mar 01 ott 2024 17:10 • By: Lorena Stablum
Sarà un polo di innovazione capace di mettere in connessione dati, persone e competenze
PREDAIA. Con una
ridotta impronta ecologica e a elevata efficienza energetica, non consumerà suolo e sarà ben inserito nel contesto paesaggistico e ambientale della Val di
Non. Sono queste le caratteristiche che rendono unico il nuovo data center Intacture, che si svilupperà nella
miniera ancora attiva di San Romedio, nel Comune di Predaia.
Presentata questa mattina, 1° ottobre 2024, all’interno di una delle gallerie da Trentino DataMine, la società nata da un partenariato pubblico-privato a cui partecipano l’Università degli Studi di Trento (49%), Covi Costruzioni, Dedagroup, GPI e Isa-Istituto Atesino di Sviluppo (con il restante 51%), la nuova infrastruttura digitale si distingue per le sue caratteristiche progettuali che, partendo da una location dalle specificità uniche, vanno a riutilizzare e recuperare degli spazi che rappresentano “degli scarti” della lavorazione mineraria. Il progetto, ideato dall’architetto Pietro Matteo Foglio di In-Site, va infatti a riempire i vuoti di cava che in questo modo, anziché rimanere inutilizzati, diventano ambienti preziosi per ospitare attività produttive.
Le celle ipogee della Val di Non sono nuove a questo tipo di esperienza: già da tempo, nei loro cunicoli, proteggono e portano a maturazione le mele di Melinda, lo spumante di Cavit e il Trentingrana. Oggi, si aggiunge la tecnologia digitale.
Finanziato da fondi
del PNRR, il data center è progettato per avere una struttura costruita per
oltre l’80% in ipogeo con profondità fino a 100 metri; solo il rimanente 20% si
svilupperà in superficie. Ciò consentirà di conservare in modo sicuro e protetto
il patrimonio di dati (fino a una potenza nominale di 5MW): i 90 milioni di
metri cubi di roccia di dolomia infatti è una protezione naturale capace di
assicurare un altissimo livello di sicurezza elettromagnetica, digitale,
idrogeologica e fisica in grado di proteggere la struttura anche da eventi
naturali e persino da incidenti aerei. Ma non solo. Il nuovo centro sarà sostenibile anche dal punto di vista del risparmio energetico e delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera: Intacture, infatti, sarà in grado di ridurre significativamente il consumo di energia, legato principalmente al raffreddamento dei server, grazie a un clima a temperatura costante e, per quanto riguarda l’approvvigionamento, sarà interamente alimentato da fonti rinnovabili.
Il data center sarà un Edge Data Center, decentrato, con una dimensione progettata per favorire l’elaborazione di prossimità, permettendo di gestire i dati riducendo la lentezza nella trasmissione e i costi di larghezza della banda. Questo perché i dati saranno trattati vicino a dove sono prodotti e utilizzati. La sua posizione strategica, inoltre, renderà possibili collaborazioni di livello nazionale e internazionale, facendone un’infrastruttura che potrà contribuire allo sviluppo di una data center economy italiana.
Il progetto non prevede solo un data center di ultima generazione. Intacture mira a sviluppare un polo di innovazione dedicato alla ricerca e lo sviluppo di applicazioni pratiche negli ambiti della salute, dell’intelligenza artificiale, della sicurezza digitale e della transizione ecologica, aprendosi anche alla comunità locale con spazi dedicati a eventi e progetti che coinvolgeranno persone e studenti.