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Circoli Trentini in Germania, un momento delicato

Intervista a Mirtis Conci, coordinatrice per la Germania e la Nuova Emigrazione per l’Associazione Trentini nel Mondo

Circoli Trentini in Germania, un momento delicato

Durante il nostro tour tra i tanti circoli trentini sparsi nel mondo, abbiamo avuto l’onore di conoscere ed intervistare Mirtis Conci, emigrata trentina nel 2016, coordinatrice per la Germania e la Nuova Emigrazione per l’Associazione Trentini nel Mondo.

 

Una situazione particolare quella nella zona della Germania dove lei risiede attualmente, può parlarcene?

Sono Mirtis Conci e da gennaio 2025 ricopro l’incarico di coordinatrice per la Germania e la Nuova Emigrazione per l’Associazione Trentini nel Mondo. La mia situazione è particolare, perché sono orfana di circolo. Il che potrebbe suonare un po’ stonato, visto il ruolo che ho assunto. Da quando mi sono trasferita con la mia famiglia, non ho mai fatto parte di un circolo.

Nel territorio dove vivo infatti non esiste - mi trovo nella Bassa Franconia, la zona più a nord della Baviera, al confine con la regione Assia, a circa 35 km da Francoforte sul Meno - ma non è detto che non possa nascere. Lo sguardo infatti è rivolto al futuro e questo è il motivo per cui ho accolto con entusiasmo questa funzione. Guardando al passato i circoli trentini in Germania erano davvero molti, ora ne rimane attivo uno solo, quello di Dortmund, seppure difficoltà e preoccupazioni non manchino


Quali potrebbero essere i motivi che hanno portato alla scomparsa di molti circoli?

La causa principale della moria dei diversi circoli come quelli di Norimberga, Stoccarda, Berlino è dovuta principalmente a una mancanza di cambio generazionale.

Sembrerebbe che non ci sia nessuno a prendersi cura di questa importante eredità. Uso il condizionale perché si tratta di una percezione.

La realtà è che il fenomeno migratorio e con esso la figura dell’emigrato sono cambiati negli ultimi vent’anni. L’evoluzione nel campo tecnologico e l’accessibilità economica ai servizi e trasporti hanno permesso connessioni e spostamenti veloci che fino a quaranta anni fa nemmeno immaginavamo fossero possibili.

La percezione della distanza si è trasformata: abitiamo contemporaneamente due mondi, quello reale e quello virtuale. Siamo assenti, ma allo stesso tempo presenti.

In questo contesto così dinamico si inserisce il legame che unisce il migrante al suo paese di origine, che ha una doppia connotazione: personale e collettiva.

Personalmente sono convinta che questo sentimento sia rimasto inalterato, ma che abbia espressioni e connotazioni diverse rispetto a quelle dell’emigrazione del passato.

La migrazione dal Trentino verso la Germania continua a registrare un flusso sempre in crescita e da qui nasce la necessità non solo di parlare di Nuova Migrazione, ma anche e soprattutto di conoscerla per comprendere differenze e affinità con la migrazione precedente.

 

 

Che iniziativa si potrebbe prendere per fare in modo che rinascano i circoli trentini in Germania?

La Nuova Migrazione, di cui faccio parte, può diventare erede del patrimonio culturale e storico dei circoli trentini in Germania, insieme ai discendenti di prima generazione.

Non diamo infatti per scontato che non ci sia a priori nessun interesse da parte loro: l’incremento dei circoli in Sud-America lo dimostra.

L’impegno della Trentini nel Mondo in terra alemanna e in Europa in generale ha quindi come obiettivo principale quello di creare un terreno fertile che si presti come passaggio di testimone tra l’emigrazione passata e quella attuale, nel tentativo di salvaguardare lo storico e da qui ripartire rispondendo alle esigenze della Nuova Emigrazione.

 

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