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Rabbi, la chiesa delle Fonti dichiarata d'interesse culturale

lun 26 apr 2021 11:04 • By: L.S.

È un documento dei modi costruttivi e partiche devozionali legato allo sviluppo della stazione termale

RABBI. La chiesa di Sant’Anna, situata alle Fonti di Rabbi, è stata dichiarata d’interesse culturale ed è pertanto oggetto di tutela. Il provvedimento, emanato dalla Soprintendenza per i beni culturali, è stato adottato in quanto l’edificio sacro è documento di modi costruttivi e pratiche devozionali, reso singolare dalle motivazioni insediative riferibili allo sviluppo termale delle Fonti di Rabbi. L’iter per la verifica dell’interesse culturale è stato avviato il 1° aprile 2021.

Edificio di gusto eclettico storicista con evidenti richiami allo stile di transizione tra tardo barocco e un certo classicismo, configurante gran parte dell’edilizia sacra periferica dell’epoca, nasce per la particolare esigenza di dotare la località delle Fonti di Rabbi, o Acidule, di una cappella per le celebrazioni a servizio, un tempo esclusivo, dei forestieri che frequentavano gli stabilimenti di cura termale. La richiesta di dotare il primitivo nucleo di cura di un luogo dove poter assistere alla messa fu avanzata per primo da Simone Molignoni, gestore delle Fonti - scoperte nel 1660 - per conto della famiglia Thun che ne deteneva il possesso e quindi nel settembre 1783 oggetto di una lettera di supplica di Michele e Antonio Pangrazzi al Cancelliere dell’Ufficio spirituale di Trento.

La cappella sarebbe stata eretta nel 1785 e benedetta l’8 luglio da don Carlo Sizzo, delegato dal vescovo di Pietro Vigilio Thun per ‘comodità’ dei forestieri che altrimenti avrebbe dovuto sostenere un non facile transito verso le chiese di Piazzola e San Bernardo.

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Nel 1787 la chiesa appare scarsamente dotata e nel 1826 don Michele Sardagna incaricato dall’Ordinariato trova l’edificio sprovvisto di suppellettili. Se agli inizi del XIX secolo attorno alla sorgente di acque ferruginose esistevano la sola fabbrica dei bagni, un casamento in cui erano disponibili otto letti e la cappella, l’affermazione della località come meta di villeggiatura e di cura, porta anche alla riedificazione del sacro edificio nel 1836. Due decenni dopo, l’Ordinariato ne rileva l’uso a deposito di bottiglie e legname, scoraggiando i contributi degli ospiti della stazione termale che ne sostenevano il mantenimento. La cappella passa infine dall’amministrazione della famiglia Ruatti alla Curaziale di Piazzola. Nuovamente ridotta in stato precario è oggetto a inizio secolo di una proposta di restauro dell’architetto milanese Ernesto Fumagalli.

L’interno, sui lati obliqui verso il presbiterio, ospita due pale di tema mariano, un tempo poste a corredo degli altari lignei che dotavano la chiesa. Le tele, in cornici trattate a finto marmo, dorate e intagliate, raffigurano il Compianto di Maria sul Cristo morto e deposto dalla Croce, con angeli che recano il cuore trafitto della BVM Addolorata (opera di ignoto databile tra XVIII e inizi del XIX sec.) e la Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Caterina e Luigi Gonzaga, opera firmata BERNARDUS CASARI PIN: / MDCCCV. L’abside è illuminata da due finestre rettangolari e dell’altare maggiore rimane l’ancona con il tabernacolo, costituita da una coppia di colonne composite che inquadrano la pala con cornice rettangolare e fregio intagliato con attributi testamentari e cristologici. La pala raffigura il tema dell’Educazione della Vergine, con Maria fanciulla, Sant’Anna e San Gioacchino. La nuova mensa ad popolum è costituita da una macina poggiata su un ceppo campanario. Sulle pareti interne sono disposte le Stazioni della Via Crucis integrate da altre scene sacre, realizzate nel 1997 dagli artisti dell’Unione Cattolica Artisti Italiani. Completano gli arredi i banchi, un’acquasantiera lapidea a parete e un’urna lapidea con chiusura metallica in cui, dopo l’abrasione di alcune parole, si legge ELEMOSINA / per la […] Chiesa. In sacristia si conservano la mensa lignea di un altare dipinto a finti marmi, con un piccolo stipo appoggiato, il mobile a cassetti con corpo superiore ad ante per la collocazione delle suppellettili e i paramenti e un cassettone. 



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