Skin ADV

Il Talento cooperativo: come trasformare la crisi in un’opportunità di sviluppo?

gio 31 dic 2020 • By: Moira Barbacovi

Dialogo con il professor Carlo Borzaga dell’Ateneo di Trento

Natale 2020: giunge dopo un anno di sfide imposte da una pandemia, che non è solo crisi sanitaria, ma anche sociale ed economica. Ha svilito l’umore, ridotto l’energia psico-fisica, compresso la produttività; la paura ci stringe costantemente il cuore.

Come affrontare tale situazione d’incertezza in modo da trasformarla in opportunità di sviluppo?

Il prof. Carlo Borzaga, studioso, esperto di cooperazione, co-fondatore di Villa Sant’Ignazio, pioniera della cooperazione sociale nazionale, presidente di Euricse e professore senior di politica economica presso l’Università di Trento, ci ha donato il suo contributo per trovare una possibile risposta.

Le sue riflessioni s’ispirano a un profondo sapere, alle esperienze personali, al confronto con esperti di livello nazionale e internazionale, alla passione per il nostro territorio e per il suo sviluppo di cui ne segue le evoluzioni. Sono insegnamenti che potrebbero individuare una possibile via d’uscita e scoprire quali forze albergano in noi per percorrerla al meglio.

 Quali sono le sfide imponenti affrontate con successo?

Sin dal 1400, in risposta alle asperità del territorio e alla necessità di utilizzo delle risorse comuni, quali il legno, le Comunità hanno sviluppato le Carte di Regola: principi di governance che hanno consentito la gestione di una proprietà collettiva per la sopravvivenza, preservando l’ambiente dallo sfruttamento.

Nell’Ottocento è nata la Cassa Rurale: forma di impresa generata per consentire ai contadini, molto poveri, di prendere denaro a credito. Impresa di imprenditori, non di risparmiatori! Un tratto inedito reso possibile dall’idea geniale di Raiffeisen - poi applicata in Trentino da Don Guetti - di introdurre  la regola della responsabilità illimitata.

Dopo la seconda guerra mondiale, i produttori agricoli non potevano più limitarsi ad una agricoltura di sussistenza, dovevano aprirsi ai mercati. L’esperienza pregressa portò alla creazione delle cooperative agricole, consentendo a migliaia di piccole aziende di diventare player globali in mercati altamente competitivi.

In seguito alla crisi economica e sociale del decennio 1960-70 nacque una delle prime cooperative innovative, costituite soprattutto da volontari, per operare in ambito sociale: Villa Sant’Ignazio.

Accanto alla cooperazione, si deve poi pensare a tutto il tema del volontariato: non è solo la cooperativa, è tutto il movimento delle persone che si impegnano per la comunità!

Se si cominciasse ad analizzare l’esperienza da questo punto di vista, si capirebbe molto di più del nostro territorio e si riuscirebbe a impostare strategie migliori per il futuro. Si alimenterebbero le caratteristiche costruttive, evitando elementi di disarticolazione, che snaturerebbero verso una predominanza della competizione.

 Quali abilità in questa storia di successo?

Il focus, in termini di talento, risiede nel riconoscere la capacità dei Trentini, e in particolare degli Anauni, di cooperare nelle diverse forme, dagli Usi Civici alla Cooperazione, al Volontariato e di trovare soluzioni innovative e stabili ai propri problemi. Forme organizzate che non sono di facile intuizione o gestione, né di semplice interpretazione, e spesso sminuite. Invece, queste esperienze dal basso, frutto del lavoro e dell’intelligenza dei cittadini e delle comunità, sono fondamentali: un modo diverso di gestire le attività economiche, su base cooperativa. È il mezzo con cui le persone si aiutano, riuscendo ad affrontare problemi che da soli sarebbe impossibile, con il rischio di non sopravvivere in zone complicate e difficili come la montagna.

 Quali i possibili ostacoli e come superarli?

Anche la Cooperazione ha momenti di difficoltà come i normali contrasti interni e i personalismi. Tuttavia, se non si esasperano gli errori, se non si guarda solo ai singoli episodi ma alla storia lunga, si vede che l’elemento cooperativo prevale. Altro problema è quello del comportamento opportunistico: se anche uno solo sgarra, tutti sono incentivati a sgarraro. E’ fondamentale controllare tali comportamenti ed essere severi.

Inoltre la Cooperazione ha bisogno di processi lunghi; di contro, va tenuto presente che consente di gestire cose molto complesse.

Infine è da considerare il fatto dell’esposizione ai numerosi stimoli che vedono nel mercato e nella competizione, nella finanza e nel privato l’eccellenza; non si può tuttavia dimenticare il proprio substrato culturale nel progettare il futuro.

 Le riflessioni del professor Borzaga sono un regalo prezioso perché infondono la consapevolezza di abitare una Terra che, da sempre, è riuscita a valorizzare la Comunità e i legami virtuosi tra le persone, come base per la crescita economica e per il benessere. Alimentano la speranza nel vedere che, nelle difficoltà strutturali del territorio, così come in quelle sociali ed economiche, sappiamo cogliere le opportunità, non ci soffermiamo sugli ostacoli. Questo permette di ingegnarci e auto-superarci nel conseguimento del bene comune.

Continuare a valorizzare l’afflato cooperativo, promuovere comportamenti costruttivi e benefici, neutralizzare istinti distruttivi sono scelte che coltivano lo stato d’animo ideale per liberare quella creatività che emerge solo quando si butta il cuore oltre l’ostacolo, tutti insieme. Assumere questa chiave di lettura ci permette di sentire la vicinanza dell’altro, la fiducia, la solidarietà. Ci aiuta a dare valore alle relazioni, ai sentimenti che le animano, a sentire nella forza comune una risorsa per affrontare una prova che è collettiva, non solo individuale.


Riproduzione riservata ©

indietro