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Tentata estorsione e incendio, arrestati Rosario Vicenzi e Pierpaolo Cumer

mer 02 ott 2024 09:10 • Dalla redazione

L'operazione dei Carabinieri per l'ipotizzato porto e possesso di armi, incendio doloso e tentata estorsione commessa con il metodo mafioso

Il bicigrill distrutto dalle fiamme

PEIO. È Rosario Vicenzi, 60 anni di Pellizzano l’uomo per il quale ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trento, unitamente a quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cles hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero. L’uomo, con numerosi precedenti all’attivo, è ritenuto responsabile, assieme a Piergiorgio Cumer, 56 anni di Cunevo, di porto e possesso di armi, incendio doloso e tentata estorsione commessa con il metodo mafioso. Per il primo è scattata la custodia in carcere, mentre il secondo è agli arresti domiciliari.

L’indagine, che trae origine dall’episodio avvenuto a giugno del 2023, allorquando venne recapitato un messaggio intimidatorio corredato da una testa mozzata di ovino davanti casa di un imprenditore ortofrutticolo di Dimaro, ha permesso di attribuire al fermato e al suo complice il gravissimo atto criminoso. Nella circostanza, nel messaggio scritto in dialetto “calabrese” i responsabili facevano riferimento a una “famiglia” così da evocare l’esistenza di un vincolo mafioso teso a rafforzare il carattere intimidatorio delle loro minacce e ad ingenerare assoggettamento ed omertà nelle vittime, che fortunatamente si è rivolta ai Carabinieri.

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Alla base del folle gesto estorsivo parrebbe esserci un movente economico atteso che l’arrestato avrebbe voluto rifarsi economicamente di una sua proprietà ceduta anni addietro alla famiglia dell’imprenditore per far fronte ad un debito contratto da un suo congiunto.

I due però, non soddisfatti, nei mesi scorsi avevano addirittura iniziato a ipotizzare di aggravare la portata intimidatoria del primo gesto pensando di andare a “sparare alle gambe” alle loro vittime in modo tale da costringerli a consegnarli i soldi.

È proprio a seguito di conversazioni come queste che i Carabinieri decidevano di effettuare una perquisizione in cerca di armi ed esplosivi che effettivamente risultava positiva considerato che nella disponibilità del complice, venivano trovate una pistola semiautomatica calibro 7,65 con silenziatore, una replica di pistola mitragliatrice Uzi ed un simulacro di fucile a tamburo più proiettili di vario calibro per le quali veniva arrestato in flagranza.

Le prolungate attività d’indagine coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia permettevano a distanza di un anno dal primo fatto di attribuire al duo criminale un altro gravissimo episodio intimidatorio avvenuto la notte del 6 giugno in danno del “Bicigrill” di Pellizzano a cui veniva appiccato un incendio.

Il provvedimento si è reso necessario considerata la grave pericolosità evidenziata dal soggetto e i propositi captati dagli investigatori di sottrarsi - anche reagendo in maniera violenta - a un suo eventuale arresto. Al momento del fermo, il soggetto aveva con sè (nascosta sotto il sellino della moto su cui viaggiava) una pistola cal. 22 carica e munita di silenziatore, con matricola abrasa.

 



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