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Siccità: se e quando ne usciremo?

sab 25 feb 2023 12:02 • By: Giacomo Poletti

Mancano il 20% delle precipitazioni dell’ultimo biennio. Forse risolverà il Niño

Che ci sia la siccità non serve più nemmeno scriverlo, tanti sono i segni visibili (a partire dai 30 metri d'acqua mancanti al lago di Santa Giustina): è da capire, piuttosto, se e quando ne usciremo, riprendendo a piovere normalmente dopo due anni di notevole deficit.

Mancano infatti all'appello a Trento circa 350 millimetri rispetto ai 1873 che sarebbero dovuti cadere negli ultimi due anni, una carenza del 20% circa; anche per le valli del Noce la statistica è simile, grazie a qualche temporale che ha rimpinguato i totali, ma l'associazione con le alte temperature costanti ha acuito la crisi a partire dai ghiacciai, attualmente ricoperti da poche decine di centimetri di neve dopo un'estate di fuoco, mentre il freddo assente sta portando a un precoce risveglio del melo.

Va peraltro aggiunto che un deficit ben maggiore lo si registra nel sud della Provincia, sulle prime Prealpi e nella zona degli altopiani di Lavarone, Folgaria e in Valsugana, dove manca addirittura il 35% dell'acqua dell'ultimo biennio.

Partiamo allora subito dalle previsioni a breve e medio termine: butta male, purtroppo. Fino a domenica 5 marzo compresa non c'è trippa per gatti. Le valli di Non e Sole, ma sostanzialmente tutta la Regione, resteranno a secco e i modelli, quando si tratta di prevedere le alte pressioni, sono dei cecchini.

Al-lago-di-santa-Giustina-mancano-30-metri

Non resta allora che provare a spingersi oltre, per capire se cambierà qualcosa. Esistono infatti prodotti di previsione che valutano le anomalie di alcuni parametri, come le precipitazioni, per le successive 3-4 settimane con una discreta affidabilità.

Anche in questo caso purtroppo le notizie non sono buone. Assodato che fino a domenica 5 non vedremo piovere, la settimana 6-12 marzo (vedi immagine) sembra essere favorevole sì a piogge e nevicate oltre la media ma non da noi, bensì al di là delle Alpi, su Germania e Austria. Un brutto segnale, poiché con simili configurazioni solitamente il Trentino resta sottovento (fӧhn) e non vede particolari episodi piovosi. Spingendosi oltre – pur perdendo in affidabilità per la distanza temporale – il modello europeo Ecmwf vedrebbe un'altra settimana con precipitazioni sopra media oltralpe (parliamo del 13-19 marzo) mentre, per il 20-26 marzo, non si vedono forti anomalie ed è quindi presumibile la possibilità di vedere delle piogge.

A livello del tutto generale, infine, è interessante citare le "teleconnessioni", delle correlazioni fra fenomeni a grande scala nel mondo e il tipo di tempo ricorrente su alcune aree. Per essere più chiari, è il caso ad esempio dell'oscillazione Nino/Nina nell'Oceano Pacifico che può avere influenze anche a grande distanza, sebbene per l'Europa questi effetti non siano sempre ben rilevabili. Questo ciclo, irregolare e della lunghezza di mesi o anni, è in grado di riscaldare vastissime porzioni superficiali dell'oceano (Nino) con ripercussioni sul clima di tutto il pianeta. Il fenomeno opposto (Niña) vede il raffreddamento anomalo delle acque ed è anch'esso correlato a situazioni ricorrenti in alcune parti del pianeta, Americhe in primis.

A livello statistico, in Trentino solitamente gli anni con la Nina risultano secchi: e la Niña è presente in maniera intensa proprio da un paio d'anni. Il 2023 sta per portare però una novità: la Niña, secondo previsioni in questo caso piuttosto affidabili, lascerà il posto nei prossimi mesi dapprima a una fase neutra, poi, nel secondo semestre dell'anno, al probabile ritorno di un blando Niño.

E, udite udite, di solito gli anni più piovosi in Trentino sono correlati proprio con il Niño. Chissà quindi che le piogge in grande stile non possano tornare da fine estate/autunno di quest'anno. Non resta che aspettare, e attrezzarsi al massimo per far fronte a una potenziale siccità molto problematica.



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