TRENTO. La Terza Commissione, presieduta da Vanessa Masè, si è riunita oggi per la consultazione con il progettista del progetto realizzato nel maggio 2021 "Sistemazione dell'incrocio tra la strada statale 43 e la strada statale 33 diretta a Dermulo nel Comune di Predaia" e l’esame della petizione concernente la modifica della viabilità.
Il tema è quello della sistemazione dello svincolo di Dermulo con la SS43Dir. Una nuova ipotesi progettuale, attualmente abbracciata dalla Provincia e in corso di finanziamento, prevede la realizzazione di una rotatoria al di fuori del centro abitato, vicino alla diga di Santa Giustina. Ad aprile dello scorso anno i referenti Fabrizio Emer ed Enrico Eccher, avevano presentato al presidente del Consiglio provinciale una petizione al fine di trovare la soluzione migliore per la sistemazione dello svincolo. In merito, i firmatari, pur convinti della necessità di realizzare una bretella, si sono posti in modo critico indicando potenziali problemi di tre ordini: sicurezza per le persone, inquinamento, impatto ambientale.
Tra il 2012 e il 2021 era maturato un altro progetto, dello studio Cattani, che prevedeva la costruzione di una rotatoria e di un tratto di interramento della SS43. Su questa soluzione emersero però diverse criticità tecniche, compresa la necessità di demolire diversi edifici civili. Dando seguito alla richiesta di audizione del firmatario del progetto, più volte citato in Commissione, oggi si è tenuta l’audizione dell’ingegner Enzo Cattani. Il progetto è stato illustrato attraverso alcune slide e filmati. Cattani ha tenuto a precisare che: “La soluzione proposta 12 anni fa è l’unica fattibile con i costi limitati messi a disposizione, se ci fossero maggiori cifre le cose potrebbero essere diverse”. La presidente Masè ha ricordato a Cattani che sull’esame della petizione la Commissione non ha potere di indirizzo, ma procederà con una valutazione per arrivare a una relazione contenente indicazioni.
Entrando nel dettaglio,
Cattani, nel suo intervento, si è soffermato sull'analisi tecnica dell’utilizzo
di rotatorie e sottopassi, mettendo in evidenza che le sole rotatorie sono
utili in presenza di traffico ridotto.
Da qui la rilevanza dei sottopassi, lasciando
alle rotatorie una funzione secondaria. “I sottopassi rendono più fluido il
traffico nei nodi nevralgici e permettono anche tempi rapidi di realizzazione” ha
precisato l’ingegnere portando ad esempio i flussi dei traffici delle rotatorie
di Cles e di Trento Nord e aggiungendo: “Ci si è illusi che allargando le
rotatorie si potesse fluidificare il traffico, ma non è così”. Cattani ha poi
citato i sottopassi di Domegliana e Vezzano, quest’ultimo in particolare con le
stesse caratteristiche tecniche proposte per Dermulo (“8% di pendenza e una
lunghezza di circa 60 metri con alcune differenze sulla rotatoria”). Tra i punti emersi della
relazione: il preventivo 2025, che prevede una spesa di 12 milioni; la
risoluzione dei flussi di traffico; si eliminano 4 passeggi a livello; si
realizzano 184 posti auto; si realizzano ascensori a norma disabili per gli
accessi; si esclude il problema di un eventuale sgombero della neve; c’è
l’accordo per la demolizione di alcune parti che interessano solo la stazione
ferroviaria; dal sopralluogo del geologo non si riscontrano ostative. In merito
al progetto della Provincia, per Cattani c’è una “castroneria progettuale. La
soluzione della Provincia introduce due tornanti peggiorativi”. Sulle due proposte di modifica Stanchina, Calzà e
Biada hanno chiesto di comprendere meglio le differenze tecniche. A
chiedere di intervenire è stato poi Luciano Martorano, dirigente
generale del Dipartimento infrastrutture e trasporti
PAT. “Il progetto di Cattani – ha detto - non è in contrapposizione con
il progetto provinciale, è un altro pezzo di progetto. Non vuol dire che non si
possa fare, ma ci sono delle criticità emerse anche sentendo Trentino Trasporti
per l’accesso e la messa in sicurezza del versante, dove c’è già stato uno
smottamento.
Il confronto con il sottopasso di Vezzano non considera i raggi di
curvatura che sono completamente diversi”. Martorano è intervenuto anche sui
costi e i tempi di realizzazione del progetto di Cattani, considerandoli
sottostimati. A seguire si è aperto l’esame della petizione e la
presidente Masè ha rammentato che la Commissione ha il compito di porre degli
indirizzi rispetto alle tante istanze rappresentate. Stanchina ha ricordato che
a Trento si è arrivati all’abbattimento del cavalcavia di Ravina e al
sottopasso solo dopo numerosi contraddittori e ipotizzando se le due proposte
possano essere messe assieme. “Tra le due soluzioni può esserci un incontro”
chiede. “Serve trovare la soluzione migliore”. Ad intervenire è stato quindi il consigliere Biada. “Sono
contrario alle rotatorie. Perché fare una rotatoria dove 20 anni fa non è stata
fatta? La rotatoria crea un nuovo tornante, non è idonea per la valle e non è
voluta dalla gente. La soluzione Cattani potrebbe andare bene integrata con gli
uffici provinciali”. Anche Antonella Brunet ha evidenziato che “trovare
un accordo tra le due parti sarebbe la cosa migliore. Chiedo se c’è la
possibilità di cambiare qualcosa e tornare a fare un confronto”. La Commissione
ha quindi deciso di procedere con la bozza di relazione in cui espliciterà l'invito
in particolare alla Presidenza della Provincia e alle amministrazioni comunali
di dare luogo ad un ulteriore momento di confronto per riconsiderare il
progetto anche rispetto a quanto emerso in Commissione, e sollecitare un
incontro di confronto con le parti tecniche.
