è stata aumentata con l’assestamento passando da due milioni a 2 milioni e 800 mila euro. Parte di questa cifra, ha aggiunto, verrà destinata al recupero degli affreschi sulle facciate delle case storiche di Trento. Inoltre, c’è la necessità di interventi urgenti in molte chiese che hanno subito il colpo del Covid perché la loro prolungata chiusura durante il lockdown ha alimentato la proliferazione di muffe e tarli.

Il numero degli interventi finanziati è in media di 20 – 40 all’anno per quanto riguarda i beni artistici (opere pittoriche, arredamenti e patrimoni librari) e di 6 – 8 per quelli sui beni architettonici che, ovviamente, sono finanziariamente i più pesanti con un costo medio che va dai 150 mila ai 300 mila euro. Da sottolineare, ha detto ancora Marzatico, che i finanziamenti obbligano i privati a rendere accessibili gli immobili al pubblico.

Lucia Maestri (Pd) ha affermato che ben venga la riforma, ma la tutela dei beni artistici dovrebbe essere uno degli asset principali della Provincia. Spesso, ha aggiunto l’esponente dem, si lavora sull’oggi, quindi sulla spesa corrente più che in conto capitale e questo perché servono più fondi. Maestri ha poi chiesto quali sono i criteri in base ai quali vengono stilate le graduatorie per i finanziamenti. Franco Marzatico ha risposto che i criteri corrispondono alle valutazioni tecniche e del valore storico e artistico del bene e del suo stato di conservazione. Mediamente, ha affermato, sempre rispondendo alla consigliera Pd, ogni anno 30 richieste rimangono escluse. Lucia Maestri ha anche chiesto se in questo provvedimento potrebbe anche entrare Castel Madruzzo (recentemente acquistato da privati) e il Soprintendente ha risposto che in linea teorica ci potrebbe rientrare, ma il maniero della Valle di Cavedine richiede di un intervento pesante e quindi fuori scala rispetto ai criteri contenuti nella delibera. Infine, anche Michele Malfer (Campobase) ha espresso il suo sì alla delibera che, ha concluso, sembra un buon strumento a favore della cultura.

 



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