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Uomini e bestie, una lunga storia di amore e odio

Allevatori, preoccupano orsi e lupi

lun 10 ago 2020 11:08 • By: Sergio Zanella

Lorenzo Andreotti: «C'è chi preferisce non portare il bestiame in malga»

«Non esistono animali di serie a e di serie b». Con questo laconico commento Lorenzo Andreotti, presidente dell'Unione allevatori Val di Sole, richiama l'attenzione sul sempre annoso tema della convivenza tra il mondo dell’allevamento e i grandi carnivori. Quando infatti a fine giugno il bestiame sale in malga, per gli allevatori, contrariamente a quanto si pensa, i problemi aumentano. Dividersi tra lo sfalcio in fondovalle e il controllo del bestiame monticato non è infatti una cosa semplice e, con il ritorno dei grandi carnivori, i grattacapi di certo aumentano.

Presidente Andreotti, come giudica la convivenza tra gli allevatori e la fauna selvatica?

Per quanto ci riguarda gli unici animali che causano dei problemi sono orso e lupo, con gli altri animali la convivenza è assolutamente pacifica. Le problematiche relative ai grandi carnivori sono presenti durante i soli mesi estivi quando le vacche escono dalla stalla per andare al pascolo, tuttavia tra gli allevatori c’è chi ormai vive questa situazione con grande ansia.

Si può dire che la tradizionale pratica dell’alpeggio sia a rischio?

A rischio è una parola pesante, ma di certo c’è chi, specialmente quando si parla di esemplari giovani, preferisce tenere il bestiame a casa piuttosto che mandarlo in malga.

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Le vitelle e le manze più giovani sono infatti quelle che vivono con più stress le prime settimane di malga e al minimo segnale di presenza dei grandi carnivori finiscono per scappare e mettersi in situazioni pericolose. Questo problema l’ho vissuto sulla mia pelle: qualche anno fa in una sola estate ho perso quattro manze che, scappando da un orso, sono morte scivolate in un canalone. E in questo caso il danno non mi fu nemmeno rimborsato visto che non c’era l’evidente segno di attacco dell’orso.

In questo primo mese di alpeggio ci sono stati danni al bestiame presente nel territorio solandro?

Che io sappia al momento no. Però di certo i pastori in malga vivono l’alpeggio con qualche ansia in più rispetto al passato. In altri posti del Trentino, dove la presenza del lupo è più consistente, la situazione è assai peggiore, ma sono certo che le cose saranno sempre più difficili anche da noi se non si predisporranno in tempi rapidi determinate contromisure.

Quali possono essere delle valide contromisure a questo problema?

Di certo non l’uso di reti elettrificate per il pascolo o dei cani di guardiania. Queste due soluzioni possono essere adottare da chi lavora con le pecore, ma non certo con le vacche, animali meno abituati a stare in gregge e che hanno bisogno di superfici molto più ampie da pascolare. Qualora dovessimo recintare l’intero pascolo di una malga andremo di fronte a una spesa davvero insostenibile a livello di tempo e soldi. Bisogna rendersi conto che l’unica soluzione è bloccare gli esemplari di orsi più propensi ad attaccare il bestiame. Dico questo pensando che questa soluzione possa anche essere una forma di tutela verso le decine di orsi che non causano alcun problema. Non bisogna essere degli estremisti: esistono le mezze misure ed è giusto agire per tutelare gli interessi di tutti. Non esistono animali di serie a e di serie b: le vacche che vivono all’aria aperta hanno lo stesso diritto di vivere di un orso o di un lupo.

 



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