gio 31 ott 2024 11:10 • Dalla redazione
A Collepasso lo scorso 28 ottobre una serata per riscoprire una straordinaria figura tra Trentino e Salento
DENNO-COLLEPASSO. Un folto e interessato pubblico ha raccolto l’invito dell’associazione “Sentieri salentini” alla scoperta di nuovi aspetti della vita del conte Bartolomeo Alberti d’Enno (1768-1850), nobile di origine dennese considerato il “padre fondatore” del comune di Collepasso, nel Salento leccese: di più, protagonista di una storia di politica e d'amore degna di un romanzo o perfino di un film.
L’appuntamento, organizzato lunedì 28 ottobre con la Parrocchia Cristo Re, ha visto la presentazione del saggio di Alberto Mosca, direttore responsabile delle riviste “Storia” e “Arte” della Società di Studi trentini di Scienze storiche, intitolato “Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno: un personaggio riscoperto tra Trentino e Salento”. E non a caso l’incontro, trasmesso in diretta Facebook, si è tenuto il 28 ottobre, nell’anniversario della morte del conte Alberti d’Enno.
Ad aprire è stato Pantaleo Gianfreda, presidente di Sentieri salentini, seguito dai saluti del neo-parroco don Antonio Tondi. La serie degli interventi è stata a aperta da Fabrizio Inama, sindaco di Denno dal 2005 al 2020, che nel giugno 2007 fu protagonista dei grandi festeggiamenti a Collepasso per il primo centenario dall’istituzione del nuovo comune, prima frazione di Cutrofiano. Nel 1907, mezzo secolo dopo la morte dell’Alberti, trovava coronamento un lungo percorso di sviluppo economico e insediativo, avviato proprio grazie all’operosità e alla lungimiranza del nobile anaune. Non solo: alla festa si aggiunse una gita scolastica delle classi terze delle scuole medie di Collepasso a Denno. Fu quindi lo stesso Inama, sulle pagine del notiziario comunale, a riportare l’attenzione su una figura che era appena conosciuta dalla storiografia trentina di fine Ottocento, per poi cadere nel dimenticatoio. A partire da questa riscoperta, dagli studi prodotti recentemente da storici collepassesi, da ulteriori ricerche mirate a identificare nuovi aspetti relativi alla figura del conte, che Mosca è arrivato a pubblicarne una quasi completa biografia.
La consigliera comunale Eliana Vantaggiato ha quindi proposto una profonda riflessione sull’intreccio tra comunità così lontane tra loro ma avvicinate dalla storia e dalle vicende pubbliche e private di personaggi come il conte Alberti e la baronessa Leuzzi Contarini.
Alberto Mosca ha presentato lo studio, pubblicato sul primo numero del 2024 di “Studi Trentini Storia”, soffermandosi sull’importanza dei D’Enno nella storia trentina-tirolese e sugli aspetti inediti dell’Alberti: i suoi primi anni, l’ingresso tra i cavalieri di Malta, le guerre napoleoniche ma soprattutto la sua attività di scrittore storico-filosofico e politico, tale da portarlo a pubblicare alcune opere e a subire le ire di re Ferdinando delle Due Sicilie negli anni agitati dei moti napoletani del 1820; circostanza che portò l’Alberti a essere escluso dall’Intendenza generale dell’esercito borbonico, per poi successivamente essere pienamente riabilitato. Infine, lo storico Salvatore Marra, autore di una fondamentale pubblicazione sulla storia di Collepasso, ha proposto alcune riflessioni conclusive.