ROMA. “Presenza dei grandi carnivori nelle Valli Trentine: una questione di sicurezza pubblica”. Con questo oggetto si apre la lettera che in queste ore una delegazione di 25 sindaci nonesi e solandri, capitanati dai due presidenti Lorenzo Cicolini e Martin Slaifer Ziller, hanno consegnato a Roma al sottosegretario Claudio Barbaro.
Ecco il testo:
“Siamo una delegazione di Sindaci della Valle di Sole e della Valle di Non, in Provincia di Trento e rappresentiamo una Comunità con una popolazione di poco superiore alle 55.000 persone. Le nostre sono tipiche valli alpine con un ambiente incontaminato, attraversate da fiumi e torrenti, che accolgono centinaia di migliaia di turisti grazie alla presenza di importanti comprensori sciistici, due stazioni termali, laghi, canyon, percorsi naturalistici, santuari con parte del proprio territorio ricompreso all’interno dei confini del Parco Nazionale dello Stelvio e del Parco Naturale Adamello Brenta. Valli dove l’agricoltura di montagna, soprattutto frutticola e zootecnica, rivestono ancora un ruolo di primo piano, integrate con la vocazione principale dell’economia turistica e artigianale.
Ci rivolgiamo a Lei per esprimere la nostra crescente preoccupazione riguardo alla difficile situazione che le nostre comunità stanno affrontando, a causa della presenza dei grandi carnivori sul nostro territorio, in particolare dell’orso. Negli ultimi anni gli avvistamenti di questi animali nei centri abitati sono sempre maggiori, in alcune zone addirittura quotidiani, ed anche le aggressioni stanno diventando sempre più frequenti. Ricorderà bene che il 5 aprile 2023 un giovane di 26 anni, Andrea Papi perdeva la vita a causa dell’aggressione di un orso bruno nei boschi sopra l’abitato di Caldes in Val di Sole, mentre percorreva una strada forestale a poca distanza dalle abitazioni del paese. Le saranno sicuramente noti i risvolti che tale notizia ha avuto anche per mezzo di attenzioni mediatiche e politiche che oggi, in questo scritto, vogliamo lasciare alle rispettive competenze. Ci presentiamo a Lei come donne e uomini prestati ai Municipi nei quali fortemente crediamo, orgogliosi difensori degli alti valori democratici e costituzionali che quotidianamente ispirano il nostro operato tra la gente. Siamo punto di riferimento vicino e tangibile per i bisogni e le preoccupazioni dei nostri cittadini, Sindaci di montagna, fieri interpreti degli insegnamenti che vogliamo difendere e che qui di seguito riassumiamo:
• il rispetto, anzitutto, per la natura che abbiamo sempre vissuto come risorsa preziosa: in passato sostegno diretto alle famiglie dei nostri paesi, oggi ambiente custodito e curato, rigenerante per chi desidera la nostra ospitalità;
• la tenacia con cui resistiamo e perseveriamo nell’affermare le nostre tradizioni lavorative, in particolare nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento;
• il realismo, con il quale garantiamo il maggior
benessere possibile alle persone e all’ambiente in una costante costruzione di
equilibri favorevoli tra uomo e natura.
Questi presupposti sono oggi messi in discussione da
un contesto ambientale e di vita quotidiana condizionato dalla presenza dei
grandi carnivori. La tragedia che ha colpito la famiglia di Andrea Papi ha
colpito anche tutti noi, nei nostri animi e nei nostri ruoli e soprattutto ha
avuto e sta avendo risvolti sociali particolarmente allarmanti nelle nostre
Comunità. Molti dei nostri cittadini hanno paura ad uscire di casa alla sera,
paura ad andare nel bosco, che ricordiamo e ribadiamo essere la nostra casa e
la base essenziale del nostro vivere in montagna. Il bosco oltre ad essere
luogo di piacere e di svago è prima di tutto luogo di lavoro: basti pensare ai
boscaioli, ai custodi forestali, agli agricoltori. Succede ormai frequentemente
che questi ultimi portano bovini e ovini al pascolo sulle tante malghe
presenti, e sono costretti ad assistere impotenti a continue predazioni dei
propri animali. L’aumento del numero di esemplari di orso ha allargato la
problematicità anche al fondo valle visto che sono sempre più frequenti gli
avvistamenti dei plantigradi nel bel mezzo dei centri abitati. A questo
proposito sono state organizzate consultazioni popolari (indette dalle Comunità
della Valle di Sole e Val di Non su iniziativa del Comitato Insieme per Andrea
Papi) con oggetto la percezione di pericolosità della presenza dei grandi
carnivori quali orsi e lupi. I risultati attestano che il 98% dei partecipanti
al voto ritiene la presenza dei grandi carnivori un grave pericolo per la
sicurezza pubblica e un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi
e tradizioni locali. Questo risultato conferma che l'accettazione sociale del
progetto di reintroduzione dell'orso, denominato 'Life Ursus', è seriamente
compromessa. In questo contesto, evidenziamo come il nostro ruolo sia di grande
rilevanza, considerata la prossimità della nostra figura rispetto ai cittadini.
