p>Il 23 agosto di ogni anno si celebra la giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione. Una giornata istituita a partire dal 1997 grazie all’UNESCO per commemorare la tratta transatlantica degli schiavi. Obiettivo di questa celebrazione è ricordare a tutto il mondo la tragedia legata al commercio degli schiavi e la rivolta che ebbe luogo la notte tra il 22 ed il 23 agosto del 1791. Quella rivolta rappresentò il primo passo di un percorso che avrebbe poi portato, finalmente, all’abolizione della tratta degli schiavi. L’Unesco, tramite questa giornata, invita i ministri della cultura di tutti gli Stati membri ad organizzare manifestazioni che coinvolgano l’intera popolazione ed in particolar modo i giovani, gli educatori, gli artisti e gli intellettuali. La schiavitù ha rappresentato, senza alcuna ombra di dubbio, uno dei periodi più orribili e bui della storia umana. Periodo durante il quale si è manifestata una mancanza totale di umanità e di rispetto verso le popolazioni africane, maggiormente colpite da questa pratica. Fondamentale per contrastare questo sistema particolarmente disumano è il riconoscimento della dignità, dell’uguaglianza e dei diritti fondamentali delle persone di qualsiasi origine.
La sensibilizzazione dell’intera comunità è ugualmente importante per fare in modo che non accadano più fenomeni di razzismo, di odio, di intolleranza e per promuovere la giustizia, la tolleranza, la convivenza pacifica e la libertà dell’uomo in ogni luogo del pianeta. Necessaria e importante è la promozione di una cultura che abbia come principi cardine ed irrinunciabili l’uguaglianza e l’inclusività, un compito, questo, che spetta a tutti indistintamente e che non dobbiamo mai stancarci di diffondere, ogni singolo giorno dell’anno. I problemi del pianeta non sono solo materiali, economici, finanziari, politici o tecnologici, buona parte di essi parte dal nostro modo di essere, dalla nostra interiorità. Un cambiamento radicale deve partire quindi da una riforma interiore, di ciascuno di noi, in modo che ogni nostro atteggiamento nei confronti dell’altro sia improntato sul principio della dignità umana.
