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Santa Lucia arriva nelle Valli del Noce

lun 12 dic 2022 12:12 • By: Giada Gasperetti

Ecco la storia della santa di Siracusa e i numerosi appuntamenti per celebrarla

Giovanni e Battista Baschenis, santa Lucia. Pellizzano, chiesa della Natività di Maria, 1470

VALLI DEL NOCE. Immancabili e tantissimi gli appuntamenti di oggi e domani con Santa Lucia nelle Valli del Noce, dove intrattenimento, doni per i bambini, musica, the, vin brulè, pandoro e panettone allieteranno i vari eventi. Santa Lucia e il suo fedele asinello arriveranno a Fondo, Lover, Arsio, Tassullo, Tavon, Coredo, Smarano, Nanno, Portolo, Cagnò, Tres, Rumo, Sanzeno, Ossana, Pellizzano, Rabbi, Vermiglio, Terzolas e Monclassico.

Lucia, di famiglia nobile e cristiana ma orfana di padre dall'età di cinque anni e promessa in sposa a un pagano, sin da tenera età aveva fatto segreto voto di verginità a Cristo. Sua madre Eutychia, da anni ammalata di emorragie, spendeva ingenti somme per curarsi, ma nulla le giovava. Allora Lucia e sua madre si recarono pellegrine al sepolcro di Sant'Agata, martire a Catania, pregandola per la guarigione. Lucia si assopì durante la preghiera e vide in visione la santa catanese circondata da schiere angeliche dirle: "Lucia, sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? La tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.

Avveratasi la guarigione di Eutychia, mentre facevano ritorno a Siracusa, Lucia esternò alla madre la sua ferma decisione di consacrare la sua verginità a Cristo e di donare il suo patrimonio ai poveri.

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Per i successivi tre anni visse dunque a servizio di infermi, bisognosi e vedove della città. Il pretendente, rifiutato, volle vendicarsi denunciandola come cristiana. Erano infatti in vigore i decreti della persecuzione dei cristiani emanati dall'imperatore Diocleziano.

Al processo che sostenne dinanzi al prefetto Pascasio, le fu imposto di fare sacrifici agli dèi pagani, ma ella non arretrò nella fede, e proclamava con ispirazione divina i passi delle sacre Scritture. Minacciata allora di essere condotta in un postribolo, Lucia rispose: "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente".

Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vide ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia mettere in difficoltà Pascasio. Pascasio dunque ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma, come narra la tradizione, divenne miracolosamente pesante, tanto che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a smuoverla. Accusata di stregoneria, Lucia allora fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono. Fu infine messa in ginocchio e secondo le fonti latine le fu infisso un pugnale in gola, nell'anno 304, all'età di ventun'anni. Morì solo dopo aver ricevuto la comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.

Privo di ogni fondamento e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l'episodio in cui Lucia si sarebbe strappata - o le avrebbero cavato - gli occhi. L'emblema degli occhi sulla coppa o sul piatto sarebbe da ricollegarsi con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista per l'etimologia del suo nome dal latino Lux, luce.

Ma la luce di Lucia si lega anche alla tradizione popolare per cui la notte della santa sarebbe la “più lunga che ci sia”, simboleggiando un trionfo della luce sull’oscurità. Questo, tuttavia, oggi non è più vero, dato che il solstizio d’inverno cade il 21-22 dicembre. Corrispondeva a verità prima della riforma gregoriana del calendario, avvenuta nel 1582 a opera di papa Gregorio XIII. Prima di allora il solstizio cadeva proprio tra il 12 e il 13 dicembre, alimentando e giustificando la tradizione popolare che ancora oggi vive nel detto.



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