mar 20 set 2022 14:09 • Dalla redazione
Il ddl approvato dalla Giunta per il percorso in Consiglio. Procedure di riassegnazione sospese per le 17 concessioni in scadenza nel 2024 a fronte di piani industriali per efficientamento e potenziamento degli impianti
TRENTO. Via libera della Giunta provinciale al disegno di legge contro crisi energetica e caro-energia proposto dal vicepresidente, nonché assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, che verrà presentato al Consiglio provinciale per il successivo percorso di approvazione. L’obiettivo della proposta è individuare azioni che consentano, già nel breve termine, di fronteggiare la crisi in atto. In pratica, con una logica economica per cui solo a fronte di una traiettoria temporale di qualche anno sono possibili investimenti con ricadute positive sull'intero sistema, si consente ai concessionari delle 17 grandi derivazioni idroelettriche di prossima scadenza (13 concessioni di Hydro Dolomiti Energia, 3 concessioni di Primiero Energia e 1 di Dolomiti Edison Energy), di prolungare il periodo di concessione, a fronte della presentazione ed approvazione, di piani industriali che contengano misure specifiche per una maggiore efficienza degli impianti idroelettrici sottesi alle concessioni (circa 30 impianti).
I piani industriali dovranno proporre:
a) misure di efficientamento della produzione, ed in particolare misure per
incrementare la capacità di stoccaggio e la potenza installata nonché per
aumentare la resilienza delle infrastrutture in termini di sicurezza e di
regolarità della produzione stessa.
Si tratta - chiarisce il vicepresidente - di misure da un lato necessarie
per una ricognizione e messa in sicurezza, a fronte delle emergenze
climatiche in atto, degli impianti idroelettrici, che sono parte del
sistema nazionale di produzione di energia e insieme a quelli delle altre
regioni del nord rappresentano la principale fonte di energia pulita oggi
prodotta in Italia.
Dall’altro si tratta di programmare un incremento della
produzione attraverso investimenti di efficientamento, in
particolare per quanto concerne la capacità di stoccaggio
dell’energia, tenuto conto della necessità di stabilizzazione della
produzione a fronte di possibili deficienze del sistema connesse a
scenari internazionali mutevoli (ad oggi il 50%
dell’energia necessaria è prodotto da fonti fossili in gran
parte di derivazione straniera).
b) il pagamento, in aggiunta ai canoni già previsti
dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore della norma, di una
nuova componente di canone, con destinazione degli introiti al sostegno dei
costi per consumi energetici del territorio provinciale.
Questo secondo profilo - rimarca sempre l’assessore all’ambiente - riveste
grande importanza sul fronte delle compensazioni economiche che il territorio
merita in ragione della presenza degli impianti: se da un lato è vero
che l’energia prodotta dalle 17 concessioni finisce nella rete nazionale perché
l’acqua è risorsa non esclusiva di un territorio, dall'altro lato il
territorio stesso non può non pretendere un “ristoro” rispetto alla presenza di
queste infrastrutture in un ambiente delicato come il nostro.
Ecco perché - conclude il vicepresidente - i circa 100 milioni di euro di canoni e sovracanoni oggi introitati dall’amministrazione pubblica, Provincia, Comuni, Comunità di Valle e BIM, possono essere incrementati se, come si vuole ottenere con la nuova normativa, si garantisce possibilità di investimenti e conseguente recupero di remunerazione dalla vendita di energia in un periodo medio lungo in cui risulterà possibile "ammortizzare" gli effetti disastrosi della crisi energetica in atto.
Con la proposta normativa si prevede che, a seguito dell’approvazione del piano industriale, le condizioni di esercizio della concessione vengano quindi temporalmente modificate di conseguenza e, soprattutto, che per la durata del piano siano sospese le procedure per l’assegnazione delle concessioni di Grandi Derivazioni a scopo Idroelettrico relative ad impianti interessati dal piano: la disciplina statutaria di cui all’articolo 13 consente, secondo la Giunta provinciale, di proporre una disciplina innovativa che coniughi le esigenze del territorio con quelle di potenziamento della produzione idroelettrica nel breve periodo e, in definitiva, con gli interessi nazionali oltre che locali.