Attualità

La messa disertata

Sono almeno cinquanta anni che la trasmissione della fede è finita

La messa disertata
Fino a qualche tempo fa ci si lamentava che i ragazzi non vanno più in chiesa; ci vanno, si diceva, solo e quando devono ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana (comunione e cresima), poi tutto finisce e disertano la messa tranquillamente. Oggi a non partecipare più alla messa domenicale sono anche molti adulti, molti cinquantenni e oltre. Non è facile trovare risposte esaustive; è più facile lasciarsi interrogare. Mi viene subito da pensare che ai nostri giorni è un miracolo se qualcuno va ancora a messa. E questo non perché le persone sono più cattive, più insensibili. Il motivo è invece di altro genere: la società contemporanea è impermeabile non solo al cristianesimo in quante tale, ma anche al messaggio religioso. E dunque le persone sono portate a vivere senza Dio. La convinzione di molti è di poter essere sufficienti a se stessi, di non aver bisogno di altro. Questo è, in fondo, un bene, non ha nulla che vada contro il proprio credo religioso. Qui sta buona parte della forza dell’essere umano. Il problema nasce quando si comincia a fare i conti con la fede che ci è stata trasmessa. C’è la parte teoretica, che per un cristiano è irrinunciabile, che sintetizzo nella formula: credo in Dio creatore e redentore. Affermare che Dio ha creato il mondo e ha salvato gli uomini non è più scontato. Cosa vuol dire che l’universo è stato creato? Come faccio a crederci? La scienza dice cose molto diverse rispetto alla Bibbia.

E se uno crede a quanto scritto nei primi capitoli della Genesi, rischia di fare la figura di un grande ignorante. Se uno crede a quanto dicono gli scienziati, al big bang e all’evoluzione può essere considerato ateo. Per molti non è più concepibile Dio come un essere dal potere soprannaturale, che vive nell’alto dei cieli e che ogni tanto interviene nella storia umana. Se a questo Dio non credo, non ha senso che io vada a messa. Ma ci sono altri motivi. Basta pensare alla sensibilità diffusa ai nostri giorni: volere, pretendere tutto e subito. Se pongo una domanda, non posso aspettare la risposta domani o posdomani. La voglio subito. La fede invece non dà risposte certe, non le dà nell’immediato, perché è un cammino che dura tutta la vita. Basta pensare a qualche punto fondamentale quale la vita dopo la morte. Io vivo ora e del dopo non so nulla. Pensiamo anche alla risurrezione, a quella di Gesù e a quella degli uomini. Sarà necessario, come dice Andreis Torres Queiruga (teologo spagnolo), «ripensare la risurrezione»? Ma non basta ancora. Uomini e donne oggi si sentono spesso onnipotenti, la vita dipende da loro, dalle loro scelte, non da Dio, che oltre tutto proprio riguardo alla loro storia pare quantomeno distratto. Si vedano i morti innocenti, i massacri della guerra, i femminicidi, i bambini che muoiono di fame... Dio dov’è? E poi risulta piuttosto difficile capire il senso dei sacramenti.

Ancora: l’esperienza stessa nasconde il volto di un Dio che è padre. Se non si vive questa esperienza in famiglia, come si può pensare che qualcuno, che non vedi e non conosci ti possa davvero amare? Si potrebbe continuare ricordando gli scandali che hanno coinvolto la chiesa, scandali sessuali ed economici. D’altra parte come si può credere che Dio è amore se questo amore non lo si può sperimentare? Per ritornare, forse, alla celebrazione della messa occorre prima di tutto cominciare a riscoprire il senso della fede e viverla. E i tempi saranno decisamente lunghi. Sono almeno cinquanta anni che la trasmissione della fede è finita, e ora non si sa nemmeno cosa sia. Un prete l’ha definita «qualcosa di esotico», spiegandola così: devi andare oltre quello che vivi, soprattutto devi fidarti di chi la sta vivendo, sarà lui a guidarti. Se non sei mai stato in India, come fai a conoscerla? E se ci sei stato, ma in un albergo occidentale, continui a conoscere solo l’occidente. In altri termini se non esci da una mentalità che fa a meno di Dio, non avrai voglia neanche di cercarlo. E i luoghi come le chiese e i riti come la messa non saranno più frequentati. Così accade oggi, e non sappiamo fino dove si potrà arrivare, né quando si invertirà la marcia. 

Ultime notizie