TAIO. In occasione delle Giornate FAI di primavera il
Gruppo FAI Val di Sole e Val di Non ripercorre l'epopea della fabbrica di
manici da frusta di Taio. Sabato 23 e domenica 24 marzo, dalle 9.30 alle
16, i partecipanti, insieme ai volontari del gruppo, andranno alla scoperta della storia delle botteghe artigiane del
manico di frusta, caratteristiche del luogo, e degli antichi mulini ad acqua
che ancora testimoniano l'ingegno del periodo preindustriale. Punto di ritrovo
per la visita sarà la chiesa di Santa Maria, che sarà eccezionalmente
aperta ai visitatori in quest'occasione. Si potranno ammirare gli affreschi, i
complementi d'arredo lignei e gli altari policromi al suo interno. L'itinerario
proseguirà con la scoperta delle testimonianze ancora presenti sul territorio della
lavorazione dei manici da frusta, con la visita alla collezione dei macchinari
usati per la lavorazione. Interessante è l"iniziativa che coinvolge gli ospiti dell"Apsp
Anaunia con la possibilità di sentire i racconti di vita vissuta
direttamente da narratori d'eccezione.
Gli incontri alla casa di riposo si
tengono sabato alle 9:30 e alle 10:30, alle 15:00 e alle 16:00 e domenica solo
il pomeriggio alle 15:00 e alle 16:00. I manici da frusta La nascita di botteghe artigiane delle fruste a Taio ebbe
inizio nell'800, quando Simone Barbacovi, trasferitosi a Salorno per
motivi economici, entrò a bottega da fabbricanti di manici di frusta (strumento
indispensabile ai carrettieri dell'epoca), imparando così questo antico
mestiere. L'intuizione della possibilità di sviluppo della lavorazione
del legno del "Bagolaro" (Celtis Australis) lo portò a cercare di
apprendere maggiori capacità e manualità nella fabbricazione dei manici. Fu
così che nel 1818 decise di andare a perfezionarsi nel bresciano dove era già
ben avviata l'industria. Infine, col suo rientro in patria nel 1830 cominciò un
periodo "d'Oro" per la lavorazione artigianale delle fruste nel paese
di Taio.
Nel tempo nacquero botteghe artigianali: nel 1920 si giunse
al ragguardevole numero di 21 botteghe con 350 operai. Tale fatto
consentì un discreto sviluppo economico della popolazione e un tenore di vita
meno duro rispetto al resto del territorio trentino. Successivamente, dagli
inizi degli anni "30 del Novecento, per le mutate condizioni dello sviluppo dei
trasporti a motore e per il cambiamento del mercato, cominciò il declino, fino
ad arrivare ad oggi: una sola bottega attualmente mantiene viva la tradizione,
producendo manici di frusta. Le giornate Fai di Primavera avranno lo scopo di
far conoscere questa storia del territorio e far rivivere le fasi di
realizzazione artigianale, nonché di visitare una collezione di macchinari
utilizzati per la lavorazione.
Cultura & spettacolo
Con il FAI alla scoperta dell"oro di Taio
Il 23 e il 24 marzo tornano le Giornate di Primavera
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