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Uomini e bestie, una lunga storia di amore e odio

Un giorno da marmotta

sab 08 ago 2020 17:08 • By: Bogna Sudolska *

Se potesse parlare, cosa racconterebbe questo simpatico animaletto?

Una famiglia di marmotte, Archivio Parco Nazionale dello Stelvio

Che bellezza questo sole, finalmente posso godermi il meritato riposo. Ho avuto tanto da fare ultimamente: non ho fatto in tempo a svegliarmi dal letargo che subito è stato il momento di corteggiare la mia compagna. Che bel periodo, ma che fatica! Non ho più energia. E ora ci sono anche i piccoli. Non stanno mai tranquilli: giocano molto, capriole, spintoni, a volte litigano e sono troppo curiosi, si muovono in continuazione. La settimana scorsa, il più piccolo si è spinto fino alla strada. Mi ha disobbedito. Sa bene che non deve andarci, è uno dei posti più pericolosi. In questo periodo, qui sulla strada dello Stelvio, le macchine sono tante, creano una scia continua. E quanto sono veloci! È impossibile attraversare. Non passa giorno in cui non sentiamo di qualcuno che viene investito. Ma le persone non possono spostarsi a piedi? O, almeno, che rallentino! Perché corrono sempre? Dove vanno?! Senza parlare poi del rumore. Proprio quando cerco di godermi il mio riposo, la tranquillità dei pascoli intorno alla tana, ecco che “VRUUUUUMMMMMM”, boati e rombi che neanche il peggiore dei temporali.

Se non ci fosse la strada, sarebbe un vero paradiso. Guardate in che bel posto vivo, montagne, prati, buonissimi fiori e deliziose erbe da mangiare.

Persino i vicini non sono male. Vado d’accordo con tutti, tranne con quello che ieri è entrato nel mio territorio. Che sfacciato! Ma si è preso quello che meritava: qualche spinta, qualche pugno e ha capito quale fosse il suo posto.

Aspettate, vedo arrivare qualcuno. Si avvicina sempre di più! Sono ancora uomini. Meglio avvertire tutti i vicini. E ora scappo a nascondermi. Veloce, veloce! Gli uomini non mi fanno molta paura, ma non mi fido. Preferisco aspettare in tana finché non se ne vanno. I cani sì, invece, mi terrorizzano. Si muovono liberi, rincorrono i miei figli, scavano e distruggono le nostre tane e, a volte, accade il peggio!

Gli uomini sono andati via, posso uscire di nuovo.

Posso tornare a dormire sul mio sasso preferito. Dovrei anche mangiare qualcosa.  Durante il letargo sono dimagrito tanto, non ho più la pancia di una volta. Se non ingrasso non sopravviverò all’inverno. Ecco, quei fiori gialli sembrano perfetti. Ora vado a prenderli. No, attenzione! Ho visto un’ombra muoversi. Non si può mai stare tranquilli. Guardate in alto, sta volando qualcosa. È un’aquila?! No, per fortuna è solo un gipeto che controlla la situazione! I gipeti sono grandi e sembrano minacciosi, ma non mi spaventano, so che cercano solo carcasse e ossa.

Che giornata calda è stata oggi! Sta diventando troppo anche per me. Ai miei tempi non era così. Il clima sta cambiando. L’estate sta diventando insopportabile. Ma cosa succederà in futuro?! Chi lo sa?! Sono preoccupato. Alcuni dicono che si vivrà meglio, avremo estati più lunghe e più tempo per cercare cibo, altri dicono che gli inverni troppo caldi ci daranno problemi durante il letargo. Dovremo trasferirci? Dovremo cambiare i nostri ritmi? Non voglio pensarci ora, il sole sta tramontando, sta diventando buio e freddo. Meglio rientrare in tana. Prima di riaddormentarmi, ripenso alla giornata piena di preoccupazioni che ho avuto e al mio futuro. Tra qualche mese dovrò costruire la tana e prepararmi per l’inverno, sarà un duro lavoro, ma per ora posso ancora riposare. Ogni momento dell’anno ha i suoi impegni, ma anche le sue bellezze. Dopo momenti di fatica, arrivano anche quelli di tranquillità. Bisogna rispettare il corso delle stagioni, della natura, della vita. Ogni cosa deve essere fatta al momento opportuno. 


* Bogna Sudolska è ricercatrice del Parco Nazionale dello Stelvio



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