Sul "falsi", non c"è molto da dire, forse la tradizione popolare
ha sperimentato nei secoli una certa inaffidabilità nella parola data dagli
abitanti di questo piccolo e suggestivo borgo di montagna nel comune di
Pellizzano. Un nome che probabilmente va legato ad una popolare etimologia,
priva di fondamento, sul nome del paese, fatto derivare da "ter me negabis",
con riferimento a Pietro che rinnega Gesù.
Passando a quello di "dotóri", esso evidenzia un carattere davvero
singolare di questo paese, ovvero l"aver dato in tutte le epoche numerosi
uomini di cultura, noti ben oltre i confini della valle: un caso notevole per
un piccolo paese isolato dai grandi centri culturali.
Pochi nomi rendono
comunque bene l"idea, a partire da quello di alcuni tipografi cinquecenteschi: Nicolò Bevilacqua, che imparò l"arte
della stampa da Manuzio a Venezia,
aprì poi una propria bottega e quindi venne chiamato a Torino da Emanuele Filiberto di Savoia per aprire
la prima tipografia ducale; o Donato
Fezzi, che negli stessi anni fondava una tipografia per il principe vescovo
di Bressanone, nobilitato nel 1584; o il prete Giovanni Fezzi, vicario parrocchiale di Pergine, che nel 1563
vantava una biblioteca che contava ben 70 volumi.
E in effetti personaggi di
rilievo provenienti da Termenago non mancano nemmeno oggi.
