ARSIO. “Un danno di immagine non da poco”. Così Mirko Ceccato, presidente del Gruppo Arzberg, commenta il continuo flusso di persone che arrivano ad Arsio convinti di poter visitare il palazzo Arzberg-Freihaus, che invece trovano vuoto. “Continua il flusso di visitatori a Palazzo Arzberg Freihaus - scrive Ceccato - nonostante le comunicazioni e i post di chiusura il loro arrivo è costante e numeroso. Nei due week end scorsi è arrivato un gruppo di 50 persone da Bari, un gruppo di 70 persone da Latina e numerosi visitatori in autonomia. Si sono fatti ore di viaggio per nulla, convinti di poter visitare il Palazzo.
Ovviamente e giustamente avendolo trovato chiuso, viste le lunghe ore di viaggio fatte hanno preso a brutte parole i soci Arzberg presenti nel cortile del Palazzo (lì per sorvegliare che non si verifichino danni o furti). Ovviamente - continua Ceccato - Arzberg c’entrava poco o nulla, dovrebbero essere là a giustificare la chiusura coloro che hanno fatto chiudere il Palazzo in tempi così ristretti senza dare preavviso, fino all’ultimo alcuni consiglieri del cda avevano dato rassicurazioni e garanzie sul proseguimento del contratto e dell’attività museale. Proprio per questa ragione - conclude Ceccato - si era investito in campagne pubblicitarie in tutta Italia attraverso la partecipazione alle fiere di Piacenza, Ferrara, distribuzione di locandine in tutta Italia la promozione del Palazzo su siti quali ad esempio ADSI, risulta davvero difficile ora fermare il flusso anche perché il Palazzo ha ricevuto riconoscimenti vista le sue collezioni antiquarie, la valorizzazione degli aspetti artistici e strutturali, le manutenzioni fatte, tutte spese sostenute esclusivamente a carico del gruppo Arzberg, un danno economico e d’immagine non da poco”.
