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Quo vadis cultura?

mar 28 mag 2024 08:05 • Dalla redazione

Verso un"ottica di impresa

TRENTO. Due, i grandi pilastri della cultura italiana che reggono l"Italia, per il Ministro della Cultura, intervenuto al Festival dell"Economia di Trento: i musei e l"editoria. Considerando il nostro Paese come una super potenza, non in senso geopolitico, ma storico, anche la cultura diventa occasione di sviluppo socio-economico. Per farlo, occorre, da un lato, la valorizzazione dei patrimoni, dall"altro un"ottica competitiva e imprenditoriale, che guardi tanto alla digitalizzazione dei beni (uno su tutti quelli editoriali), quanto a una gestione manageriale degli spazi culturali: i musei in primis, per il Ministro, diventano così vere e proprie aziende, capaci di generare un utile con ricadute in termini di filiera industriale e di occupazione, ma anche ridistribuibili in chiave di solidarietà interna.

Se l"unicità dell"Italia sta, per il Ministro, tutta nel mix di civiltà che le hanno dato, nel tempo, forma e sfumature, il dovere è oggi "“ e ancor più domani "“ quello di coltivare e valorizzare il patrimonio. Si parte allora dai musei, considerati veri e propri gioielli, da riscoprire (come Palazzo Citterio a Milano), ampliare nelle loro dimensioni (come gli Uffizi) e spingere (tutti indistintamente) in una direzione di reale competitività d"impresa, a partire dal delicato processo della digitalizzazione. Un processo che spetta e tocca anche al mondo dell"editoria, altro grande pilastro della cultura italiana secondo il Ministro, sulla quale ci deve essere un importante cambio di atteggiamento e di passo: non più biblioteche intese come meri depositi di libri, ma spazi di interazione, scambio, incontro e multimedialità definibili "public library".

Ma incrementare questo soft power italiano, vuol dire anche creare più rete di diffusione delle opere, attraverso accordi internazionali mirati; potenziare il "welfare museale" (per esempio la gratuità degli ingressi per le fasce più anziane della popolazione, soprattutto in alcuni Comuni in cui ancora non è applicata); salvaguardare valori e unicità . In particolare, da valorizzare, saranno dunque l"identità dei territori, intesa come quei beni che identificano ogni singolo Comune, nonché gli spazi periferici: la cultura "“ per il Ministro "“ non è infatti un valore proprio solo dei luoghi vissuti dall" "intellighenzia", ma di ogni dove, e l"obiettivo da perseguire è quello di avere un teatro, un cinema, un museo e una "public library" in ogni Comune italiano. La cultura, del resto, è uno dei fattori che determinano la qualità della vita.

Attualmente in un momento felice e proficuo, la cultura italiana, è capace di guardare avanti, il che si traduce "“ come ha concluso nel suo intervento al Festival, il Ministro "“ in uno sguardo verso il contemporaneo: da un lato, dunque, l"incentivo all"arte contemporanea, da perseguire attraverso la creazione di residenze artistiche in città medio-grandi, ai fini di "creare il passato del futuro", dall"altro anche un"attenzione verso il cambiamento climatico, che necessariamente, oggi, deve essere studiato, per comprendere quali impatti avrà sui beni culturali del nostro Paese.

 



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