E se uno crede a quanto scritto nei primi capitoli della Genesi, rischia di fare la figura di un grande ignorante. Se uno crede a quanto dicono gli scienziati, al big bang e all’evoluzione può essere considerato ateo. Per molti non è più concepibile Dio come un essere dal potere soprannaturale, che vive nell’alto dei cieli e che ogni tanto interviene nella storia umana. Se a questo Dio non credo, non ha senso che io vada a messa. Ma ci sono altri motivi. Basta pensare alla sensibilità diffusa ai nostri giorni: volere, pretendere tutto e subito. Se pongo una domanda, non posso aspettare la risposta domani o posdomani. La voglio subito. La fede invece non dà risposte certe, non le dà nell’immediato, perché è un cammino che dura tutta la vita. Basta pensare a qualche punto fondamentale quale la vita dopo la morte. Io vivo ora e del dopo non so nulla. Pensiamo anche alla risurrezione, a quella di Gesù e a quella degli uomini. Sarà necessario, come dice Andreis Torres Queiruga (teologo spagnolo), «ripensare la risurrezione»? Ma non basta ancora. Uomini e donne oggi si sentono spesso onnipotenti, la vita dipende da loro, dalle loro scelte, non da Dio, che oltre tutto proprio riguardo alla loro storia pare quantomeno distratto. Si vedano i morti innocenti, i massacri della guerra, i femminicidi, i bambini che muoiono di fame... Dio dov’è? E poi risulta piuttosto difficile capire il senso dei sacramenti.
Ancora: l’esperienza stessa nasconde il volto di un Dio che è padre. Se non si vive questa esperienza in famiglia, come si può pensare che qualcuno, che non vedi e non conosci ti possa davvero amare? Si potrebbe continuare ricordando gli scandali che hanno coinvolto la chiesa, scandali sessuali ed economici. D’altra parte come si può credere che Dio è amore se questo amore non lo si può sperimentare? Per ritornare, forse, alla celebrazione della messa occorre prima di tutto cominciare a riscoprire il senso della fede e viverla. E i tempi saranno decisamente lunghi. Sono almeno cinquanta anni che la trasmissione della fede è finita, e ora non si sa nemmeno cosa sia. Un prete l’ha definita «qualcosa di esotico», spiegandola così: devi andare oltre quello che vivi, soprattutto devi fidarti di chi la sta vivendo, sarà lui a guidarti. Se non sei mai stato in India, come fai a conoscerla? E se ci sei stato, ma in un albergo occidentale, continui a conoscere solo l’occidente. In altri termini se non esci da una mentalità che fa a meno di Dio, non avrai voglia neanche di cercarlo. E i luoghi come le chiese e i riti come la messa non saranno più frequentati. Così accade oggi, e non sappiamo fino dove si potrà arrivare, né quando si invertirà la marcia.
