Oggi, nella Giornata della Memoria,
appare quanto mai doveroso alimentare la
memoria collettiva. Ce ne danno dimostrazione i numeri preoccupanti
dell"aumento di quella specie umana ignorante e pericolosa che sono i
negazionisti. Una recente ricerca Eurispes,
pubblicata nell"ottobre 2020, mostra infatti come anche in Italia i
negazionisti siano in aumento: in circa 15 anni la percentuale di chi non crede
alla verità della Shoah è passata
dal 2,7% al 15,6%, con un 16% che
sostiene che i genocidio degli ebrei "non ha fatto così tanti morti". Sono
specialmente i social network i luoghi in cui odio e intolleranza trovano modo
di diffondersi, tanto che Facebook e Twitter rimuovono i contenuti di questo
tipo. Cogliamo quindi l"occasione per
ricordare alcune figure che, nelle valli
di Non e Sole, hanno rappresentato fari di speranza e salvezza in un tempo
dominato dall"oscurità . Iniziamo questa breve rassegna con Odoardo Focherini (1907-1944), figura
luminosa che unisce le valli di Non e Sole, e nello specifico la Val di Peio di cui era originario e quella di Rumo, luogo di nascita della moglie, Maria Marchesi. Nato a Carpi, Focherini
fu giornalista, intellettuale cattolico e dirigente d"azienda, medaglia d"oro
della Repubblica italiana e Giusto tra le Nazioni di Yad Vashem: intensa fu la
sua opera a favore degli ebrei, anche dalle colonne de L"Avvenire d"Italia: arrestato, morì nel campo di concentramento di
Hersbruck. Nel 2012 papa Benedetto XVI ne riconobbe il martirio in odium fidei e nel 2013 è arrivata la sua
beatificazione. Quindi Emanuele Stablum (1895-1950), nato a Terzolas, medico nella
Congregazione dei Concezionisti, direttore dell"Istituto Dermopatico
dell"Immacolata a Roma: nel 1944 fu cofondatore dell"Associazione dei Medici
Cattolici e durante i lunghi mesi di occupazione nazista accolse e nascose nel
proprio Istituto 52 ebrei.
Dal 2001
è Giusto tra le Nazioni di Yad Vashem. È in corso il processo di per la sua
beatificazione. Ancora, mons. Guido Bortolameotti (1904-2002), originario di Vigolo Vattaro, fu
curato e parroco fino agli anni "40; poi divenne rettore del Seminario Maggiore
e quindi, dal 1955 al 1975, vicario generale della diocesi di Trento, sotto i
vescovi Carlo de Ferrari e Alessandro Maria Gottardi. Nel
1983 venne insignito, con la sua perpetua Adele
Turrini, della Medaglia del Giusto per aver salvato, negli anni in cui era
parroco a Cloz, nascondendolo in
canonica per 600 giorni, tra il 1943 e il 1945, l"ingegnere ebreo Augusto Rovighi. Non si salvò invece Caterina Zadra, nata Rapaport, russa di religione ebraica residente
a Merano: durante la guerra si rifugiò a Vervò,
paese d"origine del marito Leopoldo
Zadra: fu proprio lui a tradirla consegnandola ai nazisti, insieme
all"amica Teresa Weiss Bermann. Le
due donne furono deportate prima nel campo di Reichenau, per poi finire i propri
giorni ad Auschwitz. Ebbe lieto fine invece la storia
dell"avvocato meranese Alexander Pixel:
anch"egli trovò rifugio a Vervò,
nella casa di Lino Gottardi,
rimanendovi fino a guerra finita. Prigioniero politico fu il maletano Severino Costanzi "Franzon", classe 1922,
arrestato nel 1944, processato e quindi internato prima a Bolzano e poi a Dachau: venne liberato dalla prigionia
dagli Alleati e quindi, dopo un periodo di riabilitazione in ospedale, fece
ritorno a casa.
Nel 2004 venne insignito del diploma di onorificenza di
cavaliere dell"ordine al merito della Repubblica italiana. Infine, nel Giorno della Memoria, come
da tradizione il Commissario del Governo consegna nel Palazzo del Governo di
Trento le Medaglie d"onore alla memoria. La Medaglia d'onore, prevista dalla Legge 296/2006, è concessa dal
Presidente della Repubblica ai cittadini italiani sia militari (ex IMI) che
civili deportati e internati nei lager nazisti durante l"ultimo conflitto
mondiale, tra il 1943 e il 1945, e destinati al lavoro coatto per l"economia di
guerra. E nel 2021, tra gli altri, il
riconoscimento è conferito a Serafino
Casna, classe 1922, originario di Rabbi: la Medaglia d"onore sarà ritirata a suo
nome dalla figlia Cristina. Quindi Emanuele Dalla Torre, classe 1920, originario di Mezzana: la Medaglia
d"onore sarà ritirata a suo nome dal nipote Stefano Bernardelli. La consegna della onorificenza ai
superstiti o alle loro famiglie è stata idealmente collegata alla data del 27
gennaio, «Giorno della Memoria», istituito per ricordare lo sterminio e le
persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani
nei campi nazisti e rendere omaggio alle numerose vittime, nonché a tutti
coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al progetto di
sterminio nazifascista.
Attualità
Gli eroi di un tempo oscuro
Giorno della Memoria: storie di guerra dalle valli di Non e Sole nella tragedia della Seconda guerra mondiale
