Cultura & spettacolo

Virtuosismi d’estate incontrano le formiche di Vettori

A Cavareno un mix inconsueto e originale per una collaborazione in tempo reale

Virtuosismi d’estate incontrano le formiche di Vettori

CAVARENO. Appuntamento venerdì 18 luglio alle ore 21 in piazza Prati a Cavareno, dove si esibirà una delle formazioni cameristiche più attive e riconosciute nel panorama musicale internazionale, i Virtuosi Italiani, con all’attivo centinaia di concerti e collaborazioni con grandi solisti nei principali teatri in Italia e all’estero. A dirigerli il maestro Alberto Martini, co-fondatore e primo violino dell’ensemble.

Sul palcoscenico all’aperto si incontreranno la musica barocca di Antonio Vivaldi e l’arte contemporanea di Fabio Vettori, in un dialogo vivo e spontaneo tra suoni e immagini, che attraverso le celebri Formiche darà vita alle note e ai piccoli personaggi in miniatura proiettati sul grande schermo in diretta.

Il programma si aprirà con due concerti tratti da L’Estro Armonico e La Stravaganza, raccolte fondamentali per comprendere la ricchezza dell’invenzione melodica e del virtuosismo di Vivaldi. Ma il cuore del live è costituito da Le Quattro Stagioni: per celebrare la quarta edizione dei “Virtuosismi d’estate”, quattro capolavori che continuano a stupire per la loro modernità e capacità evocativa. Dai temporali estivi ai ghiacci invernali, dalle danze autunnali ai canti degli uccelli primaverili, ogni stagione diventerà un racconto illustrato con il tocco leggero e ironico dell’illustratore trentino.

Abbiamo rivolto qualche domanda al maestro Martini, rinomato solista in Europa, Asia e Sud America, direttore artistico di importanti rassegne musicali e docente in masterclass e corsi di perfezionamento.

Vi esibite a Cavareno per il quarto anno, in una location non certo usuale per la musica classica…

Fare i concerti in luoghi apparentemente insoliti è sempre molto emozionante! Diventa un po’ una sfida sia al tempo che alle condizioni acustiche, ma sicuramente ci dà la gioia di portare la nostra musica ovunque.

Oltre all’affetto particolare per Cavareno, che frequento da qualche anno, credo molto in questo tipo di iniziative, perché troppo spesso le persone hanno quasi un timore reverenziale nel superare le porte di un teatro o di una sala da concerto. Invece ascoltare musica può essere l’esperienza più coinvolgente e bella che si possa provare… Basta lasciarsi andare e cullare da questo racconto, che non è fatto con le parole, ma con i suoni. In pratica è veramente una lingua universale, che non ha bisogno di traduzioni e che è amata e apprezzata in ogni parte del mondo.

I giovani italiani sembrano piuttosto lontani dalla musica classica?

Credo sia molto importante avere un’attenzione particolare nel disseminare il più possibile la musica e il bello che possiamo ricevere dall’arte in genere. Condividere emozioni con altre persone è sicuramente un’esperienza particolare, e accompagnarle in un viaggio immaginario fatto di suggestioni credo sia molto stimolante per tutti noi musicisti.

La scuola dell’obbligo è ancorata al flauto dolce e poco altro…  

La scuola purtroppo fa poco per diffondere non solo la musica, ma tutte le arti. Molto strano nel Paese che ha la stragrande maggioranza dei beni artistici di tutto il mondo… Per me è una mancanza molto grave, perché l’arte, la cultura e la musica sono un volano molto importante anche per l’economia. Dobbiamo essere in grado di approfittare di questa nostra peculiarità.

È poi risaputo e confermato da studi medici, che chi ha studiato un po’ di musica utilizza una parte del cervello che altri non utilizzano. È una disciplina che ti insegna il rispetto verso gli altri, la sensibilità, la concentrazione e molto altro.

Suggerimenti?

Difficile dare suggerimenti sul tema, ma un mio grande auspicio, sicuramente è quello che ci sia un cambio di tendenza e che la possibilità di studiare e avvicinarsi alla musica sia offerta a tutti i bimbi fino dall’età prescolare, come succede all’estero e soprattutto nei paesi orientali. Recentemente ho fatto parte della giuria del concorso internazionale di violino “Il piccolo violino magico” per ragazzi fino ai 13 anni. Nella fase finale con 60 iscritti non c’era nessun italiano, perché con il nostro sistema scolastico non si può arrivare ai livelli richiesti e questi giovani ma fantastici musicisti non hanno nulla da invidiare a quelli più maturi e adulti. La stragrande maggioranza di loro proveniva da Sud Corea, Giappone e Cina, con genitori e insegnanti al seguito. Credo che una riflessione profonda in questo senso vada fatta. A conclusione vorrei ribadire che la musica ha un potere altamente benefico su tutti noi sia da un punto di vista spirituale che fisico; quindi, dovremmo tutti cercare di approfittare di questa opportunità e fortuna che abbiamo a disposizione.

 

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