TRENTO. Esemplari adulti di Popillia japonica -
nota anche come scarabeo giapponese – sono stati rilevati anche quest’anno in
Trentino. Le attività di sorveglianza sono svolte sull’intero territorio dal
Servizio Fitosanitario provinciale in stretta collaborazione con la Fondazione
Edmund Mach, in particolare nei siti valutati a rischio sulla base del
comportamento da “autostoppista” dell’insetto (viabilità principale, parcheggi,
campeggi). Nel periodo compreso tra fine giugno e fine luglio 2025, sono stati
catturati in totale nove esemplari: cinque nell’area di servizio Nogaredo Est e
quattro nella stazione Paganella Est dell’A22. Nonostante il ripetersi dei
ritrovamenti, non sono stati individuati altri esemplari nei territori
circostanti, né sono stati osservati danni compatibili sulla vegetazione. Viene
dunque confermata la classificazione di “incursione occasionale” dello scarabeo
in Trentino, anche se il ripetersi delle catture negli stessi siti per 3 anni
consecutivi pone il dubbio di possibili focolai iniziali.
Questo impone dunque
il mantenimento di un alto livello di attenzione e l’applicazione di tutte le
possibili misure di prevenzione, tra cui la sorveglianza e l’informazione, al
fine di intercettare precocemente la presenza di altri esemplari. La collaborazione
di tutti, attraverso la segnalazione immediata al Servizio fitosanitario
provinciale di eventuali ritrovamenti o di casi sospetti, è fondamentale per
contribuire a prevenire e contrastare la diffusione dell’insetto. Negli ultimi due anni lo scarabeo giapponese aveva già
raggiunto il Trentino. Nel 2023 era stato intercettato un unico individuo
all’interno di una trappola presso la stazione di servizio Nogaredo Est, mentre
nel 2024 erano stati catturati 7 esemplari (5 nell’area Nogaredo Est e 2 in
quella di Paganella Est). Anche in quei casi si era trattato di ritrovamenti
isolati, senza segni di presenza diffusa o danni alla vegetazione.
Popillia japonica è un organismo nocivo da quarantena
prioritario per l’Unione Europea e, come tale, è oggetto di sorveglianza e
lotta obbligatorie. Introdotta accidentalmente in Europa nel 2014, dal primo
focolaio nel Parco del Ticino si è rapidamente diffusa in Piemonte e Lombardia
e, successivamente, in altre regioni come Emilia-Romagna, Val d’Aosta e
Friuli-VG. Si tratta di una delle specie più temute da agricoltori e
giardinieri: attacca oltre 300 specie vegetali – tra cui colture frutticole,
piante ornamentali e forestali – ed è in grado di causare gravi danni sia allo
stadio larvale (nutrendosi delle radici) sia da adulto (mangiando foglie e
fiori). Le femmine durante l’estate depongono le uova nel terreno, dove
dall’autunno alla tarda primavera si sviluppano le larve. I nuovi adulti
emergono dal suolo da maggio a settembre, con un picco di attività a luglio.
Green news
Scarabeo giapponese intercettato in Trentino per il terzo anno
Indagini intensificate ed estrema attenzione. L’insetto causa danni a molte specie, sia spontanee che coltivate
