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Impianti da sci, stagione invernale compromessa

sab 16 gen 2021 14:01 • By: Lorena Stablum

Le società della Val di Sole: «Speriamo almeno nei ristori»

Con i dati del contagio in crescita, il Governo ha deciso – ancora una volta – di rinviare l’aperura degli impianti da sci, che nel nuovo Dpcm è prevista al 15 febbraio fatta salva l’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome validate dal Comitato tecnico scientifico. Di fronte a una situazione sanitaria che si mantiene difficile anche le società impiantistiche della Val di Sole, già da tempo pronte a partire con la stagione invernale, non possono che prendere atto della nuova disposizione, ma chiedono da un lato ristori immediati, e per le società e per quelle centinaia di lavoratori stagionali che non hanno potuto lavorare e si trovano senza ammortizzatori sociali, e dall’altro, nel caso la data di metà febbraio fosse confermata o, per contro, rinviata, il tempo necessario per organizzarsi sia a livello di gestione che di comunicazione.

«Se la situazione sanitaria è quella attuale è evidente che non è possibile aprire – commenta il direttore generale di Funivie Folagrida Marilleva e vicepresidente dell’Anef del Trentino Cristian Gasperi -. Ora attendiamo nuove disposizioni, ma non si potrà arrivare il giorno prima a decidere se si apre oppure no. Una volta che il processo organizzativo parte abbiamo bisogno di una decina di giorni per poter avviare tutte le attività di comunicazione verso i nostri clienti. Chiediamo perciò che già nei primissimi giorni di febbraio ci possa essere una conferma o meno dell’apertura».

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Certo che la data stabilita dal Governo per un’eventuale riapertura non tiene conto di quello che è il «calendario turistico» visto che cade proprio nel bel mezzo della settimana di Carnevale, il periodo che, con quello natalizio, fa registrare il maggior numero di sciatori. Anche in caso di una ripartenza, le società impiantistiche quindi potranno beneficiare solo in parte di questi flussi turistici. Viene perciò spontaneo chiedersi se comunque si sceglierà di rimettere in moto gli impianti. «Aspettiamo e vediamo come evolverà la situazione – risponde il manager -. In ogni caso, non saremo solo noi impianti a decidere, ma ogni scelta sarà fatta come “sistema turistico Val di Sole”, e quindi in accordo con Asat, Unat, Apt Val di Sole e con tutte le categorie coinvolte nella filiera. Sulla sola apertura per i residenti, di cui si è discusso molto, vale la pena fare un distinguo: dobbiamo discernere tra quelli che sono i servizi per il turismo e quelli per le comunità locali. Il servizio reso ai residenti lo potranno fare società più piccole, più vicine al capoluogo di Trento che per loro natura facevano già affidamento sui residenti. Per le altre società che fanno turismo aprire per i soli residenti significherebbe invece aumentare ulteriormente le perdite. Perdite che con metà stagione saltata nel periodo più importante sono al momento totali. Oggi le premesse non sono positive ed è probabile che sarà difficile dare una risposta alla situazione epidemiologica anche a febbraio. Se il bacino d’utenza sarà limitato è pacifico che anche gli alberghi potrebbero scegliere di non aprire. Ora guardiamo ai ristori – conclude Gasperi -, che dovranno comprendere anche i lavoratori stagionali che non possono contare sulla cassa integrazione. I tavoli sono aperti. Certo la preoccupazione cresce quando si guarda all’assetto nazionale minato dalla crisi di Governo».

Parla di «stagione compromessa al 90%» quindi Davide Panizza, presidente della Carosello Tonale così come anche il direttore di Peio Funivie Simone Pegolotti parla di «stagione ormai finita». «Se a febbraio ci sarà il via libera del Governo valuteremo se aprire oppure no – commenta poi Panizza -. Fortunatamente, noi al Tonale, grazie al ghiacciaio Presena, possiamo contare su una stagione un po’ più lunga, che arriva fino a maggio inoltrato. Dovessimo aprire per un mese, un mese e mezzo forse potremmo limitare un po’ le perite che sono imponenti anche sappiamo bene che man mano che si avvicina la primavera i turisti privilegiano altre località. Ora l’unica partita è quella dei ristori». Dello stesso avviso anche Pegolotti, che sul fonte ristori si dice positivo: «L’arrivo di questi soldi è ciò che ci potrà garantire la sopravvivenza. I costi che noi abbiamo sono incomprimibili».



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