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Rabbi: il comune non può vietare la sosta alle autocaravan

gio 10 mar 2022 13:03 • Dalla redazione

Lo ha deciso il Tar di Trento, dando ragione all'Associazione Nazionale Camperisti

TRENTO. I camperisti battono il Comune di Rabbi. Tema della contesa, un’ordinanza che vietava la sosta dei mezzi, secondo il giudice illegittima. Lo ha deciso il Tar di Trento, che ha annullato il provvedimento che istituiva il divieto di sosta per le autocaravan in tutto il comune dalle ore 20 alle ore 6.

"Il Comune di Rabbi - spiega l'associazione nazionale coordinamento camperisti difesa dall'avvocato Marcello Viganò - invece di accogliere la richiesta di revocare l'ordinanza in autotutela d’ufficio in modo da far risparmiare tempo e denaro all’associazione e alla macchina della giustizia, aveva costretto i camperisti a rivolgersi al tribunale del Trentino Alto Adige". E la sentenza del giudice ha annullato il provvedimento e condannato il Comune a pagare le spese legali. "Una sentenza di 26 pagine che è una lezione sul diritto, quindi, utile a tutti i sindaci", commenta l'associazione.

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"In definitiva - come affermato da una condivisibile giurisprudenza con riferimento a una fattispecie identica a quella in esame (ex multisTar valle d’Aosta, 14 febbraio 2022, n. 12, cit.) - coglie nel segno l’Associazione ricorrente - dice la sentenza - quando lamenta che il sindaco di Rabbi, promiscuamente accomunando il divieto di sosta con il divieto di campeggio abusivo, ha violato l’art. 185 del codice della strada, che disciplina in maniera differente la sosta ed il campeggio delle autocaravan. [...] Tenuto conto di quanto precede, il ricorso deve essere accolto e, per l’effetto, si deve disporre l’annullamento dell’impugnata ordinanza".

"Confidiamo che questa lezione di diritto - conclude l'associazione - induca un sindaco a evitare di emanare ordinanze con limitazioni alla circolazione e sosta solo per autocaravan: ormai è evidente che si tratterebbe di un'ordinanza illegittima e, come tale, essendo trascorsi oltre 30 anni dalla emanazione del Codice della strada e in presenza di una giurisprudenza continua, sarà da ritenersi passibile anche di denuncia alla Procura della Repubblica al fine di verificare se emanata per favorire interessi privati in atti d’ufficio".



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