lun 17 feb 2020 14:02 • By: Alberto Mosca
Le malghe Clesera e Cercen a Roma per la presentazione del libro del casaro-agronomo Francesco Gubert
Formaggi delle malghe della Val di Non e della Val di Sole protagonisti a Roma. L"appuntamento è per "Amalgamiamoci", il prossimo 23 febbraio al Carnal@Bistrot 19 2.0 di Via dei Gracchi.
Nell"occasione sarà presentato "Novanta giorni", il libro di Francesco Gubert, agronomo, storyteller, esperto di formaggi e casaro, in cui racconta la sua esperienza durante una stagione (novanta giorni) in malga nella sua Valsugana.
A introdurre l"evento sarà Antonio Maini, sindaco di Caldes e responsabile della Condotta Terre del Noce di Slowfood, protagonista, sul versante istituzionale, della valorizzazione del formaggio e dei prodotti a base latte, sempre collegati all"intera fase produttiva e ai suoi attori, nella consapevolezza dell"impatto che hanno queste attività tradizionali nella microeconomia locale e in una intelligente promozione territoriale. Con Maini sarà presente anche il giornalista enogastronomico Paolo Marchi, ideatore e curatore del Congresso di cucina di Identità Golose, nonché appassionato di formaggi e sostenitore di varie attività della Val di Sole
Dopo la presentazione, il pubblico presente degusterà 4 diversi formaggi (Malga Clesera "“ Val di Non 2019, Malga Colo "“ Valsugana 2018, Malga Pralpesina "“ Montebaldo 2017, Malga Cercen "“ Val di Rabbi 2014), ognuno dotato di una propria personalità organolettica e protagonista di uno speciale racconto di sapori e tradizioni.
La serata continuerà con un aperitivo e, a finire, con una cena a 6 mani firmata dagli chef:
Alfio Ghezzi (Ristorante Senso presso il Mart di Rovereto), Roy Caceres (Ristorante Metamorfosi di Roma), Riccardo Paglia ( Ristorante Carnal).
Modera gli interventi Marialuisa Iannuzzi, responsabile dell"accoglienza di Identità Golose Milano, amante della cucina e delle storie umane che la condiscono.
La serata si pone come scopo quello di creare un filo narrativo tra luoghi, identità e prodotti a partire dall"esperienza in prima persona di Francesco. Vuole questa essere un"occasione per far luce su tradizioni non ancora così conosciute ai più e che portano a tavola e fuori, non solo i sapori genuini d"alpeggio, ma il vero valore della sostenibilità , di una cultura da preservare e far crescere: le pratiche sensibili al ritmo della natura, il coraggio di scegliere controcorrente producono eccellenze e continuità . Più di tutto creano nuove sinergie atte a muovere un lento e lungimirante cambiamento nella vita degli attori di chi ne prende attivamente parte.
Ph. Francesco Gubert