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Che ne sarà di noi?

mer 18 nov 2020 • By: Elisa Rita Gelsomino

Generazione X, Millennial, Baby Boomers, Generazione Z a confronto

Una delle attività più complesse del nostro tempo è legata alla ricerca di un lavoro. Viviamo la nostra vita legata inevitabilmente alla ricerca di un’occupazione, perché il lavoro non solo è la fonte del nostro guadagno, ma ancora di più è qualcosa che definisce chi siamo, non solo ciò che facciamo. Definisce noi stessi nella misura in cui, la società e noi per primi, attribuiamo ad esso un valore. Questo valore è legato alla nostra cultura, alla nostra educazione e non di meno alla generazione alla quale apparteniamo, che in base all’esperienze vissute, sancisce caratteristiche ed emozioni.

I nati nella mia generazione, tra il 1980 e il 2000 vengono chiamati con Millennial Generation o Net Generation o generazione Y. Caratterizzati da una familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali, siamo la generazione che non è nata con internet, ma la rete la conosce e comprende, poiché cresciuti da un certo punto in poi, insieme. Visti come la generazione della precarietà, della ricerca ossessiva del posto fisso. Siamo spesso dei giovani adulti tagliati fuori dal mondo del lavoro, che ci ha visti classificati da qualcuno come “bamboccioni”. Siamo stati teorizzati dagli storici William Strauss e Neil Howe alla fine degli anni Ottanta. Conserviamo un forte senso del dovere e restiamo molto legati alla patria d'origine.

La generazione prima della mia è quella chiamata generazione X. Il termine è utilizzato nella demografia, nelle scienze sociali, e nel marketing, sebbene molto comune nell’uso popolare. A questa generazione appartengono i nati tra il 1965 ed il 1980 che hanno vissuto eventi storici epocali come la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda. A causa di questi fattori, la generazione X è generalmente identificata dalla mancanza di ottimismo nel futuro, dallo scetticismo, dalla sfiducia nei valori tradizionali e nelle istituzioni. Una caratteristica che definisce gli appartenenti a questa generazione è la riduzione delle nascite tra il 1964 e il 1979, conseguente al baby boom tra il 1945 e il 1963. Una generazione definita da alcuni “invisibile” piccola, inserita nella ricostruzione attuata dai figli del baby boom, che gli valse il titolo di "X", proprio a rappresentarne la mancanza di un'identità sociale definita.

Con il termine Baby Boomers, dunque, vengono comunemente indicate persone nate in Nord America o in Europa tra il 1946 e il 1964, ovvero durante il periodo del notevole aumento demografico avvenuto in quegli anni, noto appunto, con il termine inglese di baby boom, che proseguì parallelo al boom economico registrato in questi paesi nel secondo dopoguerra. I nati di questa generazione hanno fatto rivoluzioni culturali, lotte per i diritti civili, hanno appartenuto al movimento hippie, alla rivoluzione sessuale, al pacifismo, al femminismo e al rock! Sono tipicamente considerati orientati al lavoro e alla carriera, ambiziosi, con redditi mediamente elevati, ma anche con una grande predisposizione al risparmio. È la prima generazione attenta alla forma fisica. Generazione che, secondo gran parte dell’opinione pubblica, ha rovinato i propri figli, crescendoli nel mito del “puoi avere tutto quello che vuoi”, senza capire che il mondo nel frattempo era cambiato, che la certezza si era trasformata in precarietà. Oggi hanno una nuova vita social, la maggior parte di loro ha un profilo Facebook o conosce abbastanza bene il mondo digitale.

Infine, l’ultima generazione è la Z, la più recente e attuale. Appartengono ad essa i nati tra fine anni novanta e il 2010 e sono la prima generazione totalmente nativa digitale. Nati e cresciuti con un diffuso utilizzo di Internet, sono per questo considerati come avvezzi all'uso della tecnologia e dei social media, che incidono per una parte significativa nel loro processo di socializzazione. Sono il target del futuro, la prima generazione della storia che le cose le fa, forse anche le cambia, attraverso gli smart-phone. A prescindere da quale sia la nostra generazione di appartenenza, quello che ci contraddistingue di più, oltre agli usi e costumi, sono le nostre esperienze vissute. Potremmo sentirci al di là delle nostre date di nascita, più o meno vicini alla nostra o alla altrui generazione, ma a prescindere da quello che dichiara la nostra carta d’identità, tutti prima o poi ci siamo chiesti o ci chiederemo: che ne sarà di noi? Difficile, per fortuna, avere la risposta giusta!


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