Ruolo tuttavia complicato da un quadro normativo che non copre tutte le
variabili e all’interno del quale le competenze di azione rischiano di vedere i
riflettori puntati in direzione talvolta errate. Ci riferiamo alle
preoccupazioni ed ai timori di chi ci chiede una miglior gestione della
presenza dei grandi carnivori, ci accusa di mancanze o vorrebbe assegnarci
responsabilità non nostre. È frustrante comprendere chiaramente come la
limitazione delle nostre azioni venga intesa come voluta omissione,
disinteresse, anziché come inattuabilità giuridica nel perimetro della nostra
funzione. Tutte queste preoccupazioni e limiti d’azioni li stiamo vivendo
assieme ai rappresentanti istituzionali della Provincia Autonoma di Trento, con
particolare riferimento al Presidente Maurizio Fugatti e all’assessore
competente in materia di grandi carnivori Roberto Failoni, in prima
linea nell’impegno e nell’adozione di tutti gli strumenti normativamente
possibili per la salvaguardia della sicurezza delle persone.
È importante
ricordare che nell’esercizio di questa funzione il Presidente Fugatti è stato
oggetto di esposti giudiziari, minacce e intimidazioni tanto che le autorità
competenti ne hanno disposto la scorta personale. Situazione in Trentino, senza
precedenti, per un amministratore pubblico. Con queste premesse, attraverso la
Sua Figura Istituzionale, siamo a richiedere l’attuazione urgente delle
competenze governative in questa materia con particolare attenzione verso
questi punti: • strumenti adeguati per poter garantire la pubblica
sicurezza in virtù del valore prioritario e assoluto della vita umana; • attualizzazione della normativa relativa ai grandi
carnivori in considerazione del numero elevato ed in costante crescita di orsi
rispetto ad un territorio limitato e circoscritto; • strumenti normativi adeguati per la gestione
efficace e celere degli esemplari problematici e confidenti. Rivendichiamo la dignità degli abitanti delle valli e
della montagna, persone che da sempre si contraddistinguono per caparbietà,
altruismo, solidarietà e voglia di lavorare, che vivono in sintonia con un
ambiente aspro e difficile. Rivendichiamo la salvaguardia dell’agricoltura
zootecnica di montagna, ovvero l’attività dei masi, delle stalle e la
monticazione delle malghe, attività indispensabili per la vita in montagna,
attualmente minacciate dal continuo aumento della popolazione dei grandi
carnivori. Egregio Sottosegretario, vivere in montagna vuol dire
rinunciare a molte comodità, adattarsi ad un ambiente difficile, ma ciò che ci
rende forti è il grande senso di appartenenza al territorio e alla Comunità. Ne
è un esempio il nostro sistema di protezione civile, basato sui volontari, che
si sono frequentemente distinti per capacità operativa ed organizzativa in
molte situazioni di emergenza, anche nazionale, ma che in questo momento si
trovano ostacolati nell’esercizio della propria opera di soccorso dovuta alle
procedure operative limitanti a causa della presenza di grandi carnivori. Il
Trentino e l’Alto Adige, anche grazie alla loro Autonomia, si sono
contraddistinte per aver mantenuto le valli abitate, ricche di opportunità per
giovani, famiglie ed anziani. In altre parti d’Italia, sulle Alpi e sugli
Appennini, abbiamo avuto processi inversi, contraddistinti dall’abbandono e dallo
spopolamento. Per la sopravvivenza dei nostri giovani, per il fondamentale
diritto alla libertà, al fine di garantire sicurezza e incolumità ai cittadini
di questi territori, chiediamo aiuto al Vostro Governo affinché questo nostro
patrimonio umano e culturale non vada perso. Ringraziando anticipatamente per
l’attenzione, confidando in un Suo cortese riscontro, è gradita l’occasione per
porgere i più cordiali saluti”.
