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Il tempo passato era più cristiano di quello di oggi?

dom 19 mag 2024 09:05 • Dalla redazione

La fede non è la spettacolarizzazione di un giorno, ma l"impegno gioioso e convinto di una vita

Che cosa vuol dire "società cristiana"? Forse che tutti accolgono e vivono il Vangelo? O forse che c"è stato un tempo, ormai lontano, dove tutti i valori cristiani erano convintamente vissuti?

Ecco, è bene smantellare queste che sono corbellerie. Non mi pare, guardando alla storia, che sia mai esistita una società "tutta cristiana". Non certo quando l"ordine era garantito dalla sottomissione: quando la moglie doveva obbedire al marito e tacere, o quando i cittadini erano normalmente chiamati sudditi, sempre fedeli ai governanti o alle autorità religiose. Erano tempi in cui non si era stimolati a pensare: questo era compito di pochi privilegiati"¦

Qualche volta sentiamo raccontare che un tempo la società era davvero cristiana. Ma guardiamo e ci immaginiamo un passato più ideale che reale. È ben vero che qualche decennio fa in chiesa, alla domenica c"erano molte più persone, non solo con i capelli bianchi, ma anche giovani e bambini, che oggi sono scomparsi come per una nefasta magia. Oggi i bambini in chiesa ci sono nel giorno della prima comunione, a cui segue il deserto. E forse proprio per essere cristiani seri ci viene chiesto di cancellare una simile ricorrenza, cercando altre strade.

La fede non è la spettacolarizzazione di un giorno, ma l"impegno gioioso e convinto di una vita. Questa è la difficile realtà che viviamo, ma non ci è permesso comunque di essere nostalgici di un tempo ormai tramontato.

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Se questo è il traguardo a cui siamo arrivati, è perché per troppo lungo tempo abbiamo insegnato che l"alternativa alla messa domenicale sarebbero state le pene dell"inferno. Insomma era la paura a dominare, non l"amore per il Signore!

Padre Alberto Maggi invita a diffidare di chi esalta il tempo in cui c"era maggior sicurezza e si poteva lasciare la chiave sulla porta di casa «in un ordine sociale garantito dall"obbedienza all"indiscusso capo, un uomo sempre inviato dalla Provvidenza in risposta al bisogno atavico degli uomini di barattare la propria libertà con la sicurezza che offre la sottomissione acritica al potente di turno» (Il Libraio 09.03.2018).

Paura della libertà in genere, paura della libertà di coscienza, tanto che il papa Gregorio XVI nell" enciclica Mirari vos, nel 1832, arrivò a parlare di quella «perversa opinione, errore pericolosissimo"¦.» che è ammettere e garantire a tutti la libertà di coscienza. Ma non basta.

Nel 1452, nella bolla Deus diversas e successivamente nella bolla Romano Pontifex, Nicolò V autorizzò i regnanti cattolici a "invadere e conquistare regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti". Si potrebbe continuare ancora.

Ciò che appare urgente è cambiare il nostro modo di pensare e anche di vivere. Gesù non ha mai detto che i cristiani devono essere maggioranza. Egli anzi insegnava che il progetto di Dio non è quello di realizzare una società tutta cristiana, ma piuttosto chiede di influire positivamente sul mondo, agendo come "sale" e "lievito" (Mt 5,13; 13,33).

In altre parole Gesù non invita i cristiani a occupare le strutture su cui si regge la società , ma ad essere presenti per "dare sapore", per "dilatarle", per fare in modo che diventino sempre più umane, più attente a che si realizzi la dignità di ogni uomo. I cristiani non si riconoscono per la loro forte presenza in ogni luogo di potere, ma per il loro essere attenti, sensibili e solleciti ai bisogni e alle necessità di tutti gli esclusi della società , come è ben chiarito al capitolo 25 di Matteo: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero straniero e mi avete accolto"¦»

Oggi c"è una chiesa più attenta ai diritti delle persone; non è certamente arrivata ad essere perfetta, ma pur tra contraddizioni e qualche passo indietro, sta compiendo un cammino di vera conversione. C"è una strada ancora lunga da percorrere - e il cammino continuerà fino a quando esisterà l"uomo sulla terra - ma davanti sta sempre il meglio. Ed è possibile avvicinarsi sempre di più.

 

 



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