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Patt VS Panizza: ‘ll partito non ha mai tradito il suo statuto’

gio 01 dic 2022 14:12 • Dalla redazione

Dura replica di alcuni amministratori comunali e figure di spicco del partito alle dimissioni del presidente onorario

TRENTO. Ci sono l’assessore regionale Lorenzo Ossanna, Massimiliano Girardi (vicesindaco del Comune di Cles), Andrea Biasi (sindaco del Comune di Sfruz), Fabrizio Leonardi (consigliere del Comune di Cles) tra i 10 firmatari della replica alle dimissioni dal partito e da presidente onorario del Partito Autonomista Trentino Tirolese Luigi Panizza. “Apprendiamo con sconcerto e stupore le dichiarazioni dell’ex presidente onorario Luigi Panizza, circa le ragioni della sua fuoriuscita dal partito, e ancor peggio rispetto alla sua dichiarazione di tradimento dei valori dello statuto nell’eventualità il Patt non virasse a sinistra, nonché quelle del presidente onorario Dario Pallaoro che ancora, nuovamente, in spregio ai deliberati congressuali e dei consigli di partito, esprime giudizi e ipotizza prospettive che non corrispondono a ciò che si sta realmente portando avanti”. Inizia così il documento che non le manda a dire al professor Panizza nel quale il firmatari evidenziano come “il partito, insieme ai suoi amministratori, ai militanti, ai rappresentanti sul territorio e agli organi dirigenti, sia impegnato nella produzione di un manifesto programmatico e che la questione alleanze non è (e non deve essere) la nostra priorità, perché lo scopo di un partito autonomista è portare un contributo determinante alla causa della difesa dell’Autonomia e dei trentini nel governo provinciale e non stringere alleanze sulla base della contrapposizione fine a se stessa verso una determinata parte politica”.

Ancora, scrivono i firmatari: “lo statuto del Partito Autonomista Trentino Tirolese, e il professor Luigi Panizza dovrebbe saperlo bene, declina la solidarietà non tanto rispetto alla questione del terzo mondo, pur chiaramente battendosi per l’uguaglianza di tutti gli uomini, ma anzitutto al diritto dei trentini al lavoro e al benessere nella propria terra ‘con precedenza su quelli provenienti da altre regioni’ (recita testualmente lo Statuto).

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D’altronde basta cercare nei nostri archivi i documenti dei padri fondatori, Enrico Pruner in primis, per ritrovare ovunque lo slogan 'Prima i Trentini'. Inoltre, come tra l’altro dichiarato nella tesi congressuale applaudita dai presidenti onorari, il Patt vuole farsi promotore di una gestione degli immigrati in linea con i bisogni del mercato del lavoro del Trentino, ma che preveda anche il pugno di ferro rispetto a coloro che si rendono protagonisti di fenomeni di criminalità. Se perseguire questo scopo significa allontanarsi dalla “solidarietà indiscriminata” tanto cara a certe formazioni politiche ci dichiariamo colpevoli, ma di certo non razzisti. Prevedere maggiori garanzie per chi da sempre abita in questa terra, ne ha garantito la sopravvivenza anche nelle aree più difficili, ha tenuto duro e ne ha portato avanti lo sviluppo, anche a costo di grandi sacrifici, non significa essere razzisti – come Luigi Panizza afferma – ma al contrario autonomisti coerenti che sentono forte la responsabilità di rispondere in primis alle proprie comunità”.

Un appunto arriva anche sui valori: “Se poi ci si vuole richiamare ai principi della Dottrina sociale della Chiesa – dicono - le battaglie di cui si fa portavoce la parte politica alla quale vuole apparentarsi il professor Panizza appaiono quanto mai lontane da quanto professato dalla Chiesa, a meno che, a nostra insaputa, essa non abbia sdoganato il diritto all’aborto, all’adozione di bambini da parte di coppie gay, il fine vita assistito, l’utero in affitto, il matrimonio omosessuale, l’uso delle droghe leggere e così via. Sia chiaro, battaglie che noi certamente non mettiamo in discussione e che vanno affrontate nel rispetto delle diverse sensibilità, ma se si sceglie di appellarsi alla religione o lo si fa in maniera coerentemente oggettiva o è meglio astenersi”. E infine il documento si chiude: “Noi amministratori autonomisti, impegnati ogni giorno nell’adempimento dei propri doveri nei confronti delle nostre comunità, sostenuti dall’impegno e dalla generosa disponibilità delle nostre Sezioni e dei tanti militanti nel territorio, e occupati a difendere e a promuovere le autonomie comunali, rispediamo decisamente e con forza al mittente illazioni e accuse che pongono il nostro impegno al di fuori dei confini del nostro Statuto che è e rimane il faro del nostro agire politico e amministrativo. Demandiamo alla Segreteria politica provinciale il delicato compito di portare a termine la determinazione del perimetro entro il quale il Partito Autonomista Trentino Tirolese alle prossime elezioni provinciali può esprimere al meglio il suo potenziale in difesa delle genti trentine e le confermiamo la totale fiducia già espressa sia in sede congressuale che nelle successive molte occasioni dei Consigli di partito”.



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