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Romeno comune Family

mer 23 ott 2024 10:10 • Dalla redazione

Consegnati a Mezzano gli attestati ai nuovi enti certificati

MEZZANO. Buone partiche e nuove idee. La nona edizione del meeting dei Distretti Famiglia, che che ha preso il via ieri, 22 ottobre 2024, a Mezzano, ha contribuito ad alimentare la fucina delle progettualità seguendo il filone tematico “Il potenziale delle comunità periferiche: il ruolo dei giovani e delle famiglie”.

Il meeting ha preso il via oggi al Centro civico del Comune di Mezzano dopo i saluti istituzionali da parte del presidente della Comunità di Primiero, Roberto Pradel, del sindaco del Comune di Mezzano, Giampiero Zugliani, e del coordinatore istituzionale del Distretto famiglia Primiero, Bortolo Rattin.

In apertura, la vicepresidente Francesca Gerosa ha consegnato gli attestati “Family in Trentino” ai Comuni che si sono certificati nel corso del 2024: Romeno, Sella Giudicarie, Spiazzo, Civezzano e Ziano di Fiemme. “Un traguardo importante – ha commentato la vicepresidente – a conferma dell’impegno delle amministrazioni comunali trentine a ri-orientare le proprie politiche mettendo in campo servizi che rispondono alle esigenze e alle aspettative espresse dalle famiglie del territorio”.

L’obiettivo dei distretti è quello di favorire politiche tese alla promozione della famiglia e al protagonismo dei giovani, valorizzando il loro ruolo dinamico nella crescita del benessere territoriale.

La prima sessione, moderata da Debora Nicoletto referente dei Distretti famiglia dell'Agenzia per la Coesione sociale, ha visto protagonista la “Strategia Nazionale per le Aree Interne”, una politica nazionale di sviluppo territoriale, che mira a contrastare i fenomeni del declino demografico, investendo sulla promozione della ricchezza del territorio, creando nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità.

GRAZIADEI novembre

Sul tema è intervenuto Andrea Zanzini, project leader Appennino Hub e manager di Sviluppo socio economico di Sistemi territoriali: “Con il nuovo millennio cambiano i paradigmi del vivere, abitare e lavorare nelle terre alte, soprattutto delle giovani generazioni. Le Comunità di montagna non possono non considerarlo, sforzandosi di immaginare nuove modalità di cittadinanza. E’ così che anche “abitanti temporanei” possono contribuire a produrre impatto sociale ed economico per le comunità, stimolarle a nuovi punti di vista, integrare capacità e competenze utili a garantirne la resilienza e migliorare la qualità della vita”.

Fabio Malfatti, antropologo ambientale, esperto di sostenibilità e partecipazione, presidente del Centro Ricerche EtnoAntropologiche di Siena, ha aggiunto: “In questa epoca di crisi climatica le aree rurali e montane non devono essere viste come spazi marginali, ma come laboratori di innovazione sociale e ambientale. Qui possiamo ridefinire i rapporti con il paesaggio e creare modelli di convivenza sostenibile, che possano essere replicati altrove. La partecipazione attiva delle comunità è fondamentale per promuovere trasformazioni significative. Solo attraverso una collaborazione tra enti, cittadini, terzo settore, ricerca e imprese possiamo garantire soluzioni rappresentative, efficaci e durature”.

La seconda sessione ha visto l’alternarsi di varie testimonianze provenienti dal Trentino e da fuori regione in una tavola rotonda moderata da Alessandra Benacchio di Fondazione Demarchi. Il tema al centro del dibattito è stato il futuro delle piccole comunità montane e il ruolo dei giovani in qualità di risorse generative di capitale sociale. La prima testimonianza è giunta da Irene Grazzi della Proloco Sagron Mis, che ha presentato il progetto Lapis (Laboratorio Artistico Paesaggio Illustrato Sagron): “Lapis è nato in un paese di sole 200 unità, il più distante dal capoluogo della Provincia, come occasione di rilancio sociale. Per una settimana illustratori ed architetti risiedono a Sagron Mis – ha detto la Grazzi – e realizzano opere che possano valorizzare il contesto, le sue radici e i suoi spazi. Le opere vengono raccolte in una mostra itinerante negli angoli del piccolo centro di Sagron compiendo un processo di rigenerazione anche culturale del contesto, che fino a tre anni fa appariva in declino e che ora ha voglia di rinascita”.

Al centro della seconda testimonianza, la cioccolateria sociale Nina Kakaw srl, fondata a Belluno da Sara Miante con la volontà di costruire una filiera etica, inclusiva e sostenibile che coinvolga contemporaneamente i piccoli produttori di cacao dell’Ecuador e le donne che vivono in situazioni di fragilità in Italia, creando una progettualità dal doppio impatto che genera processi di empowerment sociale ed economico in questi due paesi. Infine, Matteo Guidolin ha illustrato il progetto “The Wallà” del Collettivo Boca Verta di Treviso. “Si tratta di un percorso di opere di street art per le vie di Vallà (TV) – ha commentato Guidolin - con l’intento di rigenerare spazi urbani colpiti da impoverimento culturale. Wallà vuole dare nuova vita al piacere di stare in strada, di relazionarsi con il prossimo, di vivere i luoghi pubblici, e questo progetto crede nell’arte come potente mezzo per sensibilizzare, raccontare, accogliere e riqualificare.”

 

 



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