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Presentate le centrali operative territoriali

gio 22 ago 2024 15:08 • Dalla redazione

I centri di coordinamento per la presa in carico dei bisogni di salute del paziente hanno ricevuto la certificazione dell"ingegnere indipendente

TRENTO. Sono operative anche in Trentino le Cot, le Centrali operative territoriali, ovvero le centrali di coordinamento per la presa in carico dei bisogni di salute del paziente. Uno snodo di raccordo tra i servizi e i professionisti coinvolti nei diversi ambiti assistenziali che ha lo scopo di assicurare la continuità , l"accessibilità e l"integrazione dell"assistenza sanitaria e socio sanitaria offerta sul territorio. Il pieno funzionamento delle cinque Cot attive in provincia di Trento è stato certificato ufficialmente da un ingegnere indipendente, secondo le indicazioni del Ministero della salute. La certificazione e il funzionamento delle Cot sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa, alla presenza dell"assessore alla salute Mario Tonina. Sono intervenuti il direttore generale di Apss Antonio Ferro, il direttore sanitario Giuliano Mariotti, il direttore del Servizio di governance dei processi delle professioni sanitarie Simone Cecchetto, la direttrice della direzione professioni sanitarie del dipartimento cure primarie Paola Stenico e la direttrice del dipartimento infrastrutture Debora Furlani.

Le Cot sono previste dal DM. 77/2022, nell"ambito della Missione 6 Salute del PNRR e rientrano in una più ampia cornice di riforma della medicina territoriale, attraverso la definizione di un nuovo modello organizzativo del Servizio sanitario che mira ad una sanità più vicina alle persone. In stretta collaborazione con gli ospedali e la rete dell"emergenza-urgenza, le Cot facilitano la messa in rete di servizi domiciliari, socio assistenziali e sanitari, con l"obiettivo di assicurare alle persone, specie se fragili e affette da malattie croniche, un"assistenza dedicata e possibilmente a domicilio.

In provincia di Trento le Cot sono cinque (Trento, Cles, Pergine, Rovereto e Riva del Garda), articolate a loro volta in 13 nuclei operativi. Il funzionamento delle Cot è affidato alle direzioni di distretto e alle direzioni delle professioni sanitarie che gestiscono le risorse infermieristiche e assistenziali impegnate in attività territoriali tipiche delle cure primarie. Le Cot operano in stretta collaborazione con Mmg, medici di cure primarie e organizzazione dei servizi sanitari di base, direzione mediche di presidio, medici specialisti, professionisti sanitari nonché strutture e servizi sociosanitari e sociali.

La realizzazione delle cinque Cot ha previsto contestualmente gli adeguamenti delle strutture, la modifica e l"integrazione degli strumenti informativi e l"adeguamento degli aspetti organizzativi.

Le Cot hanno una funzione di:

coordinamento della presa in carico della persona tra i servizi e i professionisti sanitari coinvolti nei diversi ambiti assistenziali;

coordinamento/ottimizzazione degli interventi, attivando soggetti e risorse della rete assistenziale;

tracciamento e monitoraggio delle transizioni da un luogo di cura all"altro o da un livello clinico assistenziale all'altro;

supporto informativo e logistico ai professionisti della rete assistenziale (Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, Medici di continuità assistenziali etc.), riguardo le attività e servizi distrettuali;

raccolta, gestione e monitoraggio dei dati di salute, anche attraverso strumenti di telemedicina.

«Per la piena operatività delle Cot "“ ha evidenziato il dg Ferro "“ è stato necessario passare attraverso la certificazione di un ingegnere indipendente che, secondo i criteri previsti dal Ministero della salute, ha certificato gli standard strutturali, organizzativi e tecnologici delle centrali operative territoriali. Questo nuovo modello organizzativo si avvale di tecnologie all"avanguardia sul fronte della condivisione dei dati, a supporto della presa in carico del paziente, del raccordo dei diversi servizi e della messa in rete dei professionisti. Tutto ciò a favore di una medicina sempre più vicina al cittadino, là dove la casa resta sempre il primo e migliore luogo di cura».  

