p style="margin-bottom:0cm;line-height:normal;border:none; mso-padding-alt:31.0pt 31.0pt 31.0pt 31.0pt;mso-border-shadow:yes">TRENTO. Il 5 febbraio di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, ideata nel 2004. Un tema, quello dello spreco, sempre attualissimo e di grande importanza, soprattutto perché, negli ultimi anni, si parla sempre di più di ecologia, sostenibilità, natura, risorse idriche, consumi energetici, comportamenti che impattano sull’ambiente che ci circonda, perdite in termini monetari. Tutto questo ed altro ancora ruota intorno agli sprechi alimentari. Un controsenso che deve farci riflettere, ma, non solo, deve farci comprendere che oltre a parlarne bisogna mettere in atto un cambiamento drastico che vada ad incidere su tutta la filiera produttiva, fino ad arrivare al consumatore finale. Ogni azienda del settore alimentare ed ogni singolo cittadino-consumatore sono parte attiva di un sistema e se la maggior parte di ogni singolo elemento di questo sistema non effettua un cambiamento netto di rotta, non arriveremo mai a raggiungere l’obiettivo fondamentale di evitare gli sprechi.
La transizione ecologica, di cui tanto si parla, finora sembra essere un impegno scritto su carta ma che allo stato pratico pare ancora distante. Secondo una stima, buttiamo ogni anno un quantitativo pari a circa 25 chilogrammi di cibo a testa. A volte quel cibo sprecato è ancora buono da mangiare e potrebbe quindi essere utilizzato per sfamare chi non ha cibo a sufficienza e non ha la disponibilità economica per procurarselo.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha inserito tra i vari “Obiettivi dell’Agenda 2030" proprio quello di dimezzare lo spreco di cibo. Non dimentichiamo un aspetto molto importante: non sprecare prima di tutto vuol dire anche risparmiare. Certamente è fondamentale un coinvolgimento sempre maggiore che deve essere promosso dalle istituzioni, in modo da spronare città e cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni e scuole per raggiungere insieme l’obiettivo comune. Questa giornata ci deve ricordare, quindi, il ruolo che come consumatori abbiamo e le conseguenze che derivano da ogni nostro singolo comportamento giornaliero in merito agli acquisti di cibo ed al suo utilizzo. Imparare prima di tutto ad acquistare le giuste quantità di cibo che ci sono necessarie, soprattutto per quanto riguarda gli alimenti maggiormente deperibili, non rappresenta certamente un obiettivo impossibile. È fondamentale, inoltre, che ognuno di noi sappia quali danni ambientali ed economici causa lo spreco alimentare. Secondo la World Organization For International Relations (WOIR) lo spreco di cibo provoca l’emissione di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra, e un consumo di acqua di 180 miliardi di metri cubi. Un danno enorme, di cui molti sono all’oscuro. Al contrario, quindi, risparmiare risorse alimentari non può che giovare sia a noi che all’ambiente!
