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A Taio in piazza per la pace

mer 02 nov 2022 09:11 • Dalla redazione

Collegata a Europe for Peace, in sintonia con tante città e paesi d’Italia, è stata una serata partecipata e sentita

TAIO. Costruire la pace mettendo al bando guerra e violenza. Collegata a Europe for Peace, Piazza di Pace venerdì 28 ottobre a Taio, in sintonia con tante città e paesi d’Italia, è stata una serata partecipata e sentita.

I ragazzi ed animatori degli Oratori Noi delle Valli di Non e Sole hanno aiutato a ribaltare la logica della violenza e indifferenza con un muro di cassette che si è trasformato grazie ai ragazzi in una realtà di accoglienza e condivisione. L’associazione Libera con Stefano Graiff ha fatto riflettere sul valore dell’incontrarsi, confrontarsi e vivere nello stile di un’unica famiglia umana.

L’associazione Gente per la missione, con una poesia e preghiera proposta da Pier Giorgio Paoli ha aiutato a superare i confini. Gli scout del Gruppo Agesci Cles 1 hanno portato all’attenzione che l’Italia nella propria Costituzione ripudia la guerra ed offerto alcuni dati sullo squilibrio mondiale tra le enormi risorse sprecate per armi rispetto a quanto è destinato a istruzione, sanità, bene comune. La richiesta di cessate il fuoco e negoziato per la pace, messa al bando delle armi nucleari, solidarietà con il popolo ucraino e con le vittime di tutte le guerre è stato condiviso in piazza ed alcuni dei presenti saranno a Roma il 5 novembre alla grande manifestazione per la pace organizzata da numerose associazioni per dire come ha affermato papa Francesco: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.

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Ci si è fermati anche sulle parole della lettera indirizzata da Europe for Peace, coalizione di oltre 400 associazioni, all’ONU per sostenerla ed incentivarla nell’impegno, chiedendo un rafforzamento della stessa, sostenendo l’agenda per il disarmo, l’impegno di tutti gli Stati a tagliare del 2% le spese militari istituendo il “dividendo di pace” da investire in riconversione industriale e tecnologica sostenibili e di economia disarmata, sicurezza sanitaria contro le pandemie, protezione dei diritti umani, formazione per la difesa civile e non violenta. Canti e riflessioni si sono susseguite come un fiume in piena.

Il parroco di Taio, don Riccardo Pedrotti, ha introdotto la serata iniziata sul sagrato della chiesa di Santa Maria come momento costruttivo e per dare voce e volti alla pace ed alla speranza. Il corteo cantando e suonando ha attraversato la piazza. Presenti insieme a tante persone anche diversi amministratori comunali, sacerdoti e religiosi. Sul sagrato della chiesa parrocchiale gli scout hanno presentato il progetto di sostegno di una scuola musicale nella periferia di Chimbote in Perù con Operazione Mato Grosso. In chiesa, la testimonianza del medico chirurgo Mario Battocletti, operativo all’Ospedale di Cles ma anche in Paesi poveri ed in guerra con Medici per l’Africa CUAMM ed Emergency. Attraverso immagini, racconti di vita, dati raccolti sul campo in Afghanistan ha portato a conoscere, a partire dagli ospedali da campo nei quali ha prestato servizio recentemente, questo Paese nel quale le guerre hanno bloccato la crescita economica e sociale trasformandolo in luogo di scontro continuo.

La guerra colpisce innanzitutto le popolazioni, segna le nuove generazioni profondamente. I medici si trovano a curare ferite causate da mine e armi sempre più potenti indirizzate contro le persone. È necessario mettere al bando la guerra sempre illogica e che porta solo sofferenze inenarrabili. Hanno partecipato alla serata anche alcuni richiedenti asilo provenienti da Paesi in guerra. Cosa possiamo fare noi? ha chiesto don Gianluca Leone a conclusione.

Informarci su cosa succede nel mondo, anche nei Paesi che si sono chiusi e nei quali si consumano guerre e si calpestano i diritti umani, agire da operatori di pace agendo in prima persona per costruirla attraverso la solidarietà, l’aiuto concreto a partire dai nostri paesi, crescere nella sensibilità non violenta. La preghiera ci eleva e da sentire figli dell’unico Dio, il Vangelo ci indica la via della pace, il dialogo interculturale e tra le religioni fa scoprire la comune umanità e che tutti desideriamo pace. Le associazioni ed i cittadini potrebbero anche lasciare dei segni di pace sul territorio, ad esempio panchine di pace, nei luoghi pubblici, piazze, ospedali, Rsa per tenere alta l’attenzione su questo aspetto vitale. La violenza è tristezza e divisione, la pace cresce con fantasia, creatività, impegno. 



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