Con Ulrico Spaur di Valer e
Flavon, scomparso ieri a Monaco all"età di 80 anni (ne avrebbe compiuti 81 il
prossimo 16 maggio), se ne va un protagonista di una stagione di rinascita
della cultura anaune. Con lui e in collaborazione con una rete di enti attivi sul
territorio si arrivò infatti ad una prima storica, vedere Castel Valer aperto al
pubblico del turismo culturale: l"avvio della Rete dei Castelli, attrattiva
principe per le Valli di Non e Sole. E nelle tante visite al castello, non era
raro vederlo apparire dal balcone o scendere tra le vie di Valer per salutare
gli ospiti di giornata. Un cammino che era stato preparato negli anni
precedenti, anche con una intensa e proficua opera di studio della storia di
Castel Valer e della famiglia Spaur. Fu nel 2012 che uscì un poderoso volume,
curato da Roberto Pancheri, voluto dal conte Uli e dall"amministrazione comunale di Tassullo, che coronava una
serie di convegni storico artistici tenutisi a Valer e ai quali ebbi l"onore di
portare alcuni contributi. Nello stesso anno la Provincia autonoma di Trento
aveva acquistato l"archivio di Castel Valer, sterminata la fonte di studio e
conoscenza per la Val di Non e il Trentino. Erano pure gli anni di complesse
trattative per un futuro passaggio di mano del castello, che vide via via
avvicendarsi soggetti pubblici e privati e che è ancora in corso.
Con una
preoccupazione che assillava Ulrico: avere certezza che sarebbe finito comunque
in buone mani, che la sua storia sarebbe stata rispettata. Conobbi Ulrico Spaur nel
2000, in occasione di una intervista esclusiva realizzata per NOS Magazine; l"accoglienza
fu la perfetta misura della signorilità del personaggio, la conversazione fece
emergere alcuni punti fermi di un rapporto profondo con la storia e il retaggio
dato da secoli di storia familiare. Un patrimonio che Ulrico
Spaur portava su di sé con fierezza e senso di responsabilità , erede che
tendeva con tutto se stesso a essere degno di quella eredità . Castel Valer era
la sua casa, il luogo in cui era se stesso, vissuto fin da bambino in visita
dai nonni e come tale amato: ammirava l"opera dei suoi antenati che ne avevano
riunito la proprietà in un solo ramo del casato, garanzia di stabilità e cura,
studiava la storia di famiglia e apprezzava che altri lo facessero: quando nel
2016 pubblicai la mia storia degli Spaur della linea di Flavon, con piacere
firmò la presentazione, sorridendo nel poter finalmente ricordare a tutti che
il suo nome completo comprendeva anche il titolo di Flavon. Ricordo quei giorni
con piacere e nostalgia, scrivendo la storia là dove si era creata, in
compagnia unicamente di un grand"uomo e del suo gatto.
Non mancavano già gli
acciacchi, tanto da offrirgli un appoggio per camminare. L"ultimo incontro fu ad
Arsio, nel novembre 2019, quando mi fece l"onore di partecipare ad una
conferenza che tenni sulla storia degli Arsio organizzata dal Gruppo culturale
Arzberg. La scorso aprile fece i
conti con un incidente automobilistico, nell"ultimo mese alcuni lutti ne hanno
provato l"animo, con la scomparsa dell"ex moglie e di un fratello. Addio Ulrico, hai
contribuito ad aprire una strada che ha creato una prospettiva che ora tocca a
tutti noi portare a definitivo compimento.
Attualità
Ulrico Spaur e il peso della storia
Se ne va a 80 anni un protagonista della rinascita culturale anaune
