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Umanità e laicità del Vangelo

dom 25 ago 2024 13:08 • By: Renato Pellegrini

L'ignoranza della Scrittura è sempre e ancor più oggi, un dramma per la Chiesa

Gesù si era chiesto: «Il Figlio dell"uomo, quando ritornerà , troverà ancora la fede sulla terra?» (Luca 18,6).

La risposta non è scontata. Ci pare infatti di vivere il deserto della fede, ridotta troppo spesso a credulità , e per di più staccata dalla Parola del Vangelo. Personalmente sono convinto, insieme con molti altri, che l"ignoranza della Scrittura, sia stata sempre e lo sia ancor più oggi, un dramma per la chiesa.

C"è stato un tempo in cui era proibito leggere la Bibbia, perché, si diceva, troppo difficile e incomprensibile per le persone che non vi dedicassero uno studio approfondito o specialistico. A noi probabilmente è giunto un messaggio poco chiaro, una parola di Dio tutto e solo spiritualità , volta a chiedere a tutti un "distacco" dalle cose del mondo. Si è trasmessa la Parola di Dio dimenticando ad esempio quella che José Maria Castillo chiama "l"umanità di Dio".

Gesù annuncia che, nel giudizio finale, l"elemento determinante per la salvezza non è il sacro, ma il profano. Matteo, al capitolo 25, infatti ci mette davanti alcune azioni ritenute decisive per un sano rapporto con Dio. Si tratta di dar da mangiare a chi ha fame, da bere a chi ha sete, vestire gli ignudi, accogliere gli stranieri, visitare i carcerati. Nessuno di questi temi si riferisce direttamente a tematiche religiose. Sono problemi che preoccupano tutti gli uomini e le donne al di là della fede o anche senza fede. «Il Verbo si è fatto carne", scrive l"apostolo Giovanni all"inizio del suo Vangelo.

Traduco con una certa approssimazione: Dio ha rinunciato alla sua divinità per farsi conoscere, non ha considerato un disonore assumere la condizione umana. Affermazione scandalosa e inaccettabile per quei tempi nei quali l"imperatore romano era considerato un Dio. Scriveva infatti Seneca a Nerone: «Non ti è possibile uscire dal tuo ruolo elevato; esso ti possiede e dovunque tu vada, ti segue con la sua pompa magna. La schiavitù che contraddistingue questo elevatissimo ruolo è il non poter arrivare ad essere meno importante; ma proprio questa necessità ti accomuna agli dei.

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Perché anche loro sono legati al cielo e non è concesso loro di scendere, lo stesso che a te senza correre rischi. Tu sei "rinchiuso" nel tuo rango».

Qualche volta si è pensato, anche da parte dei teologi cristiani che Dio, per essere tale, per manifestare tutta la sua potenza, pur essendo sceso su questa terra, facendosi in tutto simile agli uomini, doveva mantenere qualcosa che lo differenziasse. E così «molti cristiani si sono convinti che Gesù sia stato certamente umano, ma realmente più divino che umano». (Castillo, L"umanità di Dio).

In conclusione di questo ragionamento vorrei dire che se davvero vogliamo incontrare Dio, lo possiamo incontrare «solo» in quello che viviamo e sperimentiamo nella nostra umanità . C"è poi un altro punto importante, e riguarda il rapporto che i cristiani hanno con Gesù. Troppo spesso tutto si risolve nei riti senza coinvolgere la vita nella sua quotidianità , nei rapporti reciproci, nell"attenzione alla dignità di ogni uomo, che va sempre salvaguardata. In altre parole: il comportamento decisivo per molte persone credenti non è l"etica, il come comportarsi, il cosa fare, ma sono «I riti (che) tranquillizzano la coscienza delle persone religiose"¦. E non migliorano il comportamento etico» (Castillo: L"umanità di Gesù).

Ci si può comportare male o molto male e ritenersi credenti perfetti o quasi, perché si prega, si va in chiesa o si partecipa a qualche pellegrinaggio. È stupefacente, però, pensare che Gesù che voleva portare la gente a Dio «non abbia fatto nulla che sappiamo, per organizzare o costruire un luogo di ritiro e di preghiera, un piccolo tempio, una cappella, una casa per "allontanarsi dal mondo" o un centro di spiritualità ». (Castillo: La laicità del Vangelo) Gesù viveva la sua religiosità in altro modo e in altro modo la metteva in pratica.

A questo punto si potrebbe obiettare: ma allora non occorre più pregare, è inutile andare a messa"¦ Non è così. Da quello che appare nei Vangeli proprio la preghiera e l"esperienza di Dio e con Dio sono i due pilastri «sui quali si è consolidata e nei quali è consistita la religiosità di Gesù». Basandosi su Dio e sulla preghiera, Gesù ha dato origine a una religione "alternativa".  Quello che in lui è possibile vedere e imparare è che la sua religione equivale anche a scegliere un altro tipo di convivenza e di società .

Se ci chiediamo perché molta gente oggi è indignata con papa Francesco, dovremmo rispondere che è proprio perché cambia il modo di vivere la religione. Senza mezzi termini lascia capire che una società basata sull"ingiustizia e sulla discriminazione non va bene, non è secondo Dio. Va cambiata.

Il Vangelo di Luca lo afferma già nei primi capitoli attraverso il canto di Maria, il Magnificat (Lc. 1,46 "“ 55) e Matteo alla fine, quando racconta il giudizio universale (Mt. 25, 31- 46). Paolo ricorda che «la fede senza le opere è morta» (Giacomo 2, 26). Concludendo possiamo ammettere che la religione attenta al messaggio di Gesù sa creare anche buoni cittadini, esemplari nel loro comportamento solidale e generoso, nel rispetto, nella tolleranza e nella difesa dei diritti umani per tutti allo stesso modo. È probabile che una certa modalità di trasmettere la fede non sia più possibile e forse non è nemmeno un male che si sia interrotta, perché la fede non è semplicemente qualcosa da conservare, ma risposta a una parola di Dio che «fa nuove tutte le cose» (cfr. Ap 21,5; 2 Cor. 5,17) e che non si ripete, che accompagna la storia dell"uomo e si rivela in modo spesso inedito negli eventi, nella evoluzione culturale, nelle diverse culture e nel progresso dell"umanità .                                                      



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