ven 25 mar 2022 15:03 • Dalla redazione
Entro il 2026 la struttura dell’Azienda Sanitaria che erogherà servizi alla comunità di Cles e della Val di Non
CLES. Per il sindaco di Cles Ruggero Mucchi la Casa della Comunità che la Provincia e l’Azienda Sanitaria intende realizzare nel capoluogo della Val di Non è un’occasione irripetibile se non irrinunciabile. Lo ha spiegato questa mattina in una conferenza stampa durante la quale voluto illustrare le opportunità e le prospettive legate all’investimento. Opportunità che riguardano la riqualificazione, entro il 2026, della ex caserma dei vigili del fuoco volontari in Via Diaz di proprietà comunale e dismessa dai primi anni 2000 (si parla di un investimento di circa 3 milioni di euro) e la creazione di nuovi servizi sanitari e sociali. L’amministrazione comunale, mettendo l’immobile a disposizione della Provincia (si è parlato di un comodato d’uso della durata di 33 anni, ma resta sul tavolo anche l’ipotesi di una futura permuta di immobili), inoltre avrà a disposizione degli spazi di circa 200 metri quadrati da utilizzare per i propri fini e la realizzazione, al piano terra, di un porticato di accesso che fungerà da prolungamento dell’attuale marciapiede.
«La
scelta è stata ben ponderata per quanto difficile e ci siamo detti che questo
passo era da fare - ribadisce Mucchi -. Potevamo tenere l’edificio per altre
funzioni ma oggi abbiamo questa possibilità. La Provincia e l’assessorato ci
hanno chiesto la disponibilità di un edificio di almeno 400 metri quadrati,
meglio se 800, e noi, anche in base al nostro Masterplan, lo abbiamo
individuato nella struttura di Via Diaz. L’azienda sanitaria, pur proprietaria
di immobili qui a Cles, non aveva la possibilità di poterli utilizzare in tempi
brevi. L’altra soluzione prospettata, quella dell’ex macello, richiede
interventi corposi e il Masterplan lo individua come possibile futuro teatro».
Il sindaco, quindi, fuga le perplessità e i dubbi che in queste settimane si
sono fatte strada sia rispetto alla scelta dell’immobile che al contenuto della
nuova struttura. Il tema centrale, come ammette Mucchi, è certamente quello
legato alla logistica e alla
presenza/assenza di posti auto: nelle immediate vicinanze all’edificio non
sono molto numerosi (circa una trentina) e non c’è la possibilità di prevederne
la costruzione in un prossimo futuro visto che non vi sono spazi disponibili.
«La situazione dei posti auto ci obbliga a ragionare, insieme alla Provincia e
all’Azienda sanitaria, su quali servizi individuare e sulla gestione della
struttura. Ovviamente non possiamo pensare di creare servizi, come il punto
prelievi, che necessitano di avere molti parcheggi disponibili. Senza contare
che ne stiamo comunque realizzando in altri poli e che il personale potrà
contare sul parcheggio dell’ospedale che si trova a poche centinaia di metri».
Altro nodo da chiarire riguarda i
servizi che vi verranno insediati. Un’ipotesi, non ancora formalizzata,
vede l’insediamento dei medici di base, l’infermiere di territorio, alcuni
servizi di assistenza sociale e associazioni a vocazione sociale e sanitaria e
altro, come la Lilt. «Sicuramente questo intervento – conclude il sindaco – rientra
nei progetti di rigenerazione urbana che abbiamo inserito nel Masterplan e che
non possiamo perdere».