MALÉ. Il Comitato Insieme per Andrea Papi risponde alle associazioni ambientaliste che avevano nei giorni scorsi bollato il referendum sui grandi carnivori in Val di Sole del prossimo 27 ottobre come un’iniziativa meramente illusoria, fonte di spreco di denaro pubblico, incapace di dare risposte concrete. Il Comitato perciò, risponde in un comunicato come segue:
“La consultazione popolare è espressione di autentica e sana democrazia, ancora più se questo strumento è esercitato nell’ambito di una Provincia autonoma nella quale l’autogoverno responsabile e la partecipazione popolare ne costituiscono la base morale e sociale. La gente del Trentino ha subìto, al momento dell’approvazione irresponsabile del Life Ursus, una usurpazione delle proprietà collettive, che sono i luoghi nei quali la popolazione delle Valli vive e delle quali è proprietaria, così come della libertà di fruire dei propri beni in sicurezza com’è sempre stato fino a qualche anno fa. Questa privazione della libertà, diritto che non ha prezzo, non è stata tolta solo ai valligiani ma anche alle molte persone che nelle nostre Valli trovano ospitalità ed accoglienza, i nostri turisti che spesso sono proprio amici di chi vive in montagna e che, non a caso durante l’estate appena finita, ci hanno espresso tutta la loro solidarietà per una condizione di privazione della libertà nella quale siamo stati relegati. Noi ormai ci consideriamo ‘una minoranza di abitanti delle Alpi senza diritti’, una minoranza di persone che lavora, che paga le tasse che poi tornano nelle casse della nostra Provincia e che, quindi, deve avere il diritto di esercitare i propri diritti. In caso contrario saremo in un regime!
Il Comitato Insieme per Andrea Papi – si legge ancora - costituito
solo da volontari veri, senza sostegni occulti, si è attivato affinché la
nostra gente, quella che in montagna vive da gennaio a dicembre, possa
esprimersi liberamente come si deve poter fare in ogni democrazia. Tutto
questo, nel pieno rispetto delle Istituzioni e con la volontà di collaborare
con loro in quanto non si può parlare di Autonomia in assenza di Democrazia. Il fatto che invece vi siano organizzazioni che cercano
di denigrare, di mettere in discussione, se non anche di ostacolare questo vero
esercizio democratico (in un periodo nel quale gli elettori che si recano alle
urne sono sempre meno) evidenzia ancora una volta la natura costrittiva, figlia
di una dittatura ideologica, del progetto di reintroduzione degli orsi.
Progetto per il quale si è contrabbandata un’accettazione che non c’è mai stata
anche se nei documenti presentati per l’Unione Europea sono state scritte delle
falsità per le quali prima o poi qualcuno dovrà rispondere. L’evidente mancanza di coscienza democratica si avverte
poi quando si mette sullo stesso piano il sondaggio con la consultazione
popolare.
Forse per questo, quando si è attivato il progetto si è fatto un
sondaggio (di cui però nessuno mostra le carte) e non una consultazione
popolare che forse era troppo pericolosa! E il sondaggio chi lo ha pagato? Invero – è la conclusione - non è accettabile l’accusa di
utilizzo indebito di denaro pubblico per dare voce alla gente quando si sono
spesi milioni di euro delle tasse dei cittadini per portare animali pericolosi
quali gli orsi da altri stati (animali che nulla hanno a che fare con la specie
preesistente), che sono stati causa della tragica uccisione di una persona,
dell’aggressione di molte altre, della privazione e della sicurezza della
popolazione. È stato forse questo il buon uso del denaro dei cittadini?” Entrando nel merito di quanto pubblicato dai giornali
locali nelle giornate di martedì 8 e mercoledì 9 ottobre 2024 circa le
dichiarazioni delle associazioni animaliste e ambientaliste sull’attivazione
della Consultazione Popolare in Val di Sole: Ai rappresentanti e/o portavoce della galassia di sigle
ambientaliste ricordiamo quindi che non si tratta di un “referendum” ma di una
“consultazione popolare” prevista dallo Statuto della Comunità della Val di
Sole. Già qui dimostrano la loro “ignoranza” e poca conoscenza del fenomeno e
di quanto sta accadendo nelle nostre valli cercando di screditare il Comitato
imputando allo stesso “l’ennesima iniziativa farsa” dimenticando che noi siamo
i veri portavoce della gente delle terre alte e non i “giullari di corte”
finanziati da potenti lobby che mirano a minare la nostra permanenza sulle
Alpi. In quanto al fatto che ci ricordino che le nostre
comunità hanno il diritto di esprimere democraticamente le proprie idee (e ci
mancherebbe che così non fosse) si ribadisce che si fa ricorso a quanto previsto
proprio dagli Statuti delle nostre Comunità e anche per quanto riguarda le
“competenze” si precisa che il nulla osta alla consultazione viene dato dalla
Conferenza dei sindaci della comunità che, in quanto sindaci, sono i massimi
responsabili della sicurezza pubblica sui loro territori.
Per quanto riguarda lo spreco di tempo, energie e denaro
pubblico si fa presente che finora il tempo e l’energia per tenere informata la
gente su quanto sta avvenendo e sulle problematiche relative alle enormi
difficoltà di convivenza con i grandi carnivori non è certo stato impiegato
dalle citate associazioni visto che le serate e le assemblee pubbliche sul
territorio sono stati strumenti partecipativi e di informazione curati proprio
dal Comitato Insieme per Andrea Papi da un anno e mezzo a questa parte. In
quanto al denaro pubblico informiamo che sia la raccolta firme propedeutica
alla Consultazione Popolare sia gli scrutatori e la disposizione dei seggi sono
garantiti da volontari e dalla grande disponibilità dei nostri Sindaci e della
Comunità della Val di Sole che ritiene di dare finalmente voce alla gente
Solandra. Consapevoli che quanto sta accadendo sia un importante
stimolo alle nostre istituzioni al fine di avviare quegli iter per soluzioni
strutturali riguardo alla presenza dei grandi carnivori sul nostro territorio
rileviamo che non possiamo essere tacciati di illudere gli abitanti delle Valli
che sono proprio quelli che vogliamo valorizzare e ai quali vogliamo dare voce.
Non è l’Europa, non è lo Stato e nemmeno la nostra Provincia Autonoma che può
obbligarci a vivere il nostro territorio secondo visioni non condivise ma bensì
norme, regolamenti e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e di cui
andiamo fieri. È quindi necessario e non illusorio promuovere tutte
quelle azioni democratiche a favore della sicurezza degli abitanti e dei loro
beni per evitare ulteriori tragedie umane oltre a quelle già avvenute.
Attendiamo quindi l’esito della consultazione popolare per avere una
documentazione certa del pensiero della nostra gente che ci sostiene proprio
perché fino ad ora, nessuno ha dato loro la possibilità di esprimersi.
