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Paola Demagri rimane in Consiglio provinciale

La consigliera: “Lo ha deciso il gruppo”. Il Patt critica la scelta: “Dettata da logiche individualistiche”

Paola Demagri rimane in Consiglio provinciale

CLES. Paola Demagri rimane in consiglio provinciale. A seguito di un incontro interno, la coalizione formata da Partito Democratico, Impronta Civica e Percorsi Comuni ha deciso che la candidata sindaca, dopo l’esito del ballottaggio che ha visto vincente Stella Menapace, Paola Demagri non entrerà in consiglio comunale bensì proseguirà nel suo ruolo di consigliera provinciale e regionale, da dove potrà “essere particolarmente incisiva per tematiche trasversali che il capoluogo noneso dovrà affrontare”. Le reazioni alla notizia non si sono fatte attendere. La sezione del Patt di Cles ha fatto circolare un comunicato stampa, a firma di Massimiliano Girardi, che stigmatizza una scelta, si legge, che, “pur legittima sul piano formale, non può passare inosservata sul piano politico e umano”.

Le domande che si fa il Patt sono le seguenti: “Vale la pena impegnarsi per Cles solo se si riveste la carica di primo cittadino? C’era davvero la volontà di impegnarsi per Cles oppure prevaleva il calcolo politico per ricavare un posto a Dallapiccola in Consiglio provinciale?” “Chi si candida a guidare una comunità, chi si propone per rappresentarla e prendersene cura, stringe con essa un patto. Un patto fatto di fiducia, ascolto e presenza. Per questo motivo, la decisione di rinunciare al proprio ruolo in Consiglio, a pochi giorni dal voto, lascia dietro di sé un senso di incompiutezza” continua Girardi che aggiunge: “La scelta di privilegiare il ruolo in Consiglio provinciale è, in sé, legittima e persino comprensibile, soprattutto alla luce delle implicazioni legate al riconoscimento economico e alla visibilità istituzionale che tale incarico comporta.

Tuttavia, se l’impegno verso la comunità clesiana fosse stato davvero animato da spirito di servizio e disinteresse personale – come più volte dichiarato dalla stessa Demagri in campagna elettorale – sarebbe stato quantomeno auspicabile un diverso approccio. Attribuire oggi la rinuncia a generiche richieste del gruppo o a dinamiche interne al collegamento provinciale appare come un tentativo poco credibile di giustificare una decisione che risponde in realtà a logiche esclusivamente individuali, ben lontane dalle reali esigenze dei cittadini”.

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