«L"avvio delle Cot è frutto di un grandissimo lavoro di squadra "“ ha evidenziato il direttore sanitario Mariotti "“ con un ruolo centrale degli infermieri sul territorio. Ricordiamoci sempre che il territorio è un luogo di cura importante e strategico al pari degli ospedali ed è fondamentale avvicinarsi al domicilio del paziente visto l"aumento delle cronicità e dell"età . In Trentino "“ ha concluso Mariotti - molte delle funzioni delle Cot sono già state concretizzate nel corso del tempo attraverso una serie di progettualità , iniziative e servizi che hanno consentito di arrivare preparati e con un importante bagaglio di esperienza alla necessità di adempiere a quanto richiesto a tutte le aziende sanitarie dal DM 77/2022».

Ad illustrare i diversi passaggi verso una sempre maggiore integrazione tra ospedale e territorio è stato Simone Cecchetto: «in Apss è stata istituita già dal 2005 la figura dell"infermiere coordinatore di percorso (CdP) ospedaliero (CdPO) e territoriale (CdPT), ossia di professionisti con esperienze professionali e competenze avanzate in assessment e in pianificazione dell"assistenza, in grado di agire come facilitatori della comunicazione fra ambiti di cura diversi, in particolare nel processo di dimissione per garantire una presa in carico tempestiva, una maggiore continuità relazionale ed assistenziale e un"attivazione opportuna dei servizi presenti sul territorio, nello specifico per l"utenza "fragile". Successivamente, sono seguiti altri documenti aziendali che hanno definito ulteriormente i modelli organizzativi di integrazione ospedale-territorio, fino all'attivazione in epoca Covid, poi diventata strutturale con l'anno scorso, del Gruppo Aziendale Transizioni (GAT), una struttura che segue specificamente le transizioni da ospedali per acuti a setting post acuti come le cure intermedie, gli hospices, le lungodegenze e le degenze riabilitative».

«Gli infermieri coordinatori di percorso territoriali "“ ha approfondito Paola Stenico "“ viste le loro competenze pienamente in linea con quanto previsto dal sistema Cot, sono stati individuati come operatori delle Cot. Ad oggi sono 73 i professionisti impegnati nelle Centrali operative territoriali: 14 coordinatori infermieristici, 42 infermieri coordinatori di percorso territoriali, 17 amministrativi. In un anno di operatività , in proiezione, la Cot sarà in grado di gestire oltre 6.000 rientri a domicilio all"anno con attivazione di cure domiciliari e più di 1.500 transizioni all"anno da degenze per acuti a degenza post acuti».

«Le Cot "“ ha aggiunto Debora Furlani "“ sono uno snodo fondamentale nell"organizzazione prevista dal PNRR perchè forniscono l"ossatura portante dell"organizzazione delle informazioni. Hanno essenzialmente una funzione organizzativa che si basa sull"interoperabilità dei dati e delle informazioni relative ai bisogni di salute della popolazione, coinvolgendo non solo le strutture pubbliche ma anche il privato convenzionato e il primo intercettatore di salute pubblica che è il medico di medicina generale. Le Cot "“ ha concluso Furlani "“ hanno richiesto un investimento di 860mila euro per la sistemazione strutture e di 350mila euro per l"adeguamento dei sistemi informativi».    

«Dopo il Covid "“ ha evidenziato Tonina "“ è stato necessario un impegno diverso del nostro sistema sanitario nei confronti del cittadino, con investimenti importanti sulla medicina di prossimità , per migliorare la capacità di risposta ai mutati bisogni di salute della popolazione. Le Cot sono un ingranaggio fondamentale di questo sistema e garantiscono una maggiore funzionalità e integrazione di servizi strategici che già vengono garantiti sul territorio trentino». Tonina ha voluto quindi ricordare i temi chiave su cui il sistema è chiamato a dare risposte a medio lungo termine, il calo demografico e l"invecchiamento della popolazione: «qui in Trentino si vive di più e si invecchia meglio che altrove proprio in virtù di un sistema sanitario e sociale capace di prendersi cura dei più fragili. Grazie a strumenti come le Cot dobbiamo continuare a lavorare in modo trasversale per garantire la presa in carico dei più anziani e deboli. Contestualmente dobbiamo investire sempre più sulla prevenzione e gli stili di vita, fin dalla giovane età dei nostri concittadini, per supportare in prospettiva la tenuta di un sistema sanitario già messo a dura prova. Dobbiamo avere il coraggio di percorrere modelli innovativi ed essere lungimiranti su temi imprescindibili come questi».



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