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Al Tonale una fossa comune con 94 corpi di soldati

lun 27 dic 2021 10:12 • By: Alberto Mosca

La ricerca del gardesano Sergio Boem pubblicata in un libro

PASSO TONALE. Secondo la ricerca condotta da Sergio Boem, pubblicata nel volume “Sui prati del Tonale 94 stelle alpine”, sarebbe una delle più grandi fosse comuni della Grande Guerra. Si tratterebbe – riferisce il quotidiano online BresciaToday.it lo scorso 23 dicembre – di una fossa di 12 mq che conterrebbe decine di soldati imperiali. Una ricerca che l’autore di Padenghe sul Garda ha portato avanti per anni, partendo dalla vicenda del nonno Ubaldo Ingravalle e del “Diario storico” del battaglione alpino Valcamonica, del V Reggimento Alpini, impegnato sui campi di battaglia della Grande Guerra, tra i quali figura quello di Passo del Tonale. 

Qui, sulle pendici meridionali di Cima Cadi, a circa 2100 metri, sul confine tra Trentino e Lombardia, sarebbe stata individuata una delle due fosse comuni segnalate nel “Diario storico”, nella quale sarebbero sepolti 94 corpi di soldati austriaci (per lo più ungheresi e rumeni della regione del Benato), in una buca creata dalla stessa battaglia, dal fuoco di artiglieria, di almeno 12 metri di diametro.

Autoroen Aprile

I fatti risalgono alla fine della primavera del 1918 e alla operazione Valanga (Unternehmen Lawine) del 12-13 giugno, tentativo estremo da parte del comando austroungarico di sfondare le difese italiane al Tonale per aprirsi una via verso Milano.

Boem ha individuato il luogo della sepoltura in una zona, scrive nel libro, che “aveva delle caratteristiche ben diverse da tutte le altre, ne restai stupito: notai infatti che una vegetazione rigogliosa la coronava, e una curiosa e inspiegabile ragione doveva essere certo alla base di questo particolare fenomeno naturale, rarissimo a quelle quote”.

Quindi l’autore ha contattato gli enti di competenza, ma nulla si mosse fino al 2019, quando – scrive l’autore - durante “un ennesimo controllo trovai infatti, in settembre, degli evidenti segni di scavo negli antichi crateri creati dalle esplosioni sui prati del Tonale: allarmato spostai la terra che qualcuno aveva già smosso e ritrovai, appena due dita sotto (com'era descritto nel Diario) brandelli e divise macerate e in seguito anche alcune ossa, ma soprattutto scoprii due teschi ormai privi del loro elmetto, di certo un prezioso bottino per uno scavatore dilettante”. Furono allertate le autorità e raccolte altre segnalazioni, ma poi tutto si è fermato con la pandemia. Un tempo che Boem ha impiegato per mettere nero su bianco la storia riscoperta sul Tonale.



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