CLES. Un’interrogazione sulla variante di Cles “come la Valdastico?”: l’ha inviata all’attenzione del presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini la consigliera Paola Demagri, probabile candidata sindaca alle prossime comunali. Demagri, premettendo come “i rioni preoccupati di Cles attendono risposte”, scrive nell’interrogazione:
“Con le dovute proporzioni e a
modo suo, anche la variante di Cles è una bretella di collegamento stradale proprio
come la Valdastico. Ci pare però di capire che le similitudini si fermano qui. Se della
Valdastico si continuerà a parlare ancora per qualche decennio, le tribolazioni per questo
secondo tratto stradale, pare invece siano finalmente giunte al termine. Certo della reale
fase di avvio, la popolazione locale non possiede ancora contezza alcuna. Ma a questo
stato di cose, ormai, i clesiani si sono purtroppo abituati. Come la ben più famosa arteria
di ipotetico asfalto citata in premessa, anche quella locale raccoglie un iter piuttosto
travagliato. Il ricordo delle prime promesse – continua Demagri - va in là
ormai di qualche bel lustro. Dall’attuale governo provinciale tuttavia - nel
pieno stile populista che gli appartiene - la partenza ne è stata a più e più
riprese annunciata.
Così, si son viste nascere aree recintate dalle quali
finora sembra essere uscito più fumo negli occhi per i cittadini che gas di
scarico dai tubi di scappamento di macchine operatrici ancora desolatamente
assenti. Un po' come è successo a Pinzolo per l'omonima variante. Comunità
gemellata a Cles da una celebrativa installazione conficcata nel terreno all'entrata
del paese. Una grande piastra gialla riportante i dati di un appalto che verrà.
Una sorta di Stele ad imperitura memoria dell’indomito spirito lavorativo del
popolo trentino. Ecco – prosegue Demagri - a
onor del vero quando vennero erette queste strutture, eravamo in campagna elettorale
quella del 2023. Lo dico a chi si fosse abituato alla vista del cartello. E lo raccontiamo anche per
ricordare che nel frattempo a più e più riprese sono state molteplici le
modifiche di tracciato stradale annunciate. È per questo che di converso sono sorti
dei comitati. Persone preoccupate per quanto percepito dai media o dal gossip raccolto
ma mai realmente presentato al pubblico nel dettaglio. Persone che hanno anche tentato
di ottenere lustro dell'agenzia Provinciale degli appalti, attuale responsabile
della progettazione esecutiva. Le risposte pervenute sono apparse piuttosto
lacunose e comunque assolutamente non soddisfacenti.
Vi è poi – si legge ancora
- la questione dell'eccesso del numero di rotonde, a quanto pare previsto nel
nuovo tratto stradale, oltre che una serie di preoccupazioni sollevate dai
cittadini dei Rioni interessati, mai realmente soddisfatte. Anche l’indefessa
amministrazione comunale, da sempre prodiga di informazione e buoni rapporti
con i propri cittadini, si è letteralmente accanita nei confronti dell’ente
superiore provinciale con propri stimoli. Questo impegno però non sembra per
ora aver sortito particolari risultati. Curiosità e preoccupazioni di cittadini
singoli e organizzati in comitati spontanei, sembrano per ora perlopiù
insoddisfatte. Insomma pare proprio che da questo punto di vista sia proprio la
Provincia a latitare. Nonostante la sua politica di governo, sia sempre stata
fin troppo prodiga di conferenze stampa e comunicati, tutto, qui sembra celarsi
dietro una sorta di preoccupante silenzio. Mantenuto soprattutto per quanto
riguarda la disponibilità a offrire una rappresentazione tecnica precisa
riguardo al timing e al dettaglio progettuale delle ultime modifiche progettuali
assunte dalla stazione appaltante”.
