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Collaborare per crescere insieme: i musei etnografici solandri si mettono in rete

sab 08 ott 2022 17:10 • Dalla redazione

A Cogolo di Peio il convegno ha approfondito la conoscenza sulle ricchezze della valle

PEIO. Si è svolto oggi a Cogolo di Peio un convegno organizzato dalla RES (Rete Etnografica Solandra) intitolato “Per una rete dei musei etnografici del Trentino”. La giornata di studio – dedicata alla presentazione delle realtà etnografiche della Val di Sole – costituisce il secondo appuntamento di un itinerario sul territorio, iniziato il 14 maggio scorso a Pergine Valsugana, con l'illustrazione dei musei della Valsugana.

I lavori sono iniziati con un breve collegamento audio e video con Telve, dove era in programma la Giornata degli Ecomusei del Trentino. Giovanni Kezich, responsabile dell'Umse (Unità di missione semplice) “rete etnografica, dei piccoli musei ed ecomuseale” ha portato i suoi saluti ai partecipanti, con un invito a trovare forme virtuose di collaborazione tra le diverse realtà culturali, nel rispetto delle differenze tra “ecomusei” e “musei etnografici”. Nella sessione mattutina – moderata da Salvatore Ferrari, presidente del Comitato di gestione del Museo della Civiltà Solandra di Malé –, dopo i saluti di Viviana Marini, assessore alla cultura del Comune di Peio, sono stati presentati i principali siti della bassa Val di Sole. Luisa Guerri ha raccontato alcune “storie della storia” del Museo della Civiltà Solandra, il museo del Centro Studi per la Val di Sole inaugurato nel 1979, mentre Veronica Cicolini ha descritto il “percorso di valorizzazione” del Molino Ruatti a Pracorno di Rabbi, acquistato dalla Provincia autonoma di Trento nel 1989, restaurato nei primi anni 2000 e dal 2009 affidato alla competenza degli operatori dell'APS “Mulino Ruatti” per la sua gestione.

Gabriele Canella, operatore didattico del Parco Nazionale dello Stelvio, ha evidenziato l'impegno del Parco nella gestione di alcuni siti etnografici situati in valle di Rabbi: dalle segherie dei “Begoi” e dei “Braghj” alle Acque al “casel” di Somrabbi, mentre Anna Benedetti ha incuriosito il pubblico presente in sala presentando l'esperienza del Mmape di Croviana, “un museo naturalistico” ospitato in un antico mulino, che vive grazie alla collaborazione degli apicoltori della valle, contribuendo “a mantenere una pratica agricola”.

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La sessione antemeridiana si è conclusa con un contributo filmato di Sandro de Manincor, testimone dell'esperienza ventennale (dal 2003) dell'associazione “Le Meridiane”, che ha promosso la realizzazione di sessanta orologi solari – un vero “museo a cielo aperto” – a Monclassico e a Presson e con l'intervento di Monica Tomasi, assessore alla cultura del Comune di Dimaro e Folgarida e presidente dell'Ecomuseo della Val Meledrio-La Via degli Imperatori, che ha invitato a scoprire i “tesori” del territorio, in primis gli opifici sorti lungo il torrente Meledrio.

Infine, con la relazione “Passaggio a nord-ovest”, l'ex direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina di San Michele all'Adige, Kezich, ha offerto interessanti spunti di riflessione sul presente e sul futuro dei piccoli musei etnografici. Nella sessione pomeridiana – moderata da Veronica Cicolini – sono state presentate le realtà etnografiche dell'alta Val di Sole: dalle macchine idrauliche di Mezzana Ortisè (grazie a un video curato da Roberta Barbetti, assessore alla cultura del Comune di Mezzana, e dallo storico dell'arte Paolo Dalla Torre) al mulino e alle “altre realtà etnografiche a Cortina di Vermiglio” (con un intervento in presenza di Felice Longhi, responsabile del Museo della guerra di Vermiglio). I lavori sono proseguiti con la presentazione dei numerosi siti della Valle di Peio: da Casa Grazioli a Strombiano (a cura di Ambrogio Pretti, associazione Linum) ai musei della malga (a Malga Campo) e dell'epigrafia popolare (a Malga Monte) illustrati da Maicol Pretti; dai “musei di Celledizzo” (del contadino di montagna e del legno) presentati da Tiziano Dossi, al “molin dei Turi” di Peio paese (a cura di Maurizio Vicenzi, responsabile del museo della guerra di Peio), al caseificio turnario di Peio paese, il “caseificio della comunità” (l'ultimo ancora funzionante in Trentino, uno dei 4 ancora attivi in Italia), descritto dagli attuali gestori (Ilaria Dallagiovanna, Daniele Caserotti e Riccardo Casanova). Partendo dalle parole più ricorrenti nelle varie relazioni (conoscenza del territorio, conservazione e studio delle collezioni museali, formazione degli operatori, promozione e comunicazione del patrimonio etnografico diffuso, passione dei proprietari/custodi dei siti e coinvolgimento delle comunità) una tavola rotonda conclusiva – animata da Maria Loreta Veneri (Centro Studi per la Val di Sole), Maurizia Manto (Museo della Scuola di Pergine), Antonella Mott (Umse “rete etnografica, dei piccoli musei ed ecomuseale), Fabio Sacco (direttore dell'Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi) oltre che da Kezich, Ferrari e Guerri – ha approfondito i punti di forza e quelli di debolezza per costituire “una rete dei musei etnografici del Trentino”.

Domani, domenica 9 ottobre, 18 siti etnografici solandri (musei, segherie, mulini, fucine, malghe, caseifici), saranno aperti al pubblico gratuitamente in via straordinaria e alle 15.30 sarà possibile effettuare una visita guidata alle meridiane di Monclassico e Presson. 



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