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L’appello: «Difendiamo i nostri profumi»

lun 06 set 2021 12:09 • Dalla redazione

Alla sesta edizione dell'Asta dei formaggi di malga il messaggio è difesa del territorio e della biodiversità

MALÉ – Un modo per valorizzare i prodotti locali d’eccellenza, difendere il territorio e la biodiversità e porre l’accento sui temi della transizione ecologica. La sesta edizione dell’Asta dei formaggi di malga, che si è tenuta ieri, in via eccezionale nel rispetto delle normative covid, al teatro comunale di Malé, si conferma un importante appuntamento dell’autunno della Val di Sole capace di raccontare il territorio attraverso le sue peculiarità e, al tempo stesso, far riflettere su alcune questioni spinose. È Luciano Rizzi, presidente dell’Apt della Val di Sole, ente organizzatore dell’evento, a lanciare il sasso per primo su un tema di fortissima attualità come quello della gestione delle malghe, sempre più spesso, anche in Trentino, affidate a società esterne al territorio in cerca di facili guadagni a discapito di allevatori e contadini locali.

“Non può esistere che malghe, anche della Val di Sole, ristrutturate con contributi pubblici da parte della Provincia, siano date in gestione a società che, mirando ai contributi europei, minano il territorio – ha infatti evidenziato Rizzi, ringraziando i sindaci e le Asuc che invece si impegnano a creare iter di affidamento che evitino che ciò possa accadere -. Non è possibile che i nostri allevatori, che fanno formaggio, debbano avere la concorrenza di queste persone”. Un problema che, sottolinea Rizzi, ha effetti anche sul turismo. “Quando avremo malghe con animali non autoctoni e l’erba alta intorno, avremo sicuramente un prodotto turistico più scadente” ha concluso.

A dare manforte al presidente è sceso in campo anche Philippe Léveillé, chef stellato del ristorante Miramonti l’Altro a Concesio, in provincia di Brescia.

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“Le malghe devono rimanere a chi le vive – ha infatti aggiunto Léveillé a margine della manifestazione -. È un problema che abbiamo anche noi in Lombardia. Io ho avuto la fortuna di entrare in una malga e di respirarne i profumi e mi piacerebbe che tutte le generazione future possano sentire questi profumi. Con questi personaggi, con queste società quel profumo sparirà, non ci sarà più. È impensabile credere che qualcuno possa decidere di togliere quel profumo naturale del pianeta. È folle. Sono convinto che tanti miei colleghi la pensano uguale a me. La ristorazione italiana può dare aiuto su questo, noi siamo pronti a difendere i profumi del territorio”. Lo chef ha dimostrato di apprezzare molto l’iniziativa tanto che, ha detto, “altre zone dovrebbero prenderla a esempio” e si è divertito a contendersi con i colleghi stellati Alfio Ghezzi del ristorante Senso al Mart di Rovereto e Alessandro Gilmozzi del ristorante El Molin a Cavalese alcune delle 24 forme messe all’asta, provenienti dalle malghe della Val di Sole e del Trentino e affinate dal mastro affinatore Adriano Dalpez. Entrambi gli chef trentini hanno ricordato, poi, come sia importante valorizzare, anche attraverso manifestazioni come questa, gli aspetti di tradizione e autenticità delle comunità alpine e regalare esperienze

Silvio Barbero, vice presidente dell’Università della Scienze Gastronomiche di Pollenzo, già segretario nazionale e fondatore di Slow Food Italia, ha quindi affermato che i formaggi di malga possono aiutarci a riflettere sulla necessità di avviare quanto prima una transizione che possa portare a un’economia più sostenibile e più rispettosa dell’ambiente: “Questi formaggi – ha aggiunto – possono essere presi come icona del cambiamento perché dietro a questi prodotti c’è la difesa della biodiversità”. A fare gli onori di casa la sindaca di Malé Barbara Cunaccia, che ha ricevuto il testimone dal sindaco di Caldes Antonio Maini, che negli anni passati ha ospitato l’asta all’antico maniero della famiglia Thun. L’assessore provinciale al Turismo Roberto Failoni e il presidente di Trentino Marketing Gianni Battaiola, nel ribadire quanto sia sempre più importante creare una forte sinergia tra turismo e agricoltura, hanno illustrato i progetti sui quali si sta lavorando per dare concretezza a questo rapporto.

Le forme di formaggio della sesta asta dei formaggi stagionati trentini, introdotta dal direttore di NOS Magazine Sandro de Manincor e condotta dal banditore Sergio Pelone, sono state acquistate da un minimo di 140 euro sino a un massimo di 360 euro, per un semigrasso a latte crudo, semicotto, di 7 kg e 250 grammi del 2018, prodotto dalla malga Basson di Sotto nel territorio comunale di Levico Terme. L’evento, organizzato da Apt Val di Sole in collaborazione con Identità Golose, Trentino Marketing, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), Comune di Malé e Comune di Caldes, si è concluso con una degustazione dei formaggi messi all’asta guidata da Francesco Gubert, agronomo e maestro assaggiatore di formaggi.



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