sab 30 lug 2022 10:07 • Dalla redazione
Il Comitato: «Scelta che avvalla la retorica dell’emergenza»
TRENTO. “Nessun favore alle monocolture intensive!” A dirlo è Tommaso Bonazza, portavoce del Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino, che in una nota riporta una serie di osservazioni sulla delibera di Giunta n. 1334 del 22 luglio 2022 che, vista la carenza idrica del periodo, introduce un temporaneo regime di rimodulazione del Dmv (deflusso minimo vitale) a favore dei consorzi irrigui che si trovano in una situazione di sofferenza. “L’approvazione della delibera di giunta – scrive il portavoce senza mezzi termini - è l’apice del più stupefacente asservimento del settore pubblico all’interesse degli imperi agricoli-industriali della nostra provincia. La sequenza di passaggi che ne è testimonianza è di una sconcertante rapidità”. L’attivista, infatti, evidenzia come, diversamente dai soliti tempi lunghi della burocrazia, in pochissimi giorni si sia arrivati il provvedimento: il 18 luglio la Federazione provinciale dei consorzi irrigui e di miglioramento richiede la deroga urgente al Dmv per uso irriguo, due giorni dopo la Fondazione Edmund Mach – Centro trasferimento tecnologico (FEM), con nota di data 20 luglio 2022, esprime un “Parere in merito ai fabbisogni idrici minimi” per alcune colture, quali fragole, meleti e vigneti, il 21 luglio 2022, arriva il parere favorevole delle strutture competenti in materia di ambiente, utilizzazione delle acque pubbliche, tutela della fauna ed agricoltura.
Il 22
luglio, ecco la delibera di giunta proposta dal vicepresidente Mario Tonina. “Non
riusciamo a capacitarci di come questi uffici, che dovrebbero avere come fine
ultimo la protezione dell’ambiente, possano avallare una decisione di questa
portata distruttiva - commenta Bonazza - All’interno della delibera si determinano
i quantitativi addizionali di acqua che gli stessi avrebbero la possibilità di prelevare
e i vari passaggi di valutazione da parte degli uffici competenti. Nessun cenno
a organi di controllo ed eventuali sanzioni: alcuni passaggi sono di pura
creatività da ecocidio. […] Vogliamo lanciare con forza un messaggio – aggiunge
quindi il portavoce -: quella che stiamo vivendo non è un’emergenza, ma una
nuova drammatica normalità! Questa è la prima di una lunghissima serie di
estati siccitose che ci aspettano. Non possiamo pensare di affrontarle
sbandierando la retorica dell’emergenza. Sono più di quarant’anni che
conosciamo le conseguenze dei cambiamenti climatici. Tra queste vi è la siccità
e le sue devastanti conseguenze. Ebbene, eccoci al dunque. Dove sono le misure
di mitigazione e adattamento? Dove sono le pratiche virtuose radicalmente
ecologiche? Dove sono le leggi che permetterebbero al Trentino di essere il
pioniere di un’agricoltura realmente sostenibile? La delibera della giunta è il
manifesto di un duplice fallimento. Quello della politica provinciale
che non ha saputo, in tutti questi anni, indirizzare l’agricoltura del nostro
territorio verso un cambio di paradigma quanto mai necessario; quello della
carenza di visione dell’agricoltura intensiva e industriale trentina
che, rimasta accecata dalla logica del profitto ad ogni costo, troppo spesso ha
vessato il nostro territorio con pratiche insostenibili”.