RUMO. "El vöut dale arzare d'an bot" protagonista sulle Rete dei musei etnografici del Trentino. Sulla pagina Facebook della Rete, in un video diviso in due parti, è la viva voce di Corrado Caracristi, figlio del fondatore Bruno, a raccontare la storia di un luogo straordinario, nato nel 2012 nel paese di Mione e inaugurato ufficialmente nel 2014.
In esso Corrado ha raccontato a Filippo Broll ("Nuovi appunti di
museografia spontanea trentina", 2024), l"intuizione di un uomo, Bruno Caracristi (1930-2022) per il
quale "più oggetti arrivavano nel museo e meglio era, ognuno con la sua storia
da raccontare", mettendo in secondo piano le modalità di allestimento.
Un
approccio che ha portato Caracristi a raccogliere tantissimi testimoni passati
e con essi l"apprezzamento di tanti visitatori e specialisti del settore, a
partire proprio dal Museo di San Michele. Negli ultimi anni Corrado Caracristi ha
provveduto a "riallestire" il museo, raccontandone l"evoluzione, trovando un
nuovo significato alla collezione del padre Bruno.
Non ne ha modificato l"obiettivo
bensì il modo di comunicarla. Corrado ha riallestito il museo cercando di
raccontare attraverso una nuova esposizione le tecniche e gli utilizzi che gli
oggetti portano con sé, cercando di condurre il visitatore a nuove, "vecchie"
esperienze, che propone ai suoi alunni della scuola elementare e che grazie
alla sua guida, imparano a conoscere gli oggetti utilizzandoli.
