Skin ADV
Le sfide del 2021: ambiente, cultura, economia, politica, salute, sport

Fuksas: «Le città del futuro saranno dei piccoli centri diffusi»

ven 15 gen 2021 11:01 • By: Lorena Stablum

Come, secondo l’architetto romano, di origini lituane, l’architettura aiuterà a vivere meglio

L'architetto Fuksas (ph. Gianmarco Chieregato)

Nuovi spazi urbani, case più vivibili e a misura d’uomo. Architetto visionario, di fama internazionale, Massimiliano Fuksas ragiona su quali saranno le sfide di domani in architettura: dalla pandemia, che impone di creare nuovi habitat e di ripensare il concetto stesso di socialità, alla ricoperta dei piccoli centri urbani, tecnologicamente avanzati, che saranno il modello, dice, delle città del futuro. Nato a Roma ma con con origini lituane, Massimiliano Fuksas, a 76 anni, ha lasciato in tutto il mondo tracce del suo talento. Con la moglie Doriana, condivide il lavoro negli studi di Roma, Parigi e Shenzhen.

Quali sono oggi i trend che influenzano l’architettura?

È fondamentale integrare nelle nuove costruzioni soluzioni tecnologicamente innovative per ridurre al massimo l'impatto ambientale; il lavoro del nostro studio si concentra su questa prospettiva fin dalle prime fasi di progettazione. Orientamento, sistemi di produzione energetica altamente sostenibili, verde pubblico integrato nello spazio costruito, impianti di nuova tecnologia e potenziamento dei sistemi di mobilità pedonale e ciclabile devono essere gli obiettivi principali dei futuri progetti urbani.

Autoroen Aprile

Le nostre città devono rispondere con una nuova architettura ai messaggi di aiuto che il pianeta continua a mandarci.

Quali sono le sfide più importanti che attendono le città del futuro?

Immagino che la città del futuro non sarà una megalopoli ma un piccolo centro diffuso, frammentato sul territorio con una rete digitale e tecnologica moderna, con infrastrutture e case compatibili con le nuove esigenze abitative. Architetture semplici e funzionali, utili all’uomo e alle sue nuove esigenze di vivere edifici e spazio pubblico.

E come si costruirà o si dovrebbe costruire in montagna?

Credo che i principi debbano essere gli stessi. È fondamentale dotare anche le piccole realtà urbane di infrastrutture moderne e costruzioni che considerino l’innovazione in tutti i campi: digitale, infrastrutturale, tecnica e artistico. C’è un enorme potenzialità nelle piccole realtà territoriali che, se ben gestite, possono diventare esempi concreti di efficienza e innovazione.

Secondo lei, la pandemia cambierà il modo di progettare?

Credo che dopo la pandemia cambierà soprattutto il nostro modo di vivere la socialità, la città e la casa e, inevitabilmente, il nostro modo di progettare.

Shenzhen Bao'An International Airport (ph. Leonardo Finotti)

In questo senso ritengo che il ruolo dell’architettura sia quanto mai determinante per poter dotare le persone di nuovi spazi urbani, case più vivibili e a misura d’uomo. Ci siamo tutti trovati spiazzati ed impreparati ad affrontare questa emergenza, la vera rivoluzione riguarderà soprattutto l’abitare. Sono anni che io e Doriana, mia partner nel lavoro e nella vita, ragioniamo sulla flessibilità degli spazi, sulla necessità di creare luoghi che possano essere trasformati in base al cambiamento delle esigenze di chi li abita. Forse saremo più pronti nel futuro ad affrontare simili emergenze perché abbiamo avuto “l’occasione” di capire che c’era qualcosa che non funzionava prima.

I progetti infrastrutturali richiedono, da un lato, il sostegno della politica attraverso scelte consapevoli, e dall’altro, importanti apporti di capitale. Come si conciliano i due aspetti? Come scegliere su quali progetti vale la pena investire?

 L’investimento deve concentrarsi su progetti direttamente legati alla comunità, che coniughino sostenibilità ambientale, spazio pubblico, innovazione e inclusività.


New Eur Rome Convention Center La Nuvola (ph. Maurizio Marcato)

Riproduzione riservata ©

indietro


Ti potrebbe interessare anche...