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Trenta Venti

gio 20 feb 2020 • By: Elisa Rita Gelsomino

Differenziare, sempre! Una responsabilità che abbiamo verso il nostro pianeta

Nel forum del primo numero di questo 2020, si parla di differenziata. Tema caldo che ha a che fare con quello ancora più delicato della gestione e conservazione del nostro pianeta. Per molti qualcosa che viene preso sottogamba, intriso di allarmismi e mezze verità. Per altri scelta e scopo di vita, missione da portare avanti anche per nome e conto di chi non ha voce in capitolo. Che rientriamo nella categoria dei fanatici o degli scettici della questione ecologia, la gestione dei rifiuti e la differenziata conseguente è una pratica che ci prende tutti in quanto cittadini, poiché è da tempo che, paese che vai, smistamento che trovi. Quale similitudine migliore? Primo numero, gennaio come precetto di buoni propositi, allora perché non fare una raccolta differenziata?

Vi porto simpaticamente verso una piccola guida “pratica” per imparare a differenziare, mettere da parte o buttare via per sempre! Cosa? Non solo i rifiuti, ma quello che di superfluo e tossico abbiamo nelle nostre vite. Non possiamo di certo applicare questo alle persone, ma gestire i nostri comportamenti e veicolare le nostre emozioni, sì! La prima cosa che vi chiedo di fare e di rispondere a due semplici domande:

Ne ho bisogno? Mi fa stare bene? Le risposte possibili sono, quindi o si o no. Se abbiamo due bei no, non c’è da pensarci troppo su. Buttare e chiudere il coperchio. Presto fatto se ottengo anche due bei sì! Metto davanti, pronte all’uso. La difficoltà arriva se abbiamo un sì e un no. Decliniamo le possibilità, una è che mi fa stare bene ma non ne ho bisogno. Quante cose ci fanno stare bene, di cui non abbiamo bisogno? Innumerevoli! Partiamo da un banale dolcetto post pasto. Difficile che non faccia stare bene, ma se non ne ho bisogno, come mi devo regolare? Buttare via per sempre? Forse no! Io proporrei un processo di autogestione. Se una cosa mi fa stare bene ma non ne ho bisogno, si può stabilire una regola, metto da parte per un po’, “uso” una volta ogni tento osservando come questo mi fa stare. Non eccedo ma non rinuncio. Altra ipotesi, non mi fa stare bene ma ne ho bisogno. Qui entriamo in un terreno delicato, per esempio quello legato alle dipendenze e agli abusi di sostanze in generale. Proviamo a ragionare, restiamo su un vizio famoso, il fumo di sigaretta. La maggior parte dei fumatori potrebbe dire che fumare gli fa stare bene, ma io dico, fa anche bene? Se, con razionalità ci si ragiona su, possiamo di certo affermare che fumare non fa star bene, ha creato una dipendenza per cui non si riesce a farne a meno e se ne ha bisogno. Sarebbe semplice dire di buttare via per sempre, ma se fosse così, non esisterebbero né vizi né dipendenze. Primo passo è la consapevolezza, se appuro che ne ho bisogno e non mi fa stare bene, posso fare un elenco di pro e contro rispetto all’uso o meno di quella cosa. Stilata la lista, devo capire se posso farcela da solo. Se non riesco da solo, chiedo aiuto: ad un familiare, a un medico, al consultorio, ad un amico o ad un adulto in generale se sono giovane. Terzo passo è la costanza. Tenere a mente l’obiettivo e non restale soli nell’affrontare il viaggio. Altra, e ultima condizione indispensabile, è la forza di volontà, quella mera e ceca, basata quasi su un atto di fede. La ricetta è questa, e se vogliamo la stessa guida potremmo tenerla a mente per la stessa raccolta differenziata pura, anzi sulla cura del nostro pianeta. Qui però ancora di più necessita un atto di fede estrema. Prestiamo attenzione al nostro pianeta, facciamo caso agli sprechi, differenziamo con consapevolezza e non abusiamo di plastica e co. Nella migliore delle ipotesi cosa succederà? Ordine e pulizia. Ma nella peggiore? Avremo preservato il mondo per tutti quelli che dopo di noi verranno, sopravvivere ma soprattutto vivere fino al 3020 e oltre!


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