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Oggi, 21 dicembre, cade il solstizio d’inverno

mer 21 dic 2022 12:12 • By: Giada Gasperetti

Come, dove e perché: ecco le curiosità di questo evento astronomico

Notte sul dos di Pez (ph. Giada Gasperettii)

Il solstizio d’inverno coincide con il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno ed è l’evento astronomico che nell’emisfero boreale segna l’inizio della stagione più fredda.

Quest’anno il solstizio d’inverno cade oggi 21 dicembre alle 22.47, ore italiane: il momento in cui ha inizio il cosiddetto inverno astronomico. Ma perché esistono i solstizi?

L’asse di rotazione della Terra non è perpendicolare al piano dell’eclittica (il piano dell’orbita terrestre intorno al sole), ma risulta inclinato di 23°27′, con il risultato che in alcuni periodi dell’anno un emisfero viene illuminato dai raggi del sole in modo più diretto rispetto all’emisfero opposto: è proprio questo che dà origine alle stagioni e al loro infinito alternarsi nelle due metà del globo.

Durante il solstizio d’inverno, quindi, l’asse terrestre è inclinato nel punto più lontano dal sole. Ciò significa, per noi nell’emisfero nord, che il 21 dicembre il sole sarà nel punto più basso del cielo e passerà sopra l’orizzonte un tempo molto limitato, determinando quello che viene definito il giorno più corto dell’anno, perché con meno ore di luce. Durante l’inverno astronomico, che terminerà il 21 marzo in corrispondenza dell’equinozio di primavera, è il Polo Sud ad essere rivolto verso il sole, mentre in una zona compresa tra il Circolo Polare Artico e il Polo Nord durante il solstizio d’inverno il sole non sorge. Qui si hanno addirittura 24 ore di buio totale. Dopo il solstizio d’inverno, le giornate ricominciano pian piano ad allungarsi e la luce torna ad avere la meglio sull’oscurità.

L’evento del solstizio è l’opposto dell’equinozio, il momento in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata, e il momento in cui il sole passa da un emisfero celeste all’altro. In questo giorno, il sole passa esattamente allo zenit sull’equatore terrestre (il punto del cielo che è esattamente verticale rispetto all’equatore). Nell’emisfero settentrionale, l’equinozio di primavera si verifica a marzo e quello d’autunno a settembre, mentre i solstizi si verificano a giugno (per il solstizio d’estate) e a dicembre (per il solstizio d’inverno). Nell’emisfero meridionale è il contrario. Ma equinozi e solstizi hanno una cosa in comune: per convenzione, le date dell’equinozio e del solstizio segnano il passaggio da una stagione all’altra.

Il giorno più corto dell’anno, quindi, non è il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, come si pensa comunemente.

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Il detto popolare “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” però ha le sue ragioni storiche. Risale a prima dell’introduzione del calendario gregoriano: allora la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 dicembre. Con la riforma voluta dal papa Gregorio XIII nel 1582, il solstizio passò al 21-22 dicembre, ma la festa di Santa Lucia rimase fissata al 13, conservando la fama di “giorno più corto che ci sia”.

Nell’antica Roma, dal 17 al 23 dicembre in coincidenza con il solstizio d’inverno, si celebravano i Saturnali: una delle più diffuse e popolari feste religiose in onore di Saturno, il dio dell’età dell’oro, durante i quali si festeggiava la ricchezza dei doni della terra, con conviti e banchetti. C’era inoltre l’usanza di scambiarsi auguri e doni. Un’altra celebre festa dell’antica Roma è quella del Sol Invictus, il Sole Indomito, la festività dedicata al sole che, dopo aver raggiunto il punto più basso del cielo, rinasce conquistando le tenebre e diventando invincibile. Una festa in realtà diffusa in diverse forme in tutto il mondo antico, che l’imperatore Aureliano istituì ufficialmente il 25 dicembre con il Dies Natalis Solis Invicti.

Nella tradizione germanica e celtica il solstizio d’inverno coincideva con la festa di Yule: venivano accesi fuochi, si banchettava. Il vischio come simbolo del Natale sembrerebbe inoltre derivare da Yule. Ma anche in India, Cina e Giappone, come in Iran, nel mese di dicembre si celebrano tutt’ora feste legate al giorno più corto dell’anno, superato il quale le giornate torneranno ad allungarsi.

La festa di Lohri è una delle feste più popolari nel nord dell’India, in particolare negli stati di Punjab e Haryana, ed è una celebrazione del solstizio d’inverno per il tradizionale benvenuto alle giornate più lunghe. Attualmente si svolge il 13 gennaio, subito prima del Makar Sankranti, la festa dedicata a Sūrya, la divinità induista del sole. Nella notte di Lohri si accendono falò e si danza. Un ruolo fondamentale lo hanno anche i cibi come la canna da zucchero e la frutta secca e i dolci come il gajak, fatto con semi di sesamo e sciroppo di zucchero.

Sempre in India troviamo Diwali, la festa della luce che simboleggia la vittoria del bene sul male, la quale appartiene al grande gruppo di celebrazioni e tradizioni legate al solstizio e alla rinascita del sole che torna a risalire nel cielo dopo aver toccato il punto più basso.

Shab-e Yalda, che significa ‘notte della natività’, è una tradizione millenaria dell’Iran. Una festa pre-islamica celebrata nella notte più lunga dell’anno e legata alla divinità zoroastriana del sole e della luce chiamata Mithra. Amici e familiari si riuniscono: si accedono candele, si leggono poesie, si mangiano noci e frutta, soprattutto melograni e angurie.

In Cina e in altre parti dell’Oriente il Dongzhi Festival è la festa del solstizio d’inverno che si celebra tra il 21 e il 23 dicembre. Per la visione orientale il solstizio rappresenta un momento di armonia, un punto di incontro tra il culmine di freddo e oscurità, caratteristiche dello Yin, e la loro trasformazione nel loro opposto, Yang. Fra le tradizioni legate a questa festività c’è quella di cucinare palline di farina di riso chiamate Tangyuan.

Il monumento Stonehenge, il cerchio di pietre patrimonio mondiale dell’Unesco a sud di Londra, è legato all’astronomia e al calendario. Ancora oggi questo monumento preistorico tra i più famosi ed enigmatici del mondo attira migliaia di persone, sia a dicembre, sia a giugno, per vedere sorgere il sole da dietro la Heel Stone. Quest’anno il solstizio d’inverno sarà celebrato all’alba del 22 dicembre e si potrà accedere gratuitamente al monumento dalle 7.45 alle 10.

Nella contea di Meath, in Irlanda, la tomba a corridoio di Newgrange è uno dei siti archeologici più affascinanti d’Europa: è stata costruita 500 anni prima delle piramidi di Giza e 1000 anni prima di Stonehenge. Nel giorno del solstizio d’inverno, all’alba, questa tomba viene illuminata in un modo unico e speciale: la luce del sole penetra all’interno, percorre il corridoio di 19 metri per poi inondare la camera sepolcrale più interna.



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