ven 31 gen 2020 • By: Alberto Mosca
Quello del raccoglitore è un tipo antropologico vecchio come il mondo
Quando si parla di futuro del collezionismo, le parole ricorrenti sono giovani, cultura, passione.
Elementi che da un lato mostrano l’eterno problema del ricambio generazionale e dall’altro alimentano la convinzione che il collezionismo fa parte dell’uomo e pertanto non morirà mai.
Cambierà forma e pelle, oggetti del desiderio, ambiti in cui svilupparsi e nuove forme di socializzazione, trasfigurando sé stesso.
Certo è che si tratta di un mondo a parte, con i suoi riti e le sue regole, in cui, davvero l’elemento culturale e talvolta maniacale è preponderante: non a caso c’è chi raccoglie opere d’arte da milioni di euro e chi va matto per le bustine di zucchero del bar.
In mezzo c’è proprio di tutto, infiniti universi che comunicano e, aldilà dei soldi movimentati, spiegano qualcosa di intimo dell’animo umano. Quello del raccoglitore è un tipo antropologico vecchio come il mondo, che cerca cose che gli piacciono e le usa per abbellire la propria vita, al di là dello status symbol o dall’investimento che ne può derivare.
Pensiamo al collezionismo vivo nell’antichità classica e nel medioevo, alle straordinarie Wunderkammer dell’età moderna, spesso nucleo fondante dei musei di oggi.
Il gusto collezionistico, in parallelo a quello per l’esotico, lo straordinario, il bizzarro, ha contrassegnato i secoli, arrivando vivo, seppure acciaccato, anche ai giorni nostri.
Per questo bene fanno gli interlocutori da noi coinvolti in questo forum di fine anno, a sottolineare che, alla fine, che conta è l’approccio culturale, la curiosità di sapere qualcosa di più su noi stessi e il mondo, anche grazie ad un foglietto colorato, un tondello metallico, una raffigurazione artistica, sia essa un quadro o una cartolina.
Quello che deve mutare è il modo di fare le cose: coinvolgendo nuove leve con gli strumenti di oggi, tramite nuovi linguaggi, una nuova comunicazione, nuove sensibilità .
Quella collezionistica è davvero una grande famiglia, che tuttavia ha tanti nonni, zii e papà , ma pochi figli e nipoti. Senza contare l’apporto femminile: storicamente il collezionismo è un tratto tipicamente maschile, le ragazze sono meno coinvolte da questo tipo di passioni, ma forse è giunta l’ora che il loro apporto cresca e porti valore al movimento in generale.
Spesso poi, è una certa dose di autoreferenzialità a scoraggiare l’ingresso di nuove leve, in un momento in cui invece l’apertura e la capacità di scommettere diventa strategica.
La voglia di conoscenza, di raccontare e ascoltare storie, di arricchire la vita con cose belle è parte della natura umana e va al di là delle contingenze e delle mode.
Ma è indubbio che il modo in cui i ragazzi di oggi si rapportano con la cultura in generale è cambiato: cambiamo con esso. In questi giorni collezioneremo anche auguri e buoni propositi: ci associamo anche noi di NOS, con un pensiero affettuoso e fiducioso, per un Buon Natale e un 2020 da collezione.